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Ella West

Autor von Night Vision

5 Werke 83 Mitglieder 6 Rezensionen

Über den Autor

Ella West is an Australian author who won the LIANZA Young Adult Award in 2015 with her title Night Vision. She is also a finalist in the Children's Choice Young Adult Fiction category for this same book title. She will be a speaker at the New Zealand Book Awards 2015. (Bowker Author Biography)

Beinhaltet den Namen: ella west

Werke von Ella West

Night Vision (2014) 28 Exemplare
Thieves : a novel (2006) 24 Exemplare
Any-where but here (2008) 14 Exemplare
Rain Fall (2018) 9 Exemplare
Real Life (2009) 8 Exemplare

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Wissenswertes

Rechtmäßiger Name
Trebilcock, Karen
Geschlecht
female
Nationalität
New Zealand
Geburtsort
Invercargill, NZ
Preise und Auszeichnungen
Louis Johnson/Creative New Zealand Bursary for New Writers (2006)

Mitglieder

Rezensionen

1.5 Stars
 
Gekennzeichnet
Mrs_Tapsell_Bookzone | 3 weitere Rezensionen | Feb 14, 2023 |
Hands up those of us raised on a reading diet of Trixie Belden and the Famous Five, who sneakily always wondered why nothing "interesting" ever happened at home. RAIN FALL is a young adult novel set in rural, green, lush New Zealand, in a place that did seem strikingly similar to the green hills of England.

Annie lives with her parents in the small, isolated community, a horse obsessed teenager, who loves her glorious Chestnut gelding. When she meets young professional rodeo rider Jack Robertson, a romantic attachment starts to build, complicated by the fact that Jack's in town temporarily because his father is investigating the suspected homicide of Annie's neighbour.

The novel is an interesting undertaking - part teenage romance, part social flux and part murder mystery. Teenage romance as outlined above, social flux because the area is basically a coal town, Annie's father works in the industry and the push from society to move away from coal energy means that the ever present threat of retrenchment and lifestyle upheaval hangs over the town. And then there's the mysterious death of the neighbour that Annie grew up with.

The balance between society in flux and the murder at the heart of the town is nicely achieved in this novel, helped by very authentic characters and a good plot that doesn't dwell on the soppy or the icky too much at any point. The portrait of a town struggling with massive social change is particularly well executed, using the observations of a young girl trying to come to turns with so much change as the viewing port for everything. It's overwhelming, and yet educational, it's confusing and so often crystal clear.

Nicely done, without veering into the thriller territory suggested by the blurb, this is perhaps on the slightly lighter side than you'd expect from the subject matter. Subject matter that perhaps isn't as indepth and "sciency" as you'd like when you're four times the age of the intended market and more than a bit twitchy about climate science denial. But that's not the point, and you can definitely see RAIN FALL appealing enormously to young readers from the horse obsessed group in particular.

https://www.austcrimefiction.org/review/rain-fall-ella-west
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Gekennzeichnet
austcrimefiction | Feb 17, 2020 |
Nonostante l’esperienza, che dovrebbe almeno teoricamente proteggermi dai peccati d’ingenuità dovuti alle trappole commerciali, ancora una volta sono caduta nel vecchio tranello della trama accattivante e copertina affascinante. E a nulla è servito lo scanzonato “Può accadere” che mi sono detta a fine lettura, il senso di perdita e delusione è sempre piuttosto cocente e, a oggi, si aggiunge anche l’imbarazzo per esserci cascata.

“L’arte ingannevole del gufo”, il cui titolo originale è “Night Vision”, aveva tutte le carte in regola per essere una piacevole lettura estiva ricca di suspense, ma anche di delicata sensibilizzazione nei confronti di coloro che sono affetti da una malattia come la xeroderma pigmentosa. Invece, tutto ciò che ho avuto modo di leggere, sono 155 pagine di vuoto assoluto, sia a livello di trama che di trasmissione emozionale, una tabula rasa davvero deludente.

Viola è una ragazzina di quattordici anni affetta da una mutazione genetica che impedisce al suo organismo di rigenerarsi ogni volta che è esposto ai raggi UVA, come invece avviene in tutte le persone geneticamente sane. Il sole le è in sostanza fatale, infatti, anche una minima esposizione può causarle tumori cutanei e metastasi pressoché immediate. Viola è costretta a vivere di notte e tutta la sua vita è praticamente incentrata nel non esporsi mai ai raggi UVA (lampadine al neon incluse), per sopravvivere.

La sua condizione è terribile, triste e umanamente ingiusta, eppure non scatta mai una qualsivoglia empatia nei suoi confronti. È una bambina che fa i compiti per corrispondenza, che mangia la notte - da sola - gli avanzi che sua mamma le mette da parte prima di andare a dormire, che si affida a degli occhiali per la visione notturna per poter uscire di casa nei boschi e, nonostante ciò non c’è identificazione né vera tenerezza per la sua condizione.

Viola conosce moltissime cose. Cerca e studia tutto quello che può, prendendo spunto da ciò che la circonda, sfruttando internet per saziare la sua sete di vita ma, alla fine di tutte le interminabili pagine che ci vengono propinate su opossum, allevamento e tosatura di pecore e musica classica, più che ammirazione si prova noia e stizza per uno sfoggio, non richiesto e tantomeno discreto, di inutile nozionismo. Saputella verrebbe da dire, ma non sarebbe delicato, quindi non lo pronunciamo.

Forse è lo stile dell’autrice a essere inadeguato, o forse semplicemente si recepisce con fin troppa chiarezza che quest’ultima non aveva nulla da dire e ancor meno da raccontare e che queste pagine non erano altro che una farcitura per fare “numero”. Idem per la trama, che viene definita come “una storia che lascia con il fiato sospeso”, ma che, onestamente, non ha un briciolo di pathos e ancor meno suspense.

Sembra quasi promettere bene all’inizio quando, nel bosco, Viola assiste all’omicidio e al successivo occultamento di un misterioso bottino (evidentemente dei soldi) nel sottobosco, ma questo è quanto perché, poi, il tutto si perde in una serie di eventi che lasciano il lettore con un semplice e sbigottito “Cosa?”.

Le potenzialità, come già detto, c’erano e il filone thriller/azione era decisamente avviato e costruito, ma l’autrice sembra aver scelto di dare un risvolto banale e inutile alla trama nella sua interezza, preferendo concentrare la sua attenzione su inutili pagine sul taglio della coda degli agnelli, per esempio. Interessantissimo, per carità, ma ai fini del romanzo, se si desidera fare del futile nozionismo si DEVE compensare con dei risvolti investigativi significativi e scene d’azione degne di questo nome, non con qualche pennuto stecchito a mo’ di minaccia in stile mafioso (solo io ho immaginato una testa di cavallo insanguinata sul letto della povera ragazzina quando ritrova il gufo?).

Senza andare troppo oltre con gli spoilers, ci basta svelare che i genitori di Viola, in evidenti ristrettezze economiche, iniziano a ricevere, tramite buste anonime consegnate a mano (senza timbro postale, quindi), “donazioni” da 2000, 5000 e infine 10000 dollari, con il solo monito di “usarli con intelligenza”, e non si fanno due domande.
Ringraziano il “benefattore” (ad averli tutti degli amici di questo calibro!), intascano il malloppo, e silenzio stampa.

Ora, non per voler essere pignoli a tutti i costi, ma se abitassi in mezzo al nulla, al limitare di un bosco tanto per dirne una, con due o tre cani che, ovviamente, non fanno le feste agli sconosciuti visto che sono stati addestrati per guidare e proteggere un gregge di pecore – che, ricordiamo, costituiscono il vero capitale economico di un allevatore, come la stessa autrice ci informa con grande sussiego – e qualcuno all’improvviso decidesse di venire di persona, di notte, a imbucare buste piene zeppe di soldi per pura bontà d’animo, per quanta fede io possa voler avere sulle buone intenzioni della popolazione umana, io qualche domanda me la farei. Senza contare, aggiungerei, che mia figlia, affetta da XP, vive di notte, è munita di un bel paio d’occhiali per la visione notturna in grado di vedere una foglia cadere oltre la montagna, e che qualche giorno prima qualcuno aveva fatto un gran falò per abbrustolire un noto trafficante di droga. Non dico che sarei in grado di ricreare un quadro chiaro dell’accaduto, ma almeno un paio di quesiti me li sarei fatti, soprattutto se subito dopo mia figlia, chiaramente un uccel di bosco da anni, si rintana in casa con un atteggiamento schivo e nervoso. Esplode una macchina che illumina mezza contea e tu, figlia mia, con un giocattolino dell’esercito americano sul nasino, mi dici candidamente di non aver visto nulla? E io ti credo anche? No, va bene, andiamo avanti.

Di conseguenza, concludendo, unendo le evidenti – almeno per me – carenze a livello di trama, l’approssimativa caratterizzazione dei personaggi (i genitori sembrano due robot messi lì perché sì, devono esserci), i deus ex machina abbastanza assurdi e lo stile impersonale e privo di carattere dell’autrice, devo ammettere che questo romanzo è stata una gran brutta delusione.

A fine lettura, onestamente rimane solo un gran quesito: qual è questa fantomatica arte ingannevole del gufo? E perché “Visione notturna” (titolo originale e per altro che centra il nocciolo del romanzo) si è trasformato in “L’arte ingannevole del gufo”, qual è il nesso? Peccato, mi aspettavo molto da questo libro.
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Gekennzeichnet
Nasreen44 | 3 weitere Rezensionen | Jun 8, 2017 |
Worthy read, kept me on the edge of my seat and I found myself really feeling like I was with Viola as she walked through the forest etc. The story also made you think about right and wrong, what would you do if you saw someone being set alight in the depths of a forest,? Does the use of dirty money to do good make it alright? A brilliant book that get you asking a lot of questions.
 
Gekennzeichnet
rata | 3 weitere Rezensionen | Oct 14, 2015 |

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