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2: 1892-1898

von Theodor Fontane

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Il prussiano e Melusine (introduzione di Giuliano Baioni)

La narrativa di Fontane infatti e’ certo ironica, conversevole e satirica, ma ha dentro di sé un pessimismo a volte cupo e definitivo, che non sa nulla di imperativo categorico, tanto e’ indulgente, tollerante, permissivo e non sopporta in nessun caso chi e’ convinto di aver sempre ragione e ha sempre la certezza delle cose assolute: “Non c’è nulla che sia certo e sicuro nemmeno nelle cose degli ideali e della morale e men che meno nei cosiddetti dati di fatto. I registri battesimali sono notoriamente falsi”. (XXXIII-XXXIV)

Il mondo si stava sgretolando, l’io si stava decomponendo in una linea senza fine di impulsi e di impressioni, ma la Prussia imperiale era ancora la cosa in sé, la cosa assoluta, indiscutibile e indiscussa, che reggeva e garantiva tutti i valori. Tutto il resto era a confronto insignificanza, parvenza, inganno, illusione delle piccole esistenze quotidiane sulle quali era possibile parlare all’infinito, poiché qualunque cosa potesse succedervi, anche di grande e di terribile, la vita non avrebbe mai smesso, nemmeno per un momento, di muoversi e di agitarsi. (XXXV)

Molto prima di Thomas Mann, che non a caso lo volle suo maestro, Fontane ha intuito nelle sue donne sensuali, spesso malate, esauste, languorose e tutte affascinate dall’abbraccio dei fiocchi di neve e delle nuvole dei fiori la cultura del fin de siécle che sta per arrivare o è già arrivata. (XLV)

In questa convinzione che l’errore e la menzogna siano indispensabili per rendere l’esistenza in qualche modo sopportabile si sente naturalmente l’odore di Nietzsche che Fontane ha letto molto bene: “Tutto e’ privo di senso” scrive nella stessa lettera a Methe “ma bisogna accettarlo e far finta di esserne contenti”. (LXVI-LXVII)

(Fontane) … dichiara di non voler partecipare al gran ballo della letteratura di mercato: le sue storie, lontanissime dai bollettini di polizia, non hanno una trama e raccontano solo di piccoli eventi quotidiani. (XCII)

… l’idea che è il vero e proprio testamento spirituale del vecchio Fontane, sia messa in bocca proprio a Melusine, quando spiega il suo rifiuto di rompere il ghiaccio del lago con lo spavento che prova di fronte a tutto ciò che si nasconde. (XCIV)

MATHILDE MOEHRING (****)

Hugo teneva la mano di Thilde e disse: “Mi sta bene, Thilde, sono contento che tu parli così. Pensavo che non avessi il giusto senso della gioia, del dolce far niente, che resta sempre la cosa più bella”. (52-3)

FRAU JENNY TREIBEL (****)

Prendi e dai, dai e prendi,
e con i tuoi capelli gioca il vento.
Ah, solo questa, solo questa è vita,
quando un cuore incontra un cuore.

(pagina 158 e 308)

(Schmidt): E adesso dimmi (rivolto a Corinna) risponde a verità che ieri sera nel Grunewald, con tutta l’arroganza junkeriana di una Schmidt, hai derubato del suo valore più prezioso un pacifico e disarmato figlio di borghesi di nome Leopold Treibel che se ne andava per la sua strada?
(pagina 275)

Ossia, le prime avvisaglie di un trapasso che, almeno per Fontane, è lontano dal venire (probabilmente non credeva alle sue letture nietzschiane).

(Marcell): Ormai Corinna ha chiuso per sempre con la modernità e con la morbosa importanza data alle apparenze, e ha imparato invece ad apprezzare di nuovo quello stile di vita di cui si faceva gioco e nel quale è cresciuta.
(pagina 296)

Ossia: Marcell l’ottuso.

Lo spirito della letteratura rende liberi…
(pagina 299)

Fontane che anticipa i tempi…




GRETE MINDE (****)


ELLERNIKLIPP (*****)

“Ecco, ecco” disse Baltzer e tamburellò sui vetri. “Dunque è anche capace di disubbidire. Vedi, Grissel, mi piace. L’uomo deve ubbidire, è la prima cosa, altrimenti non vale nulla. Ma la seconda è che non deve ubbidire, o non vale nulla neppure in questo caso. Chi ubbidisce sempre è un servo pigro e non prova piacere né amore e non ha forza né coraggio. Ma chi possiede il vero piacere e il vero amore possiede anche una sua volontà. E chi possiede una volontà vuole cose diverse da quelle che vogliono gli altri.”
(pagina 279)

“Eterna e immutabile è la legge!”
(pagina 375)


SMARRIMENTI, DISORDINI (****)

Ogni uomo è spinto dalla sua natura verso determinate cose, talvolta molto, molto piccole, cose che pur essendo piccole equivalgono per lui alla vita o comunque alla parte migliore della vita. E per me questa parte migliore è data dalla semplicità, dalla verità, dalla naturalezza.
(pagina 923)

SENZA RITORNO (****)

Delle felicità di questo mondo,
certo, la più grande è la pace,
cosa resta dei piaceri della vita,
che non sia avvelenato?
La rosa che ci dà la primavera
appassisce nel gelo,
chi odia è da compiangere
e più ancora chi ama.

(pagina 1148)

“Nel tempo, nel tempo, caro Holk. L’angelo custode dell’uomo è il tempo.”
(pagina 1361)

EFFI BRIEST (****)

Ci si affaccia sulla soglia del caos…

Le varie fasi: l’educatore controlla con la paura (vedi fantasmi) che l’ordine venga mantenuto; ma, come al solito, la paura conduce alla fuga.
L’ordine dettato dalla paura si appiattisce: il triangolo amoroso diventa cerchio; oppure un anello composto da un cerchio con del vuoto al centro (vedi Clarisse di Musil).

L’aristocrazia dunque come metafora o come una condizione poetica che il dilagare dell’utilitarismo borghese con il suo culto del denaro stava avviando alla definitiva decadenza. Effi Briest è appunto la storia della decadenza di una aristocrazia condannata ad obbedire al codice ormai assurdamente formale dell’onore.
(pagine 1377-8)

“Perchè non si può fare altrimenti. Ci ho pensato e ripensato. Non siamo soltanto individui, facciamo parte di un tutto e gli dobbiamo dei riguardi, ne siamo totalmente dipendenti…
(pagina 557)

I POGGENPUHL (****)

Così vivevano le Poggenpuhl, dimostrando al mondo che se si hanno sani principi, e naturalmente anche la necessaria abilità, si può vivere contenti e quasi all'altezza del proprio rango con pochissimi mezzi, ...
(pagine 628-9)

Non vuoi renderti conto che il mondo che definisci con superficialità e presunzione e, semplicemente per fartene beffe, "cristiano-germanico", che quel mondo ha più valore di una mezza dozzina di Gerson... perché tanti diventeranno alla fine. Quel che conta è la vita interiore, non quella esteriore: le mele con una bella buccia di soito sono bacate."
"E le renette grigie sopravvivono all'inverno."

(pagina 704)

LO STECHLIN (****)

Osserva il gregge che pascola dinnanzi a te: non sa che cosa sia ieri, che
cosa sia oggi; salta intorno, mangia, riposa, digerisce, salta di nuovo, e così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato brevemente con il suo
piacere e con la sua pena al piuolo, per così dire, dell'attimo, e perciò né
triste né annoiato. Vedere tutto ciò è molto triste per l'uomo poiché egli si
vanta, di fronte all'animale, della sua umanità e tuttavia guarda con invidia la felicità di quello — giacché egli vuole soltanto vivere come l'animale
né tediato né addolorato, ma lo vuole invano, perché non lo vuole come
l'animale. L'uomo chiese una volta all'animale: Perché mi guardi soltanto,
senza parlarmi della tua felicità? L'animale voleva rispondere e dire: La
ragione di ciò è che dimentico subito quello che volevo dire — ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l'uomo se ne meravigliò.
Ma egli si meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre attaccato al passato: per quanto lontano egli corra e
per quanto velocemente, la catena lo accompagna. È un prodigio: l'attimo,
in un lampo, è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un
niente, ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola
via — e improvvisamente rivòla indietro, in grembo all'uomo.


Nietzsche, SULL'UTILITÀ E IL DANNO
DELLA STORIA PER LA VITA
Considerazioni inattuali, II
1874

Lo Stechlin è così il romanzo di questo tramonto e non per nulla è, nei capitoli finali, narrazione di straziante sommesso lirismo. Fontane è preoccupato solo di non strafare, di non vanificare il minimalismo della vita quotidiana, l'unica dimensione che, come il lago e la sua leggenda, rifletta veramente i grandi sommovimenti della storia.
(1395)

"Dobbiamo, certo. Il dovere, è questa la cosa principale. Quando si sa cosa si deve fare, il resto è facile. Ma dove manca il dovere manca anche la volontà..."
(900)

(Melusine) Rispetto l'esistente. Ma a dire il vero rispetto anche ciò che diviene perché proprio questo divenire prima o poi sarà un dato della realtà. Dobbiamo amare tutto ciò che è vecchio finché lo merita, ma in fondo dobbiamo vivere per il nuovo. E soprattutto, come ci insegna lo Stechlin, non dobbiamo mai dimenticare il grande legame che unisce le cose.
(1027)

LA MIA INFANZIA (****)

Che ne sarebbe stato del mondo se in ogni tempo non ci fossero stati uomini valorosi, magnifici, i quali, per parlare con Schiller, "tendono la mano verso il cielo e dalle stelle riportano sulla terra i loro eterni diritti"?
(1277-8)

( )
  NewLibrary78 | Jul 22, 2023 |
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