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Lädt ... Matteo Ricci: A Jesuit in the Ming Courtvon Michela Fontana
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Matteo Ricci (1552-1610), the first of the early Jesuit missionaries of the China mission, is widely considered the most outstanding cultural mediator of all time between China and the West. This engrossing and fluid book offers a thorough, knowledgeable biography of this fascinating and influential man, telling a deeply human and captivating story that still resonates today. Michela Fontana traces Ricci's travels in China in detail, providing a rich portrait of Ming China and the growing importance of cultural exchanges between China and the West. She shows how Ricci incorporated his ideas of "cultural accommodation" into both his life and his writings aimed at the Chinese elite. Her biography is the first to highlight Ricci's immensely important scientific work and that of key Christian converts, such as Xu Guangqi, who translated Euclid's Elements together with Ricci. Exploring the history of science in China and the West as well as their dramatically different cultural attitudes toward religious and philosophical issues, Michela Fontana introduces not only Ricci's life but the first significant encounter between Western and Chinese civilizations. Keine Bibliotheksbeschreibungen gefunden. |
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Google Books — Lädt ... GenresMelvil Decimal System (DDC)266.2092Religions Christian church and church work Missions; Home and Foreign Roman CatholicKlassifikation der Library of Congress [LCC] (USA)BewertungDurchschnitt:
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"Io, Matteo, venuto per mare dal grande Occidente, entrai in Cina ammirando le nobili virtù del Figlio del Cielo dei grandi Ming e gli insegnamenti tramandati dagli antichi re. Dimorai al di là del Monte dei Susini per diverse mutazioni di astri e di nevi.
Quest'anno, in primavera, valicando il monte e navigando per fiumi, arrivai a Jinling, dove, con mia grande gioia, ho ammirato la luce del nobile regno, pensando che forse non avevo fatto questo viaggio invano. Prima ancora di finire il lungo viaggio, remando indietro, mi recai a Nanchang e fermai la barca a Nanpu. Qui alzai gli occhi verso la montagna dell'ovest, apprezzai il paesaggio di singolare bellezza e pensai che in questa terra erano certamente ritirate persone nobili: non riuscendo a distaccarmi, lasciai la barca e presi una casa.
Perciò sono andato a vedere il principe di Jian'an, il quale non mi ha disprezzato, mi ha permesso di fargli il grande inchino, mi ha fatto sedere al posto dell'ospite, mi ha offerto del vino dolce e mi ha fatto gran festa.
[Terminato il banchetto], il principe ha lasciato il suo posto, è venuto da me e, tenendomi le mani, mi ha detto: "quando uomini nobili di grande virtù si degnano di passare nella mia terra, non c'è una volta che non li inviti, li tratti come amici e li onori. Il grande Occidente è il paese della moralità e della giustizia: vorrei sentire ciò che in esso si pensa dell'amicizia".
Io, Matteo, mi ritirai con ossequio, scrissi quello che avevo udito sin da fanciullo, composi un opuscolo sull'amicizia e lo presentai con rispetto..."
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