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Lädt ... Allegro ma non troppo (Original 1973; 1996. Auflage)von Carlo M. Cipolla (Autor), María Pons (Übersetzer)
Werk-InformationenAllegro ma non troppo von Carlo M. Cipolla (1973)
Italian Literature (515) Lädt ...
Melde dich bei LibraryThing an um herauszufinden, ob du dieses Buch mögen würdest. Keine aktuelle Diskussion zu diesem Buch. "Allegro ma non troppo" contiene dos ensayos en tono satírico, herederos de la "Modesta proposición" de Defoe o del famoso "Asesinato considerado como una de las bellas artes" de Thomas De Quincey. El primero de los ensayos insertos en este librillo, "El papel de las especias (y de la pimienta en particular) en el desarrollo económico de la Edad Media", es una parodia de los ensayos "científicos" que salen hoy de muchas universidades, desbarres sobre el papel de los que después no se saca ninguna conclusión sustanciosa para el avance de ninguna disciplina pero que quedan bien para continuar alimentando los chiringuitos que ciertos políticos y demás mandatarios insertan en las instituciones educativas con el objetivo de llenar el expediente de "ayudas a la educación" mientras subvencionan amiguetes que les capten adeptos entre el alumnado y demás mundillo académico (y todos nos damos cuenta de a qué se refiere esto: no vamos a entrar en materia). El segundo, "Las leyes fundamentales de la estupidez humana", es un desopilante ensayo sobre lo que ya dice el título, y quizás sea la obra de este autor que más ha trascendido al mundo por las verdades manifiestas que expone. Hay en él frases inolvidables que todos hemos oído alguna vez, como "es más peligroso un estúpido que un malvado" o "los no estúpidos subestiman el número de estúpidos que hay en el mundo". Toda una joya que cualquiera con uso de razón debería leer. Las leyes fundamentales de la estupidez humana Este es uno de los libros más inteligentes y divertidos que se hayan escrito nunca. En la primera parte del libro, Cipolla razona sobre los estudios de historia económica para llegar a las más estrafalarias relaciones de causa a efecto. En la segunda parte, se usa un modelo matemático parecido a los de la sociología para enunciar esas leyes, que demuestran cuán abundante es el número de estúpidos que nos rodean y cuán grande su poder. keine Rezensionen | Rezension hinzufügen
Beinhaltet
Un "divertissement", un guizzo anarchico dell'intelligenza. © cos©Ơ che si possono definire queste pagine nelle quali Cipolla abbandona gli austeri panni dello studioso e, giocando sul filo del paradosso e dell'assurdo, costruisce due brevi saggi: il primo, una ilare parodia della storia economica e sociale del Medioevo; il secondo, una sorta di scherzosa teoria generale della stupidit© umana Keine Bibliotheksbeschreibungen gefunden. |
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Google Books — Lädt ... GenresMelvil Decimal System (DDC)857.914Literature Italian Italian wit and humor 20th Century Early 20th century 1901– 1945-1999Klassifikation der Library of Congress [LCC] (USA)BewertungDurchschnitt:
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«Opera o, più propriamente, “divertissement” dello storico italiano Carlo Maria Cipolla (1922-2000), pubblicata nel 1988 a Bologna. L’edizione italiana raccoglie in realtà due saggi scritti originariamente in inglese nel 1973 e nel 1976 e usciti, come spiega l’Autore, “in edizione ristretta riservata per soli amici”. La loro circolazione quasi clandestina e il favore raccolto negli ambienti storiografici convinsero Cipolla a darli alle stampe anche per un pubblico non necessariamente specializzato. Si tratta, effettivamente, di una curiosa ed intelligente dimostrazione di come, con humor, si possano costruire (e spesso irridere) modelli teorici semplicisticamente basati sul nesso causa-effetto.
Nel caso del primo saggio, Cipolla ammicca con ironia tagliente alle conclusioni meccaniche ed esasperate di certa storiografia socio-economica: concatenando la crescente richiesta di pepe manifestatasi nell’Occidente medievale (“il pepe, si sa, è un potente afrodisiaco”), gli espedienti escogitati dagli europei per procurarselo (non ultime le Crociate), la benefica influenza che la spezia ebbe sulla crescita demografica, il conseguente incremento della domanda e della produzione di altre merci (ferro, lana e vino, appunto), l’Autore riesce a dimostrare con tanto di teorema matematico che “fu allora che il capitalismo medievale raggiunse il suo apice. Il pepe, il vino e la lana erano i principali ingredienti della prosperità generale, il pepe mantenendo naturalmente il ruolo di quello che Marx chiamava il motore della storia”.
Addirittura cartesiana è la dissertazione sulla stupidità umana: cinque le leggi fondamentali da tener presenti (la prima: “Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione”) per tentare di neutralizzare la vera e propria piaga sociale costituita dalla cospicua e indiscriminata massa di stupidi. La prerogativa essenziale dello stupido, palesa Cipolla con l’ausilio di assi e coordinate cartesiani, è di nuocere agli altri senza arrecare vantaggio a sé; il tutto con inevitabili conseguenze sulla vita politica (lo stupido vota e si annida anche tra i politici).
Se per il lettore gli esiti di questi due esercizi di stile di Cipolla (specie del secondo) sono esilaranti, non va taciuto che tra le righe si colgono i leitmotiv della sua intera opera, spesso in bilico tra levità, paradossi e severità d’indagine. Si pensi, per esempio, ai lavori di storia economica o a quelli sulle condizioni di vita dei ceti medio-bassi tra Medioevo ed età moderna (Salute pubblica e professione medica nel Rinascimento, Public Health and the Medical Profession in the Reinassance, 1976; Cristofano e la peste, 1976; Chi ruppe i rastelli a Monte Lupo?, 1977; I pidocchi e il Granduca, 1979).
Per definire la complessità della figura di Cipolla storico e intellettuale appare dunque del tutto appropriata l’affettuosa definizione coniata in suo ricordo dall’amico e collega di Berkeley David S. Landes: “Renaissance Man, Global Historian”.» ( )