Nueva traducción de la primera novela de Dino Buzzati. Se trata de una fábula moral que contiene ya la esencia de toda la novelística de su autor, y que, al igual que El secreto del Bosque Viejo, atraerá a lectores de todas las edades. La geografía, descrita con precisión, es a la vez espacio de ficción y mito, del cual emana una prosa evocadora del mundo poético fantástico que alberga el bosque. Bàrnabo de las Montañas ha sido emparentada con la novelística de Faulkner, Gracq, Gérard de Nerval, o Juan Benet.

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Una vicenda che non ha molto di fantastico (forse solo il personaggio del corvo), ma che è ricca di atmosfere "particolari". Le montagne della Valle delle Grave dopotutto esistono davvero, eppure qui sembrano quasi un luogo fuori dal nostro mondo.
Il tema dell'ineluttabilità dello scorrere del tempo che percorre lo scritto mi ha messo addosso un po' di malinconia.

Comunque bello, in certi punti l'autore forse tira un po' troppo via, ma non sono un fanatico dello "show don't tell" e mi adeguo. ( )

Le montagne sono nascoste ma si sentono vicine; sono immobili e solitarie, sprofondate nelle nubi.

Non sembra un prodotto giovanile (è uscito quando Buzzati aveva 26 anni) questo racconto pervaso da una sottile malinconia.
Il titolo riprende il nome di uno dei guardiaboschi - quello su cui la narrazione si concentrerà maggiormente - ma le vere protagoniste del racconto sono le montagne.
I paesaggi che mutano dal giorno alla notte e le cime, così imponenti e spaventose sono il vero centro attorno a cui le vite dei guardiaboschi, e in particolare quella di Bàrnabo, ruotano.
E' un libro in cui il tempo, implacabile, scorre portandosi via i ricordi, lasciando ognuno nella propria solitudine. ( )

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