Quel cadere improvviso ma pur sempre annunciato ci rammenta il morire rilkiano: prossimo e angoscioso come una strategia oscura dell'anima che inquieta cerca la sua meta con la parola del silenzio, udibile solo se chi canta nega la condanna delle cose, ne ascolta il segreto, ne asseconda il declino.

La Parigi dell'ultimo Rilke

Poi si volse e s'allontanò, già tutto preso da un ritmo che gli nasceva dentro... Scomparve nela prossima traversa in direzione dell'Hôtel Foyot dove allora abitava.