I doubt that all the previous readers who gave this 3, 4 or 5 stars want to know what I think about it, or anyone else for that matter. ( )

Yes, So Long, and Thanks for All the Fish has a loose plot (mostly focusing on Arthur Dent and his girlfriend Fenchurch) and it is quite different from the farcical satire that comprised the first three books. At its heart this a romantic comedy, focused on Arthur discovering a new Earth (you see the dolphins, having escaped the destruction of the Earth by the Vogons, have gratefully provided humanity with a new planet) and a new girlfriend, Fenchurch. This fourth book suffers from a slow start, and a lack of Adams typically overt zaniness (although the dolphins are clearly the highlight).

There's less science fiction silliness here, which is what I typically come to Adams for. The plot is certainly more straightforward than the previous last three entries.

The different tone also reflects the rushed nature of the writing; Adams' editor Sonny Mehta moved in with the author to ensure that the book met its (extended) deadline. As a result, Adams later stated that he was not entirely happy with the book, which includes several jarring authorial intrusions, which fellow author and Adams' biographer Neil Gaiman described as "patronising and unfair". ( )

It might be I just wasn't in the right mood but I didn't enjoy this one as much as I had hoped I would. I might have to go back and read it in the future when I am less Marvin and more Ford. I am giving it a 4 but it was probably more a 3.5. ( )

I actually liked this book more than I remember from the first time I read it. ( )

Eccomi arrivata al quarto capitolo della Guida galattica per autostoppisti: l’anno scorso avevo iniziato con i primi tre libri, quest’anno l’ho iniziato con gli ultimi due (Praticamente innocuo sta già aspettando la recensione).

E niente, gente, sono qui a rallegrarmi una volta di più per aver deciso di leggere questi romanzi. Questa volta ritorniamo a casa, sulla Terra, ma le avventure che capitano ad Arthur Dent non sono meno strampalate. Peccato per la quasi o totale assenza degli altri personaggi – anche se la presenza di Fenchurch non è da meno.

Poi c’è una spiegazione del nostro attuale stato d’animo nei confronti della politica nei vari stati democratici che dovrebbero consegnare al compimento della maggiore età, insieme alla tessera elettorale (e non guasterebbe che venisse attaccata in ogni cabina elettorale e ricordata negli spot volti a spiegare come, quando e perché ci si reca alle urne).

«Niente di così semplice. Niente di così banale. Sul loro mondo, gli abitanti sono esseri umani come noi. I leader invece sono lucertole. Il popolo odia le lucertole e le lucertole governano il popolo».
«Strano» disse Arthur. «Mi pareva che avessi detto che la loro è una democrazia».
«L’ho detto» disse Ford «perché in effetti è così».
«Allora» disse Arthur, augurandosi di non sembrare troppo idiota «perché il popolo non si libera delle lucertole?»
«Non gli passa neanche per l’anticamera del cervello» disse Ford. «Tutti quanti hanno il diritto di voto, quindi pensano che il governo che hanno eletto sia grosso modo il governo che volevano».
«Intendi dire che di fatto votano per le lucertole?»
«Sì, certo» disse Ford, scrollando le spalle.
«Ma…» disse Arthur, preparandosi di nuovo a fare una domanda importante «perché?»
«Perché se non votassero per una lucertola» disse Ford «potrebbe essere eletta la lucertola sbagliata».

Infine c’è l’Ultimo Messaggio di Dio al Creato, che è tutto un programma e vale veramente l’attesa dal libro precedente, dove Prak ci aveva detto dov’era, per poi morire stizzito perché nessuno aveva capito una mazza... ( )