Concita De Gregorio

The loss of children unfortunately is not uncommon. Consider Sandy Hook, Uvalde and of course the migrant families separated on the U.S. southern border. In her latest novel, Concita De Gregorio asks us to consider not the lost children but instead those left behind. In point of fact, her focus is even narrower than that. She meditates on the absence of words in most languages to denote those left behind. This is unfortunate, says De Gregorio, “Because having a name…makes you feel, despite the error, like you’re in the right place.” Prior to losing her daughters, her protagonist had status as a wife and mother, but now she no longer carries either of those names.

This is a portrait of a woman, Irina Lucidi, whose twin daughters were cruelly taken from her by a controlling and troubled husband. She is forced to accommodate to this new reality, and to reassess her identity. Irina was a successful attorney with twin daughters and a prosperous husband living in Switzerland. What seemed like a perfect family is obliterated when her husband commits suicide, and her twin daughters disappear. Their disappearance is never solved because of misogynistic police who view Irina as overly emotional and just overlook important leads. Despite the mystery, one is left with the impression that her 6-year-old daughters were murdered by her husband.

Irina is compelled to examine her own family history because of an unsettling parallel. She feels a strong affinity to her great grandmother who was forced live without her own child. She had an out of wedlock child with an Italian immigrant, who was bribed by her powerful American father to return to Italy with the child. The child, named Mayme, was never reunited with her biological mother in America.

De Gregorio avoids a linear narrative style by revealing the story with a series of reflections, letters and lists written by Irina along with letters written by an unnamed colleague. These not only provide the facts of the case and Irina’s family history, but also her state of mind as she copes with the absence of her girls. This approach provides much more than a conventional murder mystery. Instead, it is an intimate meditation on loss, identity and the power of words.… (mehr)

Cosa sia una “buona madre” lo decidono gli altri. Il coro. Quelli che sanno sempre cosa si fa e cosa no. Cosa è giusto, saggio, utile. Quelli che dicono “è la natura, è così”: devi avere pazienza, assecondare i ritmi, provare tenerezza, dedicarti. Se ti senti affondare è perché sei inadeguata. Se i figli non vengono devi rassegnarti: non accanirti, non insistere. Si vede che non eri fatta per essere madre. Se non ne hai voluti devi avere in fondo qualcosa che non va. Se non hai nessuno vicino che voglia farne con te è perché non l’hai trovato, sei stata troppo esigente, forse troppo inquieta. Se preferisci il lavoro allora cosa pretendi. Se ti stanca sei depressa, se ti fa impazzire sei un mostro… Una cattiva madre.” Per fortuna la vita dà un posto alle cose. Le storie raccontate da Concita De Gregorio in Una madre lo sa parlano proprio di questo: di come ci sia un posto per tutto, a saperglielo dare. Di quanti siano i modi di essere madre, o di non esserlo affatto. Di quante ombre sia pieno l’amore perfetto, quello tra madri e figli, e di quante risorse inattese. Tanti modi così diversi e tutti senza colpa. Dalle donne passa la vita, sempre. Dalla pancia, dalla testa, dalle mani e dai ricordi. E una madre tutto questo lo sa.… (mehr)

Dalla quarta di copertina parrebbe di trovarsi di fronte a un libro che parla di come affrontare il tema della morte con i bambini. In realtà questo spunto è appena accennato, non si tratta di un libro ad hoc su come parlare della morte ai bambini, piuttosto è una narrazione di come venga considerata la morte nella società contemporanea, in particolare quella italiana, prendendo spunto da vicende vissute dall'autrice e anche da film, libri...
Una pecca del libro è la struttura poco organica e frammentaria: ciò fa sì che alcuni pezzi siano di altissimo livello e altri, invece, non all'altezza. Nel complesso però è un libro molto interessante, che ha anche il pregio di rimandare ad altri testi e film sull'argomento "morte".… (mehr)