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In nineteenth-century Vienna, a drama of love, fate, and will is played out amid the intellectual ferment that defined the era. Josef Breuer, one of the founding fathers of psychoanalysis, is at the height of his career. Friedrich Nietzsche, Europe's greatest philosopher, is on the brink of suicidal despair, unable to find a cure for the headaches and other ailments that plague him. When he agrees to treat Nietzsche with his experimental "talking cure," Breuer never expects that he too will find solace in their sessions. Only through facing his own inner demons can the gifted healer begin to help his patient. In When Nietzsche Wept, Irvin Yalom blends fact and fiction, atmosphere and suspense, to unfold an unforgettable story about the redemptive power of friendship.… (mehr)
Neurasthenio: Eine andere Form der Darstellung, aber in beiden Fällen ein Versuch, die Elemente der Persönlichkeit eines Denkers einfühlend zu erfassen.
Die fiktive Begegnung von Josef Breuer und Friedrich Nietzsche ist ein für Irvin D. Yalom wohl typischer Kunstgriff. Die sich aus der Arzt-Patienten-Beziehung entspinnenden Dialoge inkl. der Umkehr der Vorzeichen sind intellektuell anspruchsvoll, als Roman jedoch doch etwas langweilig. Zumindest immer dann, wenn man gerade mal wieder das Gefühl hat, in einer Psychologie-Einführungsvorlesung zu sitzen. Wirklicher Höhepunkt für mich bei diesem Buch war, dass ich wieder einen Anstoß erhielt, Nietzsche im Original zu lesen. ( )
offenbar bin ich die erste wienerin hier, die eine rezension über dieses buch versucht. eigentlich eine schande angesichts der tatsache, dass in wien 100.000 gratisexemplare verteilt wurden. der verdacht liegt nahe, dass es vielen potentiellen leserInnen so ging wie mir, nämlich dass sie es schlicht und ergreifend langweilig fanden. aber anders als der wahrscheinlich größere teil meiner mitbürgerInnen habe ich es allerdings unter qualen zu ende gelesen. möglicherweise hat das werk unter der schlechten, noch dazu deutschen und nicht österreichischen, übersetzung gelitten, obendrein ist es noch schlecht lektoriert. Yalom scheint sich ja bei seinen nachforschungen die größte mühe gegeben zu haben, und was die lebensläufe der handelnden personen betrifft offenbar auch mit erfolg. was da allerdings über wien, seine kultur, essgewohnheiten (die geschilderten menüfolgen ließen meinen magen revoltieren), etc. geschrieben wird, ist kaum zu glauben! auch scheint es klimatisch kaum möglich, mitten im dezember auf der simmeringer haide eine pflanze namens fingerhut zu finden. an sich sind das kleinigkeiten und würden den wert des buches nicht gravierend schmälern, wäre da nicht dieser altväterliche tonfall. mein vorwurf richtet sich eigentlich an den oder die verantwortliche/n, der/die gerade dieses buch als gratisbuch 2009 ausgewählt hat. nur weil es in wien spielt? das ist m.e. zu wenig. ( )
En hemmelig pakt inngås mellom en ung, forførende kvinne og en anerkjent lege. En enestående tenker bringes inn i en terapi han tror handler om å bli kvitt en hodepine. Men raskt vendes rollene om - legen blir pasient og pasienten terapeut.
Scenen er Wien i 1880-årene. Det er Friedrich Nietzsche, noen år senere berømt som en av Europas fremste filosofer, som møter Josef Breuer. Sigmund Freud, en ung medisiner, er Breuers betrodde elev. Lou Salomé, senere en kjent psykoanalytiker, er meget bekymret for sin venn Nietzsches helse. Sentralt i dramaet står Bertha, en ung kvinne som skal bli kjent som Anna O. i litteraturen. Elisabeth Nietzsche, historiens onde ånd, opptrer i en birolle.
Irvin D. Yalom har skrevet en intellektuell thriller om en terapi som ikke har funnet sted, men som viser psykoanalysens historiske drivkrefter og gir et troverdig og bevegende bilde av psykoterapiens vesen.
A taluni, seppure personalmente inca- paci di sciogliere le proprie catene, è nondimeno dato affrancare gli amici.
Si deve essere pronti ad ardere nella propria fiamma: com'è possibile rin- novarsi senza prima essere divenuti cenere? Così parlò Zarathustra
Mancher kann seine eigenen Ketten nicht lösen, und doch ist er dem Freunde ein Erlöser. Verbrennen musst du dich wollen in deiner eigenen Flamme: wie wolltest du neu werden, wenn du nicht erst Asche geworden bist. Also sprach Zarathustra
Widmung
Alla cerchia di amici che mi hanno dato il loro sostegno negli anni:
Meiner Schwester Jean und meiner besten Freundin Marilyn.
Erste Worte
Das Glockenspiel von San Salvatore riss Josef Breuer aus seinen Träumen.
Zitate
Die Informationen stammen von der englischen "Wissenswertes"-Seite.Ändern, um den Eintrag der eigenen Sprache anzupassen.
Breuer traeva motivo di orgoglio da molte delle proprie qualità personali. Era leale e generoso. La sua genialità diagnostica era addirittura leggendaria: a Vienna era il medico personale di grandi scienziati, artisti e filosofi come Brahms, Brücke e Brentano. A quarant’anni era già conosciuto in tutta Europa, distinti cittadini di ogni parte dell’Occidente precorrevano grandi distanze per venire a consulto da lui. Tuttavia, più di ogni altra cosa traeva orgoglio dalla propria integrità: non una sola volta in vita sua aveva commesso un atto disdicevole.
[...] Ciascuno di noi deve andare per la sua strada". Breuer scosse il capo. "L'idea che ci si debba separare mi angustia profondamente. Non è corretto! Tu hai fatto moltissimo per me, ricevendo in cambio pochissimo. Forse l'immagine di Lou ha perso il suo potere su di te. Forse no. Lo dirà il tempo. Ma mi pare che avremmo molto altro da fare". "Non sottovalutare ciò che mi hai dato, Josef. Non sottovalutare il valore dell'amicizia, del fatto che io abbia scoperto di non essere uno scherzo di natura, che sono capace di toccare e di lasciarmi toccare. Prima il concetto di amor fati lo avevo fatto mio soltanto a metà: mi ero addestrato - meglio: rassegnato - ad amare il mio fato. Ora invece, grazie a te, grazie al tuo focolare aperto, mi redno conto di avere una possibilità di scelta. Riamarrò sempre solo, ma che differenza, che mirabile differenza, scegliere quello che faccio. amor fati... sceglilo il tuo fato, amalo".
Alzatosi, Breuer gli si mise di front, trovandosi separato da lui dala poltrona. Poi la aggirò. Per un attimo, Nietzsche parve spaventato, messo con le spalle al muro. Ma poi, visto che Breuer gli si avvicinava con le braccia spalancate, spalancò a sua volta le proprie.
Le parole di Nietzsche lo perseguitarono per tutto il viaggio verso l'Italia. "Eterno ritorno."
"L'eterna clessidra dell'esistenza che si capovolge continuamente."
"Lasciati prendere da questa idea e ti prometto che ti cambierà per sempre."
"È un'idea che ti piace o che ti disturba?"
"Vivi in modo che ti piaccia."
"La scommessa di Nietzsche."
"Esaurisci la tua vita."
"Muori al momento giusto."
"Il coraggio di cambiare le proprie convinzioni."
"La tua vita eterna è questa."
Breuer scelse le parole con cura. "Ecco che cosa posso dirti, Sig. Dipende tutto da quel professor Müller. Mi ha costretto a pensare alla mia vita e io mi sono reso conto di essere ormai arrivato a un punto in cui mi sono lasciato alla spalle la maggior parte delle scelte possibili. Allora mi sono chiesto come sarebbe potuo essere averne fatte di diverse, avere vissuto un'altra vita senza la medicina, una famiglia, la cultura viennese. Così ho provato un esperimento con il pensiero, per provare l'esperienza di liberarmi da tali strutture arbitrarie, di affrontare l'informale, perfino di introdurmi in una vita alternativa."
"E che cosa hai imparato?"
Sono ancora confuso. Avrò bisogno di tempo per riesaminare tutto a fondo. Una cosa su cui ho le idee chiare, però, è che non bisogna consentire che sia la vita a viverci. [...] Inoltre ho anche imparato - o forse è la stessa cosa, non so bene - che dobbiamo vivere come se fossimo liberi. Anche se non possima sfuggire al fato, tutavia dobbiamo prenderlo a testate: dobbiamo volere che il nostro destino si realizzi. Dobbiamo amare il nostro fato."
"Ogni individuo deve scegliere la verità che è in grado di tollerare."
"[...] c'è una cosa che ancora non capisco. Dov'era la parte di te che strutturava l'esperimento di trance durante la medesima trance? Mentre eri in trance, una parte di te bisogna pure che fosse cosciente di ciò che stava avvenendo."
"Hai ragione, Max. Dov'era il testimone, l'"io" che stava prendendo per il naso il resto del mio"io"? A pensarci mi vengono le vertigini. Un giorno qualcuno molto più in gamba di me arriverà a svelare l'enigma."
"[...] un rapporto ideale di matrimonio esiste soltanto quando non è necessario per la sopravvivenza di ciascuna delle due persone. [...] per porsi in un rapporto totale con un'altra persona, bisogna prima porsi in rapporto totale con sé stessi. Se non sappiamo abbracciare a nostra solitudine, useremp gli altri semplicemente come uno schermo nei confronti dell'isolamento. Soltanto se si sa vivere soli come un'aquila - senza alcun pubblco - ci si può volgere con animo innamorato a un'altra persona; soltanto allora ci si può preoccupare dell'espansione dell'altro. Ergo, se non si è capaci di rinunciare a un matrimonio, tale matrimonio è condannato."
"Un uomo profondo ha bisogno di amici", disse, quasi parlando più a se stesso che a Breuer. "In mancanza di altro, ha sempre i suoi dei. Mentre io non ho né amici né dei. Come te, ho violente pssioni, e nulla bramo di più che una perfetta amicizia, un'amicizia inter pares, tra eguali. Che parole inebrianti, inter pares, parole che grondano conforto e speranza per uno come me, che è sempre stato solo, che ha sempre cercato una persona che appartenesse proprio a lui, senza tuttavia mai trovarla."
"A un amico che soffre offri un luogo dove riposare, ma bada bene che sia un letto duro o un branda da campo."
A Breuer venne in mente un'idea bizzarra. "ti prego, Friedrich, fa' un esperimento con me. Pui figurarti che le tue lacrime abbiano una voce?"
Abbassato il fazzoletto, Nietzsche lo guardò perplesso, gli occhi rossi.
"Provaci soltanto per un paio di minuti", insistette gentilmente Breuer. "Da' un voce alle tue lacrime. Che cosa direbbero?" [...]
Senza guardarlo, Nietzsche attaccò: "Se una delle mi lacrime fosse dotata di sensi, direbbe... direbbe..." e di punto in bianco incominciò ad esprimersi con un mormorio alto, sibilante: "Libera, finalmente! Imbottgliata per tutti questi anni! Questo uomo, questo uomo arido e angusto, non mi ha mai lasciato scorrere prima d'ora. [...] Com'è bello essere stata liberata! Quarant'anni in una pozza stagnante. Finalmente, finalmente il vecchio ha fatto ripulire la casa! Oh, quanto avrei voluto scappare prima! Ma non c'è stato scampo, finché questo medico viennese non ha aperto il cancello arrugginito." [...]
"Grazie", disse Breuer. "Un apritore di cancelli arrugginiti, splendido complimento."
Letzte Worte
Am selben Nachmittag bestieg der Patient von der Nummer 13, Eckhardt Müller, einen Fiaker und liess sich von der Lauzon-Klinik zur Bahn bringen, um nach Süden zu reisen, allein, Richtung Italien, der warmen Sonne, dem reinen Himmel und einem Stelldichein entgegen - einem ehrbaren Stelldichein mit einem parsischen Propheten namens Zarathustra.
In nineteenth-century Vienna, a drama of love, fate, and will is played out amid the intellectual ferment that defined the era. Josef Breuer, one of the founding fathers of psychoanalysis, is at the height of his career. Friedrich Nietzsche, Europe's greatest philosopher, is on the brink of suicidal despair, unable to find a cure for the headaches and other ailments that plague him. When he agrees to treat Nietzsche with his experimental "talking cure," Breuer never expects that he too will find solace in their sessions. Only through facing his own inner demons can the gifted healer begin to help his patient. In When Nietzsche Wept, Irvin Yalom blends fact and fiction, atmosphere and suspense, to unfold an unforgettable story about the redemptive power of friendship.