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Rocco und Antonia: Schweine mit Flügeln. Sex Politik: Ein Tagebuch

von Marco Lombardo Radice, Lidia Ravera (Autor)

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Trevor Ponech has written a serious and pathbreaking study of how to define non-fiction cinema. Working from the position that no cinematic representation is wholly factual, Ponech argues that what determines whether a film is fiction or non-fiction is the filmmakers intention. Persuasively defending this unique position, the author provides a philosophically rigorous analysis of the communicative practices of filmmakers. In What Is Non-Fiction Cinema? Trevor Ponech has written a serious and pathbreaking study of how to define non-fiction cinema. Working from the position that no cinematic representation is wholly factual, Ponech argues that what determines whether a film is fiction or non-fiction is the filmmakers intention. Persuasively defending this unique position, the author provides a philosophically rigorous analysis of the communicative practices of filmmakers. In making his case, Ponech cogently presents the other major theoretical positions regarding documentary cinema and shows why each is incomplete. The result is a cutting-edge philosophical inquiry into purposiveness in film.… (mehr)
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Su “Porci con le ali” ci si potrebbe scrivere un libro, tanto è il clamore e l’impatto che questo romanzo suscitò nell’estate del 1976 quando l’editore Savelli lo pubblicò all’interno della collana “Il pane e le rose”, a 2.200 delle vecchie lirette italiane e tirato, non potendo certo prevedere cosa sarebbe accaduto dopo, in sole seimila copie. In verità, a guardarsi intorno e a rovistare tra le bibliografie librarie, forse il materiale, l’analisi sociologica e la critica letteraria che hanno riguardato “Porci con le ali” supera abbondantemente la foliazione di un saggio ed il motivo è presto detto: questo diario sessuale con una forte connotazione politica che vira in direzione della sinistra militante letteralmente esplose, esaltato da una certa critica d’avanguardia, osteggiato dalla stampa perbenista e bigotta dell’Italia di fine anni Settanta, mal visto da una certa sinistra più estremizzata, ma soprattutto adottato da una generazione in fermento e che respirava ancora l’aria del “Sessantotto”.Nella mia biblioteca conservo, e lo dico con una certa soddisfazione, proprio l’edizione di Savelli, quella in cui gli autori in quanto tali s’erano anagraficamente defilati, preferendo il nomi dei protagonisti, Rocco e Antonia, ai loro. Autori che solo dopo si scoprirono essere Lidia Ravera, giornalista di estrema sinistra molto vicina ai gruppi politici extraparlamentari, e Marco Lombardo Radice, psichiatra che lavorava proprio con gli adolescenti, scomparso a fine anni Ottanta (ma spunta anche Giaime Pintor).La conservo e, di tanto in tanto la sfoglio nuovamente, perché, come ebbe a scrivere L’Espresso nel 1976, “descriveva l’apprendistato sessuale politico affettivo di una coppia di adolescenti” e per me, che di anni ne avevo sedici, quello era un libro proibito! Sicuramente vietato, ma assolutamente da leggere. Ancor più dopo che il procuratore Giovanni De Matteo ne ordinò il sequestro dando vita ad una sorta di mercato nero letterario, un contrabbando fluttuante che, stante il clamore ed il successo ottenuto, alternava alle ristampe di Savelli sfuggite all’inquisizione, quelle pirata. Ne nacque non solo un caso politico letterario, ma un vero paradosso editoriale: campione di vendite e scandalo editoriale al contempo; manifesto di rivoluzione sessuale delle nuove generazioni e pornografia per la società benpensante dell’epoca travolta dall’Italia degli “anni di piombo”.

Parlare di questo libro, che ha comunque venduto milioni di copie e che continua tuttora ad essere ristampato, significa andare ben oltre la descrizione di uno stile letterario, che certamente non puntava ad una narrativa d’autore. Vuole dire anche guardare più avanti della fisionomia della scrittura che presenta una trama in sé piuttosto semplice. Significa invece prendere coscienza del fatto che ciò che si legge rappresenta un punto di rottura tra un’epoca ed un’altra, tra una generazione ed un’altra. Tra un linguaggio ed un nuovo modo di esprimersi. Pensate ad un genitore del ‘76, che aprendo “Porci con la ali”, si ritrovava innanzi agli occhi la filastrocca recitata da Antonia per dare sfogo ai suoi impulsi ormonali: “Cazzo. Cazzo cazzo cazzo. Figa. Fregna ciorgna. Figapelosa, bella calda, tutta puzzarella. Figa di puttanella”.

Nella storia di Rocco e Antonia, studenti del Liceo Mamiani di Roma e figli della piccola borghesia romana, si fa strada la ricerca della propria identità sessuale con una esplicitazione senza precedenti sino ad allora di temi da sempre considerati tabù: la masturbazione, le pulsioni erotiche, l’iniziazione al sesso. C’è uno sdoganamento assoluto di concetti quali la liberazione sessuale e persino l’omosessualità, scandita dalle esperienze adolescenziali di Rocco con l’amico Marcello, a fare da contraltare alla sperimentazione etero con Antonia, che nella sua relazione però non cerca solo la pulsione orgasmica del sesso, ma vorrebbe ritrovare un’intesa intellettuale, affettiva, emotiva. A far da sfondo alle vicende dei due protagonisti, ma sarebbe più corretto dire a pesare sulle loro scelte e sulle esperienze che ne derivano, numerosi fattori: gli “anni di piombo” con la loro violenza politica, non solo dialettica, ma assolutamente fisica con l’avvento del terrorismo brigatista e della strategia della tensione; l’eco profondo della rivoluzione culturale sessantottina che nella scuola riverbera gli ideali di giustizia sociale e la voglia di cambiare il mondo, ma che poi fa i conti con le manifestazioni di piazza, gli scontri con la polizia, la morte dei “compagni” ad opera della “violenza di Stato”; il contrasto generazionale che ho già citato e che mette a confronto figli e genitori e ne marca le distanze. Su quest’ultimo punto, ad esempio, emergono la contrapposizione nella dialettica politica, talvolta energica, tra Antonio, schierato con la sinistra extraparlamentare e il padre, comunista convinto, accusato dal primo di accettare in e per nome del suo partito il “compromesso storico” tra PCI e Democrazia Cristiana proposto da Enrico Berlinguer. A tale proposito, come nota a margine, mi piace ricordare che “Porci con le ali”, così come era tacciato di offrire scandalo dalla società moralista dell’epoca, era avversato anche da una certa stampa di sinistra che vi pose sopra una pietra tombale ritenendolo privo di livello letterario, non coerente con la visione sessuale e politica dell’estrema sinistra, ma soprattutto reo di far rappresentare valori di quella precisa classe politica a due studenti affiliati alla piccola borghesia italiana. Nella contrapposizione genitoriale, al tempo stesso è Antonia, che nella sua ossessione di perdere la verginità, ricerca un modo per prendere le distanze dal modello materno della donna cattolica, benpensante e un po' bigotta, adottando invece quel pensiero rivoluzionario che aveva caratterizzato e sosteneva gli emergenti movimenti femministi.

A rendere meno alcolico questo distillato di emozioni, pulsioni e ideologie c’è comunque l’amore. Improbabile e maldestro per certi versi, sperimentale ed equivoco per altri, ma pur sempre possibile. Quell'amore, in fondo, che si insinua nella vita e nell’adolescenza di due giovani come tantissimi altri. Aiuta molto la scrittura della Ravera che aumenta d’intensità strada facendo ed è capace di contagiare chi legge, grazie ad uno stile diretto che ben si sposa con il linguaggio dei protagonisti e che racconta, anzi che ci fa raccontare da Rocco e Antonia, anche nelle scene di sesso più esplicite, ciò che loro accade, pur senza alzare i toni e senza mai precipitare nella pornografia voyerista, a dispetto di ciò che alla sua pubblicazione Panorama soleva sostenere.

I tempi sono cambiati! Ciò che negli anni Ottanta sembrava un'offesa al pudore oggi è gergalità rapper. “Porci con le ali” tuttavia ci offre, a quasi mezzo secolo di distanza dalla sua pubblicazione, una straordinaria fotografia di un’epoca. Il ricordo di un cambiamento radicale per chi lo ha vissuto, uno sguardo nel passato per quelle nuove generazioni, talvolta inconsapevoli di come si è costruito il loro presente. Per me resta e sarà sempre uno dei libri proibiti dei miei sedici anni. ( )
  Sagitta61 | Jul 26, 2023 |
Il romanzo è narrato in prima persona dai due protagonisti, i liceali Rocco e Antonia, raccontando il loro anno scolastico presso il liceo romano Terenzio Mamiani[1], tra impegno politico e momento personale, grandi speranze e grandi frustrazioni, primo tra tutti il loro grande amore destinato a esaurirsi presto.

Rocco è gioviale e alterna vitalità a frustrazioni e sensi di colpa per il suo ruolo maschile, allora ideologicamente additato come prevaricatore e violento. Antonia è cerebrale fino al solipsismo e anela a una maturità precoce. Pervasa non meno dell'altro da fantasie sessuali, cerca una "legittimazione" con la propria integrità ed ortodossia ideologica. I due pensano molto ma si parlano poco.

Uno slancio di passione del Rocco incrina il loro rapporto. Un party tra studenti in casa di un professore si trasforma in una piccola orgia. Rocco assiste alla "vendetta" di lei tra le braccia del docente - di certo non il primo adulto che incontra - senza neppure potersi indignare in quanto la gelosia è considerata un tabù, un arcaismo borghese.

Rocco ripiega su un suo amico. Antonia, a sua volta sentendosi colpevole, ha un incontro saffico con la sua amica Lisa, assai poco appagante. Rocco si incontra a sua volta con Lisa ma pensando ancora alla sua ex ragazza, non riesce a iniziare il rapporto. I due si scrivono promettendosi di rivedersi.
  kikka62 | Jan 30, 2020 |
This book shows how we all pretended to be left-wing intellectuals just to be able to love Angela. A masterpiece. ( )
  Peppuzzo | May 25, 2013 |
Letto (e riletto) quando avevo 12/13. Allora mi sembrò un capolavoro.
Mi è ricapitato tra le mani qualche mese fa, l'ho rileggiucchiato un po' e sono arrivata alla conclusione che quel libro mi piaceva solo per le scene di sesso, masturbazione & Co che, da ragazzina ingenua che ero ancora a quei tempi, trovavo piuttosto "stimolanti". Mi accontentavo di poco allora XD
Tre stelline, ma solo per affetto, perchè in fondo è stata la mia prima lettura pseudoerotica. ( )
1 abstimmen tatta | Jul 26, 2011 |
In questo libro, emblema della generazione del Sessantotto, due ragazzi della Sinistra studentesca scoprono la vita, il suo sapore, e raccontano in presa diretta le loro emozioni. L'iniziazione al sesso, al piacere, la ricerca dell'amore, il dolore, la solitudine, la fantasia: tutto si intreccia nelle loro riflessioni, tessute con la naturalezza e la forza della sincerità. Sullo sfondo di una stagione disordinata e vivace questi ragazzi finiscono per assomigliare davvero a bizzarre creature dotate di invisibili ali col difficile compito di librarli in aria. Ma è la loro fame di vita, la loro autentica passione a riscattarli immancabilmente.
  edascenzi | Apr 28, 2010 |
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AutorennameRolleArt des AutorsWerk?Status
Lombardo Radice, MarcoAutorHauptautoralle Ausgabenbestätigt
Ravera, LidiaAutorHauptautoralle Ausgabenbestätigt
Baur, Wolfgang SebastianÜbersetzerCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
Pintor, GiaimeMitwirkenderCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
Usai, AnnalisaMitwirkenderCo-Autoreinige Ausgabenbestätigt
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Zugehörige Filme
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Trevor Ponech has written a serious and pathbreaking study of how to define non-fiction cinema. Working from the position that no cinematic representation is wholly factual, Ponech argues that what determines whether a film is fiction or non-fiction is the filmmakers intention. Persuasively defending this unique position, the author provides a philosophically rigorous analysis of the communicative practices of filmmakers. In What Is Non-Fiction Cinema? Trevor Ponech has written a serious and pathbreaking study of how to define non-fiction cinema. Working from the position that no cinematic representation is wholly factual, Ponech argues that what determines whether a film is fiction or non-fiction is the filmmakers intention. Persuasively defending this unique position, the author provides a philosophically rigorous analysis of the communicative practices of filmmakers. In making his case, Ponech cogently presents the other major theoretical positions regarding documentary cinema and shows why each is incomplete. The result is a cutting-edge philosophical inquiry into purposiveness in film.

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