C'erano punti che lasciavano tracce filanti, bave di luce liquida; punti che si aggregavano in concentrazioni intense, fino a disegnare i contorni di un frammento di città e poi scomporli di nuovo, per separarsi e allontanarsi e perdersi sempre più nel buio. Li guardavo solcare gli spazi del tutto neri che colmavano inerti il vuoto, in attesa di assorbire qualche riflesso nella notte umida.
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Piacevole esperimento americano del 1981 di De Carlo. La struttura procede per episodi e ambienti separati, definendo piccoli quadri non privi di ironia. La sensazione di fondo resta tuttavia poco compiuta e, in definitiva, l'ambizione di parlare dell'indeterminatezza dei 25 anni e insieme restituire uno sguardo esterno antropologicamente sensato sull'America di quegli anni non si trasforma in risultati del tutto apprezzabili. ( )

CX15

Libro pigro e svogliato e con un ego smisurato come il suo protagonista. ( )

Assolutamente noioso e inconcludente. Non riesce più a convincermi, ma questo forse dipende da me non dall'autore. Racconta della vita trascorsa a Los Angeles, fagocitata dalla finzione del mondo del cinema, ne evidenzia la superficialità e l'inconsistenza. ( )