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Buch der Erinnerung (1986)

von Péter Nádas

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583540,725 (3.72)8
Der grosse Roman verknüpft auf höchst kunstvolle und komplexe Weise 3 sehr private Lebensgeschichten,die - vordergründig herausgelöst aus ihrer Zeit - dennoch durch sie bestimmt waren, durch die Zeit des Stalinismus in Ungarn und Deutschland. SW: Stalinismus ; SW. Ungarn ; SW: Deutschland <östliche Länder> ; SW: Bestenliste… (mehr)
  1. 00
    Die Blechtrommel von Günter Grass (David_Cain)
    David_Cain: Another incredible novel of post-war Europe
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L'aggancio non è riuscito se non a tratti, un passo qui, un passo là (rischi che Nadas, divertendosi a mettere in difficoltà il lettore, era ben conscio di correre).

Credo non sia da imputare solo a Nadas, alle sue continue, puntigliose digressioni, ai rimandi messi alla rinfusa per dare quel minimo di coesione (appigli indispensabili in un mare di 760 pagine). Sicuramente non era il momento giusto per me, l'alchimia non si è creata e forse avevo aspettative troppo alte (gli anobiiani sanno come vanno queste cose).

Paragonare Nadas a Joyce, a Proust o a Musil si può fare, per carità. Ma a me, dopo aver portato a termine la lettura di questo Libro di memorie, sembra comunque eccessivo. Non basta mica imbastire paragrafi superiori alle 15 righe e infarcirli di elucubrazioni in bello stile! ( )
  downisthenewup | Aug 17, 2017 |
Incipit: "Il mio ultimo alloggio berlinese è stato presso i signori Kuhnert, in periferia, a Schoneweide, al primo piano di una villa ricoperta di vite americana. Le foglie della vite americana si erano ormai tinte di rosso, gli uccelli venivano a beccarne i frutti neri, era autunno. Non c'è da stupirsi se mi torna in mente, da allora sono trascorsi tre anni, tre autunni, e non andrò mai più a Berlino, non saprei da chi andare, non avrei motivo di andarci, anche per questo motivo scrivo che quello è stato il mio ultimo alloggio a Berlino, lo so.
Ho voluto io che fosse l'ultimo, e anche indipendentemente dalla mia volontà le cose si sono messe per questo verso, o è andata così, poco importa; e adesso, mentre cerco di farmi passare un fastidioso raffreddore autunnale - e perciò non ho la testa per nient'altro, ma anche con il naso pieno di muco il pensiero vaga su cose essenziali - mi consolo rievocando gli autunni berlinesi."

Questo è un libro che bisogna ri-leggere. La prima volta mi ha lasciato un po' sconcertato, con sensazioni contraddittorie. Da una parte, mi imbattevo in pagine stupende, brani che mi lasciavano senza fiato, frasi che dovevo leggere ad alta voce. Non so se è capitato a qualcuno: il testo è talmente bello e coinvolgente che si sente la necessità di rivolgersi a chi è vicino per dirgli: "Senti questa descrizione, questo periodo ..." e via con la lettura!
Dall'altra parte, la prima lettura mi ha lasciato alcune perplessità: periodi lunghissimi, con poca punteggiatura, stream of consciousness, mancanza di linearità nelle vicende, alcuni passi complessi mi hanno lasciato un po' stordito, per cui, alla fine, non capivo se era un libro meraviglioso o un libro meraviglioso, ma ... (il ma ... era tutto quello che non mi convinceva!).
Per questi motivi ho deciso di riaffrontarlo, anche perché sono un lettore che ama le sfide, i libri difficili, i "mattoni" di 500/600 pagine.
Ho ricominciato, ma questa volta mi sono armato di una matita. Nel corso della lettura, segnavo con dei + le pagine, sottolineavo le frasi più belle, cerchiavo le parole chiave, quelle emblematiche che danno il tono al racconto e alle descrizioni. Ho provato a raccordare le vicende ed i personaggi principali per non perdermi nelle loro storie.
Alla fine, quando ho riguardato i segni sulle pagine, ho visto che erano piene di +, spesso di ++ e anche di qualche +++. Insomma la meravigliosa capacità descrittiva e di narrazione ha stravinto alla seconda lettura, ridimensionando i "ma ...". Il libro è una vera matrioska, fatta di ricordi che si annidano l'uno nell'altro. In ricordo ne richiama un altro, la narrazione si spezza e percorre un sentiero diverso, poi emerge un altro ricordo che si insinua, dopo qualche pagina riaffiora il filo principale, che ancora si spezza. E' come un albero: per un po' seguiamo il tronco, ma poi siamo attratti da un ramo, poi da un altro più piccolo e così via. E' questa la complessità e la difficoltà di questo testo, ma da questo deriva anche il suo fascino, perché è proprio così che lavora la nostra mente, passando da un pensiero ad un altro, distraendosi per un dettaglio, perdendo spesso la strada principale per seguire lunghe e, a volte, labirintiche circonvoluzioni.
La storia - ma questa parola è approssimativa per un libro come questo - raccoglie, in realtà due principali filoni di memoria, riferiti ad epoche e personaggi diversi:
- memorie di Thomas, critico teatrale ungherese, nel suo soggiorno a Berlino (1)
- memorie di Thoenissen, scrittore tedesco di fine '800, ambientate prevalentemente in una località balneare nel nord della Germania (2)

All'interno delle memorie del primo protagonista (1), si intrecciano i ricordi della sua infanzia ungherese (1b)
Infine, nel penultimo capitolo sono presentate le memorie di Kriszian (3), amico di infanzia di Thomas, che rilegge, dal suo punto di vista il racconto dell'amico.

In sintesi i capitoli relativi a 1 sono:
- La bellezza della mia anomalia
- Arriva un telegramma
- Perdere e riprendere coscienza
- La stanza di Melchior nel sottotetto
- Descrizione di uno spettacolo teatrale
- Nel quale racconta a Thea la confessione di Melchior
- Fuga
In questi capitoli emergono altri personaggi rilevanti: Thea e Melchior, che con il protagonista compongono un triangolo amoroso e sessuale, denso di ambiguità. L'ambientazione è Berlinese, più esattamente a Berlino Est, con molti riferimenti al teatro (Thea è un'attrice). I passi "meravigliosi" sono: la descrizione dei coniugi Kuhner, la suggeritrice del teatro e suo marito (pp. 66-67), la perdita di coscienza in seguito alla caduta durante la passeggiata notturna sulla diga (p. 111), gli inganni della memoria (p. 218), il ritratto di Thea (p.222), la stanza di Melchior nel sottotetto (p.230), la visibilità dell'attrice famosa (p. 427), il contrasto tra esterno e interno negli edifici berlinesi (p. 453), la storia di Melchior con il maestro di violino (p. 594 e segg.)

I capitoli relativi a 2 sono:
- La nostra passeggiata in un pomeriggio di tanto tempo fa
- Dio ci tiene nel palmo di una mano
- Il seguito della nostra passeggiata nel pomeriggio
- Su un antico dipinto murale
- Table d'hote
- Le notti dei nostri piaceri segreti
In questi capitoli ci sono i ricordi delle passseggiate infantili con i genitori in una località tedesca sul mare del nord (Heiligendamm), la descrizione del padre e della madre ed i loro rapporti contrastati.
Tra i passi da segnalare: la descrizione dei genitori (pp. 40 e segg.). Troviamo qui anche il personaggio di Helene, la bella fidanzata dello scrittore, con la quale egli ha un rapporto ambiguo. Altri personaggi interessanti, il consigliere Frick, amico del padre e odiato dalla madre, e la signorina Wohlgast, l'amante del padre. Bellissimo il racconto dell'incontro con la signorina alla stazione della cittadina termale dove la famiglia di 2 trascorre le vacanza (pp 134 e segg.). Stupendo è poi tutto il capitolo Table d'hote che fa emergere ambigui rapporti sessuali e anche un delitto all'interno del lussuoso albergo termale. Questi capitoli che hanno per protagonista lo scrittore tedesco, con la descrizione della vita nella cittadina termale e nell'albergo, ricordano l'ambientazione della Montagna magica.

La parte che più mi ha affascinato e che metterei in testa a tutte è quella relativa all'infanzia e all'adolescenza di 1 a Budapest:
- Il sole splendeva languendo
- Pian piano è tornato il dolore
- Ragazze
- L'erba aveva ricoperto le tracce del fuoco
- L'anno dei funerali
In questa parte emerge il tema dell'adolescenza nei rapporti confusi e difficili nella famiglia e tra ragazzi e ragazze. C'è l'ambiguo rapporto del protagonista con il compagno Krisziàn, che ricorda l'innamoramento di Hans, il protagonista della Montagna magica, per il compagno di scuola Hippie. La vita famigliare difficile, per la malattia della madre, l'anormalità della sorella più piccola, il rapporto poco sereno tra il padre, funzionario comunista, e il resto della famiglia. Storie non chiare, nelle quali si nascondono tradimenti e segreti.
Nel capitolo Ragazze, il centro è l'adolescenza, con il primo innamoramento (Livia) da parte del protagonista, durante la cerimonia per i funerali di Stalin, le lotte ed i contrasti con gli altri ragazzi (Prem, Kalman), le prove di coraggio, la scoperta della sessualità (il corpo nudo del padre), i giochi amorosi. Le ragazze (qui mi vengono in mente le proustiane "fanciulle in fiore") sono Hedi (la più bella), Maja (la complice) e Livia (la più semplice). Interessante è anche il personaggio di Szidonia, la serva che gioca a provocare gli uomini (vedi l'episodio del bigliettaio, pp. 279 e segg.).
Gli intrecci sono complessi: Kalman, il figlio dei contadini, ama Maja, la quale gioca con lui e con il giovane protagonista, che sembra innamorato di Livia, ma è attratto anche da Kriszian. E' l'età dell'incertezza in cui tutti, a fatica, devono trovare la loro strada.
Molto coinvolgente è l'episodio dell'attacco alla tenda di Kriszian e Prem, da parte del protagonista e di Kalman. Qui il riferimento è a I ragazzi della via Paal: si tratta di una vera battaglia tra giovani che fanno le prime esperienze di vittoria e di sconfitta. L'esito tragico della famiglia del protagonista è raccontato nelle pagine finali del capitolo "l'erba aveva ricoperto le tracce del fuoco", dove oltre al padre, alla madre, al suo amante, risaltano le figure del nonno e della nonna.
I racconti sull'adolescenza si concludono con il capitolo "L'anno dei funerali", nel quale si ricordano le morti della madre e di Kalman (colpito da una pallottola nell'insurrezione del 1956) e l'addio di Hedi che lascia l'Ungheria.
E' la triste fine dell'adolescenza e i ricordi si intrecciano con i racconti che il protagonista fa a Melchior a Berlino. Interessante è il racconto dell'insurrezione di Budapest, con la descrizione della folla che si muove entusiasta nelle vie della città.

Infine nel capitolo "E' finita" è Kriszian che corregge il racconto e le memorie di 1. Tutto è rimesso in discussione ed è visto da una diversa prospettiva, dimostrando come la memoria sia sempre memoria soggettiva e incerta. Molto bella è l'ambientazione in un piccolo villaggio ungherese, dove Thomas, distrutto psicologicamente viene ospitato dall'amico nella vecchia casa delle zie, che lo adottano.

Mi rendo conto che è quasi impossibile schematizzare una trama (anche se un maggior sforzo redazionale sarebbe stato necessario da chi ha curato la pubblicazione, per facilitare la lettura). L'importante è leggerlo e rileggerlo, non ci sono scorciatoie per un libro come questo. ( )
1 abstimmen ren47 | Jan 3, 2014 |
Absolutely incredible novel. ( )
  David_Cain | Jul 15, 2012 |
good, a bit tedious at time
  pjpjx | Oct 25, 2010 |
I really didn't enjoy this it was difficult and lacked flow, it also seemed to lack direction ( )
  trinibaby9 | Nov 24, 2009 |
Had I not been reviewing it, there is no stage at which I would not have stopped reading A Book of Memories. I ached not to read it. I would have stopped happily after one page, after five pages, after a hundred and five, after seven hundred and five. My marginalia grew more and more virulently obscene, before finally drying up altogether as I lapsed into apathy. For four weeks I put myself through it; I’ve never felt such a sense of waste when finishing a book. And then, for another four weeks, I was unable to contemplate the idea of writing about it.

It’s hard to say what makes it so prodigiously unsatisfactory: length, long-windedness, evasiveness, over-structuring, mediocre expression, absence of humour, absence of voice, smugness and preachiness, the persistent withholding of such ordinary amenities as names and ages and settings and incidents, a dully and vauntingly cerebral book about bodies (how disgusted D.H. Lawrence would have been with it!), racking up more and more about less and less, semi-colons adrift in bloated and fussy prose. It is a book about sexual disloyalty or sexual distraction, written without heart and, barring two short scenes that are like a dentist’s dream of pornography (‘can swab and scrub the tight yet slippery cave of the vagina’), without sex, as portentousness and delay and sheer dropsy get in ahead of lubriciousness.
hinzugefügt von aileverte | bearbeitenLondon Review of Books, Michael Hofmann (bezahlte Seite) (Aug 21, 1997)
 
 

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AutorennameRolleArt des AutorsWerk?Status
Nádas, PéterHauptautoralle Ausgabenbestätigt
Goldstein, ImreÜbersetzerCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
Janssen, JacquesGestaltungCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
Kammer, HenryÜbersetzerCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
Sanders, IvanÜbersetzerCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
Urban, TamasFotografCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
Vermeer, JohannesUmschlagillustrationCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
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Wikipedia auf Englisch (1)

Der grosse Roman verknüpft auf höchst kunstvolle und komplexe Weise 3 sehr private Lebensgeschichten,die - vordergründig herausgelöst aus ihrer Zeit - dennoch durch sie bestimmt waren, durch die Zeit des Stalinismus in Ungarn und Deutschland. SW: Stalinismus ; SW. Ungarn ; SW: Deutschland ; SW: Bestenliste

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