Racism

Questo romanzo ha attratto la mia attenzione perché racconta una parte della storia della Germania nazista meno conosciuta ed esplorata: la guerra alle cosiddette arti degenerate, tra le quali il jazz, e la condizione delle persone nere, finite anch’esse nei campi di concentramento.

Lo trovo un libro appropriato alla Giornata internazionale del rifugiato, visto che racconta di quanto possa essere terrificante stare in un Paese senza documenti, con al potere un regime che ti è ostile e con la paura costante di essere arrestato e di fare una brutta fine, senza che nessunə finisca per sapere più nulla di te.

Il romanzo è diviso in sei parti, ambientate alternativamente nel 1939/1940 e nel 1992 e racconta la storia di un gruppo jazz dal punto di vista di Sid, forse il suo membro meno talentuoso. Si tratta di una storia dolorosa e proprio per questo sono rimasta spiacevolmente colpita dal fatto che non mi abbia trasmesso granché.

Penso che il problema sia risieda nel fatto che Edugyan abbia mancato il centro del bersaglio nel tentativo di colpirne più di uno con una sola freccetta. Ci sono un sacco di temi, infatti, dai cosiddetti “bastardi di Renania” al jazz, dalla disumanizzazione alla violenza istituzionalizzata, ma nessuno di questi occupa abbastanza spazio da avere la forza di colpire duro chi legge.

Ci sono delle parti interessanti, ma gran parte del romanzo mi è sembrato poco incisivo: ciò non lo rende brutto, ma lo fa rientrare in quelle lettura tranquille senza infamia e senza lode. ( )

I had an awful time getting through the dialogue. Someone else has referred to it as "contrived" and I have to agree. Very good story, but very difficult to immerse oneself into because of it. ( )

At the very beginning of World War Two in Berlin and Paris, Sid Griffiths and his friends are a jazz band trying to make it. They manage to record one song, "Half-Blood Blues", but their trumpeter was taken by the Nazis and put into a concentration camp. Fifty years later in 1992, someone releases a documentary of that trumpeter, Hieronymous Falk, and Sid reflects on the events that led up to that fateful night.

The book spends most of the time in the past, revealing the memories of an old man living with regrets. As a young man, music was the most important thing to Sid, and he lovingly details their sound and passion. Their group is made up of a couple of white Germans, Hiero is mixed-race but dark, Chip was Black American, and Sid himself is mixed-race and light enough to pass for white, which allows the author to explore the differences in their experiences under Nazi Germany. There are some historical details about the jazz scene at the time and one appearance by a real person; I would have liked to see an author's note detailing some of what's known about Black and mixed-race folks' experiences during World War 2 and concentration camps. The story gets bogged down a little with Sid's feeling sorry for himself, and the ending was abrupt, but overall I am glad I read it. ( )

Once I had adjusted to the voice of the narrator, I really enjoyed this story. It provided a fresh perspective for me on another aspect of the impact of World War II. ( )