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Die Informationen sind von der italienischen Wissenswertes-Seite. Ändern, um den Eintrag der eigenen Sprache anzupassen. Ricordo di aver fumato molto, celato in tutti i luoghi possibili. Perché seguito da un forte disgusto fisico, ricordo un soggiorno prolungato per una mezz'ora in una cantina oscura insieme a due altri fanciulli di cui non ritrovo nella memoria altro che la puerilità del vestito: Due paia di calzoncini che stanno in piedi perché dentro c'è stato un corpo che il tempo eliminò. Adesso che son qui, ad analizzarmi, sono colto da un dubbio: che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l'uomo ideale e forte che m'aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. Penso che la sigaretta abbia un gusto più intenso quand'è l'ultima. Anche le altre hanno un loro gusto speciale, ma meno intenso. L'ultima acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su sé stesso e la speranza di un prossimo futuro di forza e di salute. Le altre hanno la loro importanza perché accendendole si protesta la propria libertà e il futuro di forza e di salute permane, ma va un po' più lontano. Il sorriso di Ada mi ricacciò nei più comuni rapporti mondani. Ada fece la presentazione. E sorrisi anch'io! Il sorriso di Ada ricordava un poco l'increspatura di un'acqua limpida sfiorata da una lieve brezza. Anche il mio ricordava un simile movimento, ma prodotto da un sasso che fosse stato gettato nell'acqua. Poi, invece, seppi ch'essa neppur sapeva come fosse fatta la salute. La salute non analizza se stessa e neppur si guarda nello specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi. Nulla di tutto questo trovai poi in lei ed una volta di più appresi che la bellezza femminile simula dei sentimenti coi quali nulla ha a vedere. Così la tela su cui è dipinta una battaglia non ha alcun sentimento eroico. So che per iniziativa di Augusta, a quel tavolo, poco dopo si disse un mondo di bene di me citandomi quale un modello di marito. Mi fu perdonato tutto e persino mio suocero si fece più gentile. … Dal canto mio non mi offesi. Come mitiga il proprio animo il sentimento di aver dei grossi torti da riparare! Accettavo con grato animo tutte le insolenze a patto che fossero accompagnate da quell'affetto che non meritavo. E nella mia mente, confusa dalla stanchezza e dal vino, sereno del tutto, accarezzai la mia immagine di buon marito che non diviene meno buono per essere adultero. Bisognava essere buoni, buoni, buoni, e il resto non importava. Il vino è un grande pericolo specie perché non porta a galla la verità. Tutt'altro che la verità anzi: rivela dell'individuo specialmente la storia passata e dimenticata e non la sua attuale volontà; getta capricciosamente alla luce anche tutte le ideuccie con le quali in epoca più o meno recente ci si baloccò e che si è dimenticate; trascura le cancellature e legge tutto quello ch'è ancora percettibile nel nostro cuore. E si sa che non v'è modo di cancellarvi niente tanto radicalmente, come si fa di un giro errato su di una cambiale. Tutta la nostra storia vi è sempre leggibile e il vino la grida, trascurando quello che poi la vita vi aggiunse. … mi pareva più facile di progredire insegnando a Guido, che facendomi insegnare dall'Olivi. Tanti a questo mondo apprendono soltanto ascoltando se stessi o almeno non sanno apprendere ascoltando gli altri. A Guido si sarebbe adattata una parola che hanno i Greci: «astuto imbecille». Veramente astuto, ma anche veramente uno scimunito. Era pieno di accortezze che non servivano ad altro che ad ungere il piano inclinato sul quale scivolava sempre più in giù. Naturalmente io non sono un ingenuo e scuso il dottore di vedere nella vita stessa una manifestazione di malattia. La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure. Sarebbe come voler turare i buchi che abbiamo nel corpo credendoli delle ferite. Morremmo strangolati non appena curati. L'Olivi mi guardò esitante. Poi parlò anche, lentamente come faceva sempre quando trattava degli affari, col rispetto sciocco ch'egli ad essi portava come se potessero avere altra importanza che quella che derivava loro dal denaro che si voleva trarne, come se potessero essere scienza, arte, invenzione. Ma che case, mio Dio! C'era dentro tutta la compassione di un poeta per delle povere case derelitte, un pianto contenuto. Quasi tutte le mura erano perpendicolari ma le case mancavano di finestre e dove le avevano erano decisamente nere e informi proprio per denotare che quelle povere finestre mancavano di persiane e anche di lastre. Invece che riverberare la luce di fuori, ne usciva la tetra oscurità dell'interno. … Antonia, quand'era in compagnia di Clara, piangeva molto meno. Capisco: Si propongono di spargere quella data quantità di lacrime e in due la raggiungono più presto. Però benché non lo facessi vedere il suo intervento mi seccava e turbava perché io amo il solitario perché è solitario. Poi mi rassegnavo: Già è noto che chi è fuori del giuoco lo intende meglio del giuocatore ch'è distratto dallo stesso sforzo cui si costringe. Quando la nostra memoria ha saputo levare dagli avvenimenti tutto quello che in essi poteva produrre sorpresa, spavento e disordine si può dire che essi si sono trasferiti nel passato. Chi può togliermi il diritto di parlare, gridare e protestare? Tanto più che la protesta è la via più breve alla rassegnazione. | |
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