Citati dixit

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Citati dixit

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1ousia
Mrz. 9, 2012, 7:12 am

Vi linko l'interessante articoli di Citati sul Corriere:

http://www.corriere.it/cultura/12_marzo_09/dan-brown-coelho-faletti-bestseller-d...

2ddejaco
Mrz. 9, 2012, 8:51 am

La nostalgia è parente dell'età che avanza.
Ciononostante su Brown, Coelho e Faletti (ma ce ne sarebbero altri) non sbaglia.
Dario De Jaco

3LolaWalser
Mrz. 9, 2012, 9:27 am

Sono completamente d'accordo, i libri di Brown e simili non valgono il prezzo della carta sulla quale si stampano (quando si stampano), e tanto meno il tempo di leggerli. Ma una funzione importantissima ce l'hanno: sono droghe e non libri, e la loro popolarità un sintomo della fuga dalla realtà, del bisogno del facile dimenticarsi, di lasciare dietro quello che siamo e come siamo, di non pensare. Mi rammenta l'esorbitante popolarità dei gialli, fatti di cronaca criminale ecc. in Germania di Weimar. Mi fa credere che siamo infelici, disperatamente infelici e perduti.

È anche vero però che i libri in Europa (non solo in Italia) sono carissimi in confronto all'America del Nord, se la gente compra meno libri che trent'anni fa, sarà anche per questo. Almeno lo so che è vero per me--non posso permettermi più valigie piene di libri, come nei tempi prima dell'euro...

4ddejaco
Mrz. 10, 2012, 4:51 am

Popolare non è sempre sinonimo di scarsa capacità letteraria (per dire e senza scomodare alcun contemporaneo, i Promessi Sposi, almeno a giudicare dalla enorme quantità di copie pirata che se ne fecero prima dell'Unità d'Italia, furono un grande successo popolare). Nel caso specifico i dettami del marketing hanno prevalso di gran lunga sulla qualità. Anche qualche premio letterario, qualche volta, si presta a critiche simili ... Ci andrei piano con Weimar. Non fosse altro che per scaramanzia.

Sul prezzo dei libri c'è un'interessante operazione di Newton Compton che ha lanciato, in Italia, una collana a 9,90€, cominciando con una nuova traduzione dell'Ulisse di Joyce. Gli altri si stanno adeguando. Chissà ...
Ciao

5cf66
Bearbeitet: Mrz. 10, 2012, 8:35 am

Quando mi laureavo (Filologia Hispanica) tanti anni fa, e approfondiva un dato periodo della letteratura, mi stupiva sempre la ingentissima quantità di libri, al suo tempo popolari, che erano rimasti intrappolati nella sabbia del tempo. Pensavo che un lettore del Secolo d’Oro spagnolo non avessi avuto altro tra le mani che capolavori, quando in realtà non è stato così. Nell’ esame alla biblioteca di don Quijote, nei primi capitoli dell’opera avrete prova di ciò. Il tempo opera come grande selezionatore, è il critico più micidiale.

I sessanta ormai sono stati passati al vaglio, i nostri giorni no. Che resterà di Brown fra qualche decennio? Houllebecq e Franzen vendono bene, ad esempio contrario. Certo, non come Brown, perché i lettori che sono a un buon livello di comprensione saranno sempre meno di quelli che soltanto parlano e capiscono il “basic italian”, che direbbe Eco. Ed e’ sorprendente l’amore dei lettori italiani per Joseph Roth, Sandor Marai, Philip Roth, McCarthy.

Kafka fu un autore “fetiche” anni fa. Lo furono anche Bergman, Garcia Marquez, Hesse, Cortazar, Camus, Greene. Ormai si leggono meno, certo, la sua ascesa a best sellers dipendeva dalle circostanze della recezione , che mutano di continuo.

Mi dispiace per Citati, sono critiche un po’ banali.

6LolaWalser
Mrz. 10, 2012, 9:43 am

#4

Popolare non è sempre sinonimo di scarsa capacità letteraria

Certo che no, succede anche oggi che roba di qualità trovi la stima che se merita. Ma io parlavo d'altro, il problema sta nel spiegare la popolarità di tutto quello ciarpame illetterato ed ignorante, non di alcuni scrittori veri. (Pochissimi, in fine, quando abbiamo visto l'ultima volta un autore serio ottenere il successo di quella Meyer e suoi vampiri? Si deve essere Shakespeare, o la santa Bibbia, per fare concorrenza a Agatha Christie!)

Dieci euro sono sempre quasi venti dollari--mi sembra caro assai anche per tascabili di migliore qualità di Newton Compton... Può darsi che il mio prolongato soggiorno nordamericano m'abbia svisato il punto di vista. Comunque, mi rallegro di ogni segno che la cultura del libro esiste ancora, dove sia e come sia...

#5

Sono banali, ma per essere troppo vere, troppo ovvie. L'avvento di Internet mi ha fatto capire quanto piccolo e specializzato è l'ambito in cui mi muovo, quanto insignificante. Io che credevo che aprendo un buon libro participassimo tutti delle glorie di civiltà.

7ddejaco
Mrz. 10, 2012, 10:26 am

C'è un (non recentissimo) saggio che forse può aiutare a inquadrare il senso della "popolarità del ciarpame" visto in una scala temporale significativa: La letteratura vista da lontano di Franco Moretti (http://www.librarything.com/work/171664/details/24944212). Credo esista la versione americana dal titolo Graphs, Maps, Trees: Abstract Models for a Literary History

Dario De Jaco

ps: dieci euro sono circa tredici dollari.

8LolaWalser
Bearbeitet: Mrz. 10, 2012, 10:53 am

Grazie per la raccommandazione, il libro sembra molto interessante, sebbene rimosso alquanto dall'argomento originale. Potresti dirci qual'è la tesi o la conclusione di Moretti? La recensione fissa sulla metodologia...

Il cambio di euro risulta sempre più alto per i canadesi; se poi compri libri online, come io, il prezzo può doppiare. Dico solo per riferimento, tutto sommato sono felicissima di aver questo ricorso per i miei bisogni bibliofili.

9ddejaco
Mrz. 10, 2012, 7:34 pm

Pardon! Per il cambio, chissà perché, avevo in mente gli USA e non il Canada.

La tesi del libro che ho segnalato è che si possono trovare delle ciclicità nella diffusione dei generi letterari. Le osservazioni sono state fatte sulla base del venduto dal 1750 (circa) in poi. L'andamento delle vendite, cioè, permette di misurare la diffusione di certi "gusti" che non sono costanti ma cambiano (per poi magari ripresentarsi) con una cadenza di 25 anni. Una generazione, cioè. L'osservazione vale indifferentemente per tutti i mercati sui quali l'autore ha trovato dati (a cominciare dall'Inghilterra). Per ogni generazione, quindi, è importante distinguersi da quella precedente.

Per il rapporto col territorio, l'Autore ha trovato una correlazione abbastanza stretta fra un certo filone di romanzo popolare inglese e l'introduzione delle leggi di regolamentazione del catasto dei terreni. Queste ultime, spingendo alla recinzione dei campi, hanno privilegiato il passeggiare lungo le strade (magari di campagna, ma sempre strade) rispetto al più vecchio passeggiare per i campi, che è diventato sempre più difficile, fino a diventare impossibile grazie alle recinzioni.

I motivi per cui diventano popolari (e diffusi) generi e romanzi possono non essere strettamente letterari ma c'entrano molto col marketing e con le mode. Personalmente credo che anche certi gusti e certe attenzioni "colte" siano effetti di atteggiamenti e condivisioni generazionali. Un trentenne di oggi affronterebbe Proust come ha "dovuto" fare suo padre venticinque anni fa o suo nonno cinquanta ?

Ciao

10cf66
Bearbeitet: Mrz. 11, 2012, 6:47 am

§9
Certo! Il fabbricato artistico (un quadro, un film,un libro...) e' il frutto di una data società in un dato momento. Una sovrastuttura frutto di una infrastruttura, se volete.
Poi, col tempo, forse neanche 25 anni, questo fabbricato "s'impone" a un'altro pubblico, a sua volta immerso en una situazione economica ed ideologica sui generis.
Ogni pubblico, secondo circostanze che dovranno essere studiate nel dettaglio, determina la popolarità dell'opera, che puo' coincidere o no col suo valore intrinseco. Che cavolo sia questo valore e' un'altra spinosissima questione.
Dickens e Balzac furono popolarissimi, Moby Dick, ad esempio, non fu capito.
Per me, questo è fascinante, la letteratura "buona" e la "cattiva" alla fine sono forme di capirci noi stessi.

11LolaWalser
Mrz. 11, 2012, 11:30 am

#9

Grazie, m'hai veramente interessato, lo cercherò. Ma non ho capito bene che c'entrano le lunghe passeggiate colla tradizione romanzesca--si tratta dell'ispirazione, o leggevano strada facendo? :)

Parlando di generi letterari, per adesso non sono convinta che i gusti cambiano in loro riguardo; mi sembra che cambi il livello tecnico, la complessità di (alcuni) testi popolari. Romanzi d'avventura e d'amore furono sempre popolarissimi e lo sono ancora, ma se prima la gente leggeva, come dice panbiot, Dickens e Balzac, oggi legge analfabeti (anche ammettendo che ci fu sempre di scrittori cattivi, l'esempio della Meyer non ha un analogo nell'Ottocento che io conosca).

Un trentenne di oggi affronterebbe Proust come ha "dovuto" fare suo padre venticinque anni fa o suo nonno cinquanta ?

Parli di maniera o di occasione? La prima cambia, certo, per fortuna, l'ultima, per quanto ne so, si trova ancora. Io ho letto Combray prima volta a scuola, credo lo insegnino ancora. E poi, i classici trovano sempre chi li legga, talvolta anche chi li amerà.

12ddejaco
Mrz. 11, 2012, 12:24 pm

Le lunghe passeggiate per la campagna sono un tema letterario ormai perduto e ampiamente sostituito dalle passeggiate (sempre come tema letterario) lungo le strade. Prima si andava ovunque. Dopo l'invenzione dei recinti si va -come dire- "on the road".

Proust era un esempio, ma con una vena di malignità: non è solo un classico da leggere è un classico snob. C'era un'epoca in cui non si poteva non essere snob. Almeno in letteratura.

Ciao

13ousia
Mrz. 12, 2012, 12:20 pm

Sono contento che l'articolo abbia suscitato un minimo di dibattito.
Personalmente mi trovo in generale accordo con Citati.
Voglio aggiungere che, a differenza di molti prodotti, i libri non scadono mai. Sono un prodotto di cui si può usufruire anche a distanza di anni. Questa qualità oltrepassa il valore commerciale attribuito ad un singolo volume.
Chiaramente la qualità fa la differenza. Mi trovo d'accordo con chi scrive che il tempo è il giudice più severo.
Voglio rilanciare il dibattito con un altro parere celebre, Carmelo Bene:

http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_news.asp?id_contenuto=3728838

Ousia

14LolaWalser
Bearbeitet: Mrz. 12, 2012, 1:02 pm

Lo snobismo è sempre vivo, anzi, c'è la gente che se ne vanta... oggi esiste anche un snobismo di mediocrità, e peggio.

Ma ognuno lo intende in modo suo, per me lo snobismo non ha niente da vedere con il valore o significato di un'opera, è un tic narcissistico personale o sociale... non contribuisce proprio niente nel senso di critica.

15cf66
Bearbeitet: Mrz. 26, 2012, 10:24 am

(Sull’intervista di Bene)

Io la trovo istrionica e divertente, manifestazione di un gusto personalissimo (per il simbolo, il romanticismo , il fantastico) Non la discuterei, lui ci ha messo la sua firma e ne ha il diritto. Ma mi sarebbe piaciuto chiedere:

-Non l’interessano “i teatranti” come Tirso (devo dedurre come Lope?) ma adora Calderon… perché? Per il suo contenuto filosofico? Ma se Tirso e Lope ne son pieni…

_Perché Machado? A uno come lui dovrebbe risultare di una noia mortale.

-Ai coetanei (o quasi) li elimina con un manrovescio. Va nel personaggio… ma fa un po’ meschino.

A me pare coerente con se stessa. I suoi autori preferiti ballano, in qualche modo, uno stesso motivo, e lui li ha riuniti con cura. Ti ha “scandalizzato” o piaciuto qualcosa in particolare, ousia?

16LolaWalser
Mrz. 26, 2012, 10:55 am

Grazie per il link, ousia, non so com'è successo, non l'ho visto l'ultima volta. Per me l'elenco andrebbe bene in maggior parte (eliminati Fitzgerald, Balzac; aggiunti alcuni altri...)

Chi non conosce russo perde Tsvetaeva, molto meglio di Pasternak, altrettanto buona come Pushkin; secondo me, il poeta (di entrambi sessi) la più grande del XX secolo.

17nisgolsand
Mrz. 27, 2012, 6:41 am

#4 ddejaco - Non conosco la nuova collana, ma è da moltissimi anni - ben prima dell'epoca Euro - che Newton Compton pubblica dei voluminosi testi classici validi a prezzi contenuti - temo però che la maggior parte dei soci LT tengano, in particolare per i classici, ad un certo minimo di qualità tipografica che non è facile realizzare a basso costo: botte piena e moglie ubriaca...
E' strano, ma probabilmente i costosi Pléiade e Meridiani hanno tirature più alte, o almeno si vedono di più in giro.

18nisgolsand
Bearbeitet: Mrz. 27, 2012, 7:08 am

#16 -
Cara Lola,
E' recentemente uscito un volume "Dopo la Russia" con - credo - buona parte delle poesie della TSVETAEVA (circa300 pagine) nella traduzione italiana di Serena VITALI, con originale a fronte. Il volume non si trova in libreria, ma veniva offerto, a l prezzo di Euro 7,90, come allegato al Corriere della Sera di circa un mese fa. Non penso sia disponibile a Toronto, ma chissà... Il Corriere pubblica settimanalmente una serie di 30 volumi "Un secolo di poesia". Oggi è uscito il volume con poesie di J. L. BORGES.
Tornando alla TSVETAEVA, che il Corriere chiama CVETAEVA, le sue poesie, temo richiedano un certo sforzo per il lettore italiano medio odierno.

19ddejaco
Bearbeitet: Mrz. 27, 2012, 9:03 am

#17 Il problema della qualità (dalla traduzione del testo all'editing senza refusi, con la giustezza, il carattere, la spaziatura ecc. adatti) è il punto chiave. Segnalavo l'iniziativa di Newton Compton proprio per questo: Joyce, Ulisse, nuova traduzione, ben impaginato, 860 pagine, una copertina accettabile, un apparato critico di un centinaio di pagine a soli 9,90€ è una sfida ai colleghi editori. Mondadori risponde con "Libellule", ma non è lo stesso. Altri stanno a guardare tremebondi, mentre lo spettro degli eBook aleggia minaccioso.
Ne vedremo delle belle.

20LolaWalser
Mrz. 27, 2012, 11:11 am

Grazie, nisgolsand, sono belle quelle iniziative dei giornali europei, qui purtroppo non se ne fanno.

Da studentessa compravo molti Newton Compton, alcuni ce li ho ancora--Trilussa, Mallarmé...

21nisgolsand
Bearbeitet: Mrz. 27, 2012, 2:41 pm

Gentile ddejaco,
L'elenco degli elementi che danno luogo alla qualità di un libro (#19) mi fa pensare che l'argomento potrebbe interessarle: io sto cercando degli altri LTers italiani interessati alla stampa di qualità (per es. i TALLONE di Alpignano, i MARDERSTEIG et al. di Verona), private press ecc, ma finora non li ho trovati. Saprebbe dirmi qualcosa al riguardo? Grazie!

22ddejaco
Mrz. 27, 2012, 3:20 pm

Egregio nisgolsand,
l'argomento è sicuramente interessante ma io non sono uno specialista del settore.
Ho curato, nella mia vita, qualche operazione di stampa (dall'impaginazione alle matrici offset) ma non certo ai livelli cui accenna nel messaggio! Nè ho lavorato in tipografia (anche se mi affascinava e l'avrei volentieri fatto). Sono stato un informatico, specialista (ovviamente!) delle procedure di stampa e mi sono sempre occupato di biblioteche (archivi e cataloghi) e, in questa veste, come "osservatore", ho potuto vedere parecchi esempi positivi e una miriade infinita di esempi negativi. Ho lavorato nell'editing, per capirci, ma non a farlo bensì a costruire gli strumenti per farlo (programmi di impaginazione guidata e/o automatica).
L'argomento, quindi, mi interessa ma sono consapevole che il mio apporto ad una discussione potrebbe essere abbastanza limitato.
Cordiali saluti
Dario De Jaco

23ousia
Mrz. 30, 2012, 7:55 am

Gentili amici,
i link che ho messo (o "postato", come si dice?) sono una provocazione qualificata: un conto è dire che a me piace un autore piuttosto che un altro, un conto è ascoltare pareri più qualificati.
Ammetto, ad esempio, di non sapere nulla proprio di Tsvetaeva, se ne vale la pena rimedierò.
Per quel che riguarda C. Bene, che dire, peccato non averlo visto dal vivo. S'intenda pareri celebri non significano necessariamente pareri giusti, anche lui avrà avuto le sue preferenze; a me interessava anche sentire le vostre risposte e proposte.
Sulla faccenda della qualità/ costi dico solo che non compro prime edizioni, sapendo che ne usciranno di economiche, ed inoltre aspetto quei sconti periodici che le principali case propongono nel corso dell'anno. Anche un 25% non è poco: significa che ogni quattro libri, uno è gratis.
Buona Pasqua a tutti
Ousia

24ousia
Apr. 11, 2012, 3:51 am

Per allungare la discussione,
aggiungo il parere di un'altra celebre autrice:

http://lettura.corriere.it/la-nuova-narrativa-narcisista/

Ousia