Magnus, all’anagrafe Roberto Raviola, insieme a Luciano Secchi, in arte Max Bunker, ha consegnato al fumetto popolare italiano pezzi da novanta come Alan Ford e Kriminal. Ma all’apice del loro successo la coppia si è separata e ciascuno ha preso la propria strada. Magnus ha abbandonato la semplicità del tratto di Alan Ford anche se ha mantenuto l’impronta artistica; ma, soprattutto, ha fatto del particolare il punto di forza della sua nuova produzione. Abbandonati i tempi stretti di un fumetto a produzione seriale ha puntato sulla qualità dei suoi lavori. In questo albo vengono proposte alcune storie dello sconosciuto, uno dei suoi personaggi di punta, e l’ottima Vendetta Macumba. Purtroppo il formato dell’edizione rende di difficile lettura le storie dello sconosciuto che oltre ad aver bisogno del tempo di cui l’autore ha avuto bisogno per crearle richiedono carta, pagine belle grandi. Vendetta Macumba, invece, riesce più leggibile, in quanto la storia si compone di tre, massimo quattro vignette per pagina. Comunque, avrei cercato di trovare un po' di spazio anche per qualche altra storia di Magnus, non dico le 110 pillole, forse troppo lunga, ma proporre praticamente solo lo sconosciuto non rende a mio avviso sufficiente merito alla grande arte di Magnus.

Recensione del 12 settembre 2009
Le date non si trovano. L’equilibrio cui puntavo non c’è più. E non può esserci più. Ordine e disordine; vita e morte. Ci rivediamo lassù. Passiamo a Magnus. Lo conosco bene per Alan Ford, Satanik; per le 110 pillole, per gli straordinari lavori di letteratura erotica rivista da un grande artista. Ma non conoscevo i lavori pubblicati su questo numero. “Unknow”, lo sconosciuto e “vendetta Macumba”. Il primo è un lavoro complesso, privo di conoscenza del mondo, della cultura, della storia e della geografia. E’ evidente che la storia diventa, a tratti, pesante, in quanto ne risente anche il disegno, il tratto che diventa parte integrante del racconto. “Vendetta Macumba”, invece, è una storia secca, ambientata in Brasile di semplice lettura e dove il grande Raviola utilizza la matita con grande agilità. Questo albo l’ho riletto per errore. L’ho detto, manca l’equilibrio. E la seconda volta è stato meglio. Come ho detto manca l’equilibrio. ( )