In un momento in cui gli uomini cercano di costruire il loro futuro nell'ambito di una struttura politica mondiale che poggia sl precario equilibrio di forze gigantesche, noi americani ed europei, interessati o meno alla politica, dobbiamo impegnarci tutti a dare risposta alla domanda del servitore Faust: «Come potrà il nostro consiglio servire a guidare l'umanità?».

Ho intitolato questo libro Anatomia del potere perché ritengo che negli ultimi anni abbiamo usato il nostro potere se non proprio con arroganza, con una certa esuberanza. Questa esuberanza si è dimostrata nella nostra tendenza a riempire immediatamente i vuoti di potere, non sempre considerando il costo e il profitto dell'impresa, e nella nostra incapacità di dare fiducia in se stessi ai paesi europei.
La disciplina implica una struttura, una concezione, un complesso di obiettivi su cui misurare il valore e i costi di un'azione che ci si propone; un sistema di valutazione che tenga conto degli interessi, della potenza e delle possibilità degli altri popoli. Implica inoltre che, prima di uitlizzare il nostro potere, determiniamo se vi siano le condizioni per usarlo con efficacia nel perseguimento di un obiettivo durevole.
Ho cercato di sottolineare in questo libro che negli ultimi anni gli americani si sono tanto abituati alla loro potenza che spesso ne hanno dimenticato i limiti, sostituendo a un impiego controllato delle loro risorse un vago universalismo.