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Lädt ... Avertissement aux écoliers et lycéens (La Petite Collection)
Werk-InformationenAvertissement aux écoliers et lycéens von Raoul Vaneigem
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Melde dich bei LibraryThing an um herauszufinden, ob du dieses Buch mögen würdest. Keine aktuelle Diskussion zu diesem Buch. “L'istruzione scolastica appartiene a gruppi affaristici […]. Resta da sapere se allievi e professori, dal momento che la gestione di un universo in rovine alla quale li si invita non promette nulla di buono, si lasceranno ridurre alla funzione di meccanismi lucrativi senza scommettere sull'ipotesi di imparare a vivere anziché economizzarsi”. Lasciatemelo dire: ci vogliono i coglioni per definirsi liberi pensatori, per campare di stenti, per non fare compromessi, per rinunciare ad una famiglia... per sacrificare la propria esistenza a beneficio di un'idea. Per essere liberi. “Molti hanno deciso di non lasciarsi più consumare da un'economia che se ne infischia della loro salute e della loro intelligenza”... Raoul Vaneigem è uno di questi, uno con i coglioni insomma. Scrittore libertario belga ed esponente di spicco del movimento Situazionista (oltre che promotore del Maggio francese). Il libro mette insieme due scritti di questo libero pensatore: la critica al mondo capitalistico è radicale, lo slancio poetico è assoluto, perché un'assoluta volontà rivoluzionaria permeava l'aria del '68: la fine di un'epoca, l'inizio di un mondo. Un mondo che, al contrario delle speranze di Vaneigem, ha solo fortificato i suoi presupposti. Leggere questo libro è a tratti commovente, come commovente è l'enorme cultura di quest'uomo educatosi con la sola forza della sua tenacia, l'ostinazione ad evitare il compromesso, a lottare per gli altri. L'istruzione è in mano a dinosauri militarizzati, “Se i governi privileggiano l'allevamento intensivo di studenti consumabili sul mercato, allora i principi di una sana gestione prescrivono di stivare nello spazio scolastico più ridotto la quantità massima di teste modellabili dal numero minimo di personale possibile. […] Noi non vogliamo più una scuola in cui s'impara a sopravvivere disimparando a vivere”. Quanto è vero... quanto è triste... Le nostre scuole insegnano la dipendenza e mai l'autonomia; dipendenza dal denaro, dipendenza da un titolo (Dott. Prof. Ecc...), dipendenza da uno status sociale. Tutto questo ha bloccato il naturale sviluppo della libertà e delle intelligenze umane: ciò che propone Veneigem è una disgiunzione ben precisa, che ha la caratteristica di essere esclusiva. Terrorismo o rivoluzione? Io il primo non lo voglio, e credo neanche voi. Direi che è facile capire che cosa dovremmo fare. Zeige 2 von 2 keine Rezensionen | Rezension hinzufügen
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Google Books — Lädt ... GenresMelvil Decimal System (DDC)306.43Social sciences Social Sciences; Sociology and anthropology Culture and Institutions Specific aspects of culture EducationBewertungDurchschnitt:
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Je suis plutôt d'accord avec toutes ces critiques, mais je n'ai pas aimé le ton pris, très peu subtil. J'ai aussi trouvé le raisonnement lui-même peu nuancé, mettant dos à dos "nous" et "eux" - pauvres de nous à la recherche d'une sorte de pureté originelle, face à eux, les grands méchants pleins de défauts...
Et puis une petite touche d'angélisme de-ci, de-là, rien de tel pour m'énerver. À mon sens, l'enfant peut être un enfoiré de première... Et puis on a parfois l'impression que l'école porte toute la responsabilité de l'éducation de l'enfant. Qu'en est-il des parents? de la famille en général? De l'entourage, même?
Et puis les phrases sont compliquées! Le vocabulaire recherché, pointu, vieilli, bonjour l'avertissement pour un écolier qui n'y comprendra goutte!
Mais allez zou, tout de même, une citation:
"Un luthier, un maraîcher, un ébéniste, un peintre, un biologiste ont assurément plus et mieux à enseigner que ces hommes d'affaires qui viennent prôner l'adaptation aux lois aléatoires du marché."
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