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Patrizi, informatori, barbieri. Politica e comunicazione a Venezia

von Filippo de Vivo

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In questo ponderoso lavoro Filippo De Vivo analizza le dinamiche della comunicazione pubblica a Venezia a seguito dell’Inderdetto, la scomunica con cui Paolo V nel 1606 colpì non solo il governo della serenissima, ma anche i suoi cittadini. Il primo tentativo del consiglio dei dieci fu quello di vietare non solo la pubblicazione, ma addirittura l’informazione circa l’interdetto, in modo da neutralizzare alla base gli effetti dell’atto del papa sulla popolazione. De Vivo analizza con dovizia di particolari tutte le misure adottate dal governo veneziano, le iniziative del doge, le discussioni politiche, chiaramente riservatissime, dove un gran ruolo ebbe Paolo Sarpi, per arrivare man mano a scandagliare le modalità di circolazione delle informazioni tra la gente: e di qui il coinvolgimento anche dei barbieri nelle cui botteghe la gente discuteva. Anche il ruolo dell’editoria, diffusa allora in special modo sotto forma di libelli fu centrale e le modalità di produzione dei testi, sempre fuori Venezia, e la diffusione degli stessi rappresenta in maniera univoca la contrapposizione tra le cosiddette ragioni di Stato di Machiavelli che inducono alla segretezza delle informazioni sensibili e la potenza della circolazione delle idee. De Vivo fa lo storico, non il divulgatore, il che significa che il testo è impegnativo; e proprio in questa prospettiva va evidenziata, comunque, l’ottima capacità dell’autore di trattare ogni argomento con il massimo rigore, ma comunque lasciando modo al lettore meno preparato sull’argomento di entrare nel merito delle questioni veneziane del seicento con una scrittura fluida. ( )
  grandeghi | May 1, 2018 |
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