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Pan von Francesco Dimitri
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Pan (2008. Auflage)

von Francesco Dimitri

MitgliederRezensionenBeliebtheitDurchschnittliche BewertungDiskussionen
372665,204 (4.27)Keine
Mitglied:ShanaPat
Titel:Pan
Autoren:Francesco Dimitri
Info:Venezia, Marsilio, 2008
Sammlungen:Lese gerade
Bewertung:
Tags:fantasia e magia

Werk-Informationen

Pan von Francesco Dimitri

Keine
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ok, da dove comincio? E' il libro più strano che io abbia mai letto. C'è un sacco di sesso e stranezze, e paganesimo.
Io l'ho adorato. I personaggi sono diversi e interessanti, e la storia è fantasiosa e interessante. Un libro mai banale che mi ha catturato fino alla fine ( )
  thereadingpal | Jun 14, 2022 |
Voglio darvi un consiglio: mai puntare troppo su qualcosa. Solo così, infatti, potremmo contenere la nostra delusione quando inevitabilmente questo qualcosa si rivelerà inferiore alle nostre aspettative.Pur essendo un consiglio molto saggio, io sono il primo a non seguirlo e spesso, per questo, vengo profondamente deluso.
"Pan" è una di queste delusioni.
Quando ne lessi la trama, rimasi profondamente affascinato: pensavo di trovarmi di fronte ad un "American Gods" italiano e, di conseguenza, pensavo a Francesco Dimitri come al nostro Neil Gaiman. A gonfiare ancor più le mie aspettative ci pensarono le miriadi di ottime recensioni che trovavo sparse su riviste e sulla rete. Con il senno di poi posso affermare che se avessi letto questo romanzo in maniera neutrale, senza questi preconcetti (seppur positivi), probabilmente l'avrei apprezzato molto di più, ma le cose ahimè sono andate diversamente...ma andiamo con
ordine...L'autore ci immerge subito in una Roma notturna e inquietante: un ottimo palcoscenico in cui ambientare una storia fatta di miti e misteri. L'atmosfera è densa di presagi e miracoli che introducono gradualmente i protagonisti (e noi con loro) ad una realtà che convive con la nostra in cui l'impossibile diventa possibile e la magia è alla portata di tutti. Fichissimo direte voi, e devo confessare che l'ho detto anche io: infatti le prime pagine di "Pan" non deludono affatto.
Cosa abbiamo nelle "seconde pagine" invece? C'è la stessa inquietante atmosfera, abbiamo la stessa accumulazione di presagi e di miracoli, abbiamo i protagonisti che si aggirano sbigottiti in una città che sta lentamente cambiando sotto i loro occhi, ma abbiamo anche la sensazione che l'autore stia calcando leggermente la mano. Avevamo già capito dalle prime pagine che il mondo stava per essere testimone di uno straordinario evento, ma Dimitri deve aver pensato che le poche decine di pagine iniziali non potevano costituire un prologo credibile ma, nello stesso tempo non sapeva bene con che cosa riempirle.
E si vede!
La narrazione inizia quasi subito ad arrancare, riuscendo a proseguire solo per pretesti che l'autore riesce faticosamente a mettere uno dietro l'altro senza che, però, la storia abbia un qualche sviluppo degno di nota.
Poi, dopo un centinaio di pagine caratterizzate da un''estrema lentezza, la trama ha un'improvvisa accelerazione, succede di tutto e di più. La vita dei protagonisti viene sconvolta in pochissime pagine e l'evento che il mondo stava attendendo si concretizza: il grande dio Pan risorge a nuova vita.
La storia, qui, raggiunge il suo climax e sembrerebbe pronta per ripartire, rinvigorita dai nuovi avvenimenti. Purtroppo però non riparte affatto, anzi, finisce la sua corsa e prosegue con un epilogo lungo 200 pagine in cui, se andiamo ad analizzare bene, non succede assolutamente niente...Ok...questa è la trama, ma i libri non si costituiscono solo di trama, il mondo è pieno di capolavori dotati di una struttura narrativa esile che sono comunque dei capolavori. Ci sono romanzi che, invece che sull'intreccio, puntano su personaggi memorabili. Potrebbe essere, "Pan", uno di questi? Decisamente no!
Partiamo dai personaggi secondari: un buona storia solitamente ne ha di curati quasi quanto i protagonisti, perché il "personaggio secondario" è secondario solo nel nome trattandosi invece di un elemento importantissimo e di primaria importanza nel contesto narrativo che l'autore crea. Deve, infatti, fornire naturalità e credibilità all'universo in cui si muovono i protagonisti. Qui, invece, che cosa abbiamo? Abbiamo a malapena delle figure di sfondo, delle macchiette poste nel romanzo solo ed esclusivamente per aiutare lo svolgersi dell'inconsistente trama. Se penso a quanto lavoro ha fatto, ad esempio, Stieg Larsson per creare un mondo di personaggi credibili e tridimensionali, questa sciattezza e incuranza mi fa venire una notevole rabbia!!
Sul fronte dei personaggi principali le cose vanno un po' meglio, ma non troppo! Infatti, pur godendo di una descrizione psicologica un po' più dettagliata, i caratteri di molti protagonisti rimangono nebulosi quando va bene, incoerenti quando va male e stereotipati quando va malissimo. I 3 fratelli Cavaterra, sono degli esempi lampanti di questi 3 difetti. - Wendy è la nebulosa. Di lei, l'autore, ci fa sapere solo che vuole fare la prestigiatrice, che è una tipa tosta e che si schiera quasi senza dubbi dalla parte della "Meraviglia"...ma di lei non sappiamo altro, non sappiamo perché fa certe scelte e perché ne evita altre...niente! Non solo l'autore non ce lo racconta, ma non ce lo fa intuire neanche attraverso le interazioni della ragazza con gli altri personaggi perché, in poche parole, di queste interazioni, non ne ha affatto se escludiamo qualche frase di dialogo scambiata ogni tanto. Solo il rapporto con la sua amica/amante Gaia è abbastanza consistente, ma non ci è comunque di nessun aiuto perché, a parte il profondo affetto che lega le due, non lascia trasparire assolutamente niente della personalità della maggiore dei Cavaterra.. - Giovanni è quello incoerente. Non riesco a capire proprio come funziona questo personaggio. D'accordo, dovrebbe fare quello dubbioso, quello che non sa da che parte schierarsi...ma le sue azioni, pur accettando questo fatto, sono completamente immotivate...prima sta dalla parte di Pan, poi dopo una trappola orchestrata da Augusto, si schiera dalla parte dei pirati ma, in modo incomprensibile, quasi subito torna dalla parte dei fratelli...forse alla fine non è neanche colpa del personaggio, ma della trama pretestuosa che lo costringe a prendere queste decisioni... - Il Peggiore è senza dubbio Michele, l'adolescente imbranato e innamorato che si ritrova ad avere un grande potere e una grande responsabilità...non mi soffermo molto, se non per dire che di Peter Parker e di Luke Skywalker ce ne possono essere solo uno e che, a volte, la citazione, se usata senza la dovuta raffinatezza, risulta semplicemente una copiatura! - Gaia soffre della stessa nebulosità di Wendy, potrebbero essere gemelle psichiche...vive insieme alla sua amica in un microcosmo in cui le uniche abitanti sono loro 2, il resto dei personaggi attraversa il loro territorio solo fugacemente...ma ha pochissme, se non nessuna, interazioni con le 2 ragazze. Tra questi personaggi "normali",fanno la loro comparsa anche dei personaggi "straordinari" che, al loro primo apparire, mi hanno dato la speranza di una svolta: Termidoro e Dagon!
A quanto mi sembra di capire, questi 2, sono dei personaggi a cui l'autore tiene in particolar modo, magari in previsione di un loro utilizzo in qualche altra futura opera. Sono 2 personaggi molto interessanti a prima vista ma, secondo me, sono la versione letteraria dei PNG da masturbazione, ovvero dei personaggi superforti e superfighi che i master dei giochi di ruolo, ogni tanto si compiacciono di far apparire nelle quest per stupire gli altri giocatori e nutrire il proprio ego (lo so perché sono stato un master pure io).
Purtroppo, a parte la fighezza, non c'è molto altro e 2 personaggi con grandi potenzialità, finiscono comunque per fare le macchiette.
Termidoro (un riferimento ad una delle più belle saghe di Sandman?) è il nonno dei fratelli Cavaterra, non è un umano, ma un fauno, che prende sotto la sua ala protettiva il piccolo Michele. Dimitri cerca di farci capire che dietro il suo aspetto bonario e ridanciano, si nasconde una creatura inquietante e feroce, ma a parte questo dettaglio, l'autore fa agire questo personaggio come se fosse una specie di orso Baloo sessuomane.
Dagon è invece un mago metropolitano, una specie di John Costantine all'amatriciana. La sua prima apparizione è molto cool...ma è facile essere cool quando ti raffigurano con un trench in pelle nera e una spada...tutti sono fighi vestiti così... purtroppo, però, soffre di 2 gravi difetti: uno è la cresta da Punk (perché punk? siamo nel terzo millennio, non nella Berlino degli anni 80!!!) e l'altro la carenza di approfondimento psicologico: l'unica caratteristica della personalità di questo personaggio che sembra emergere e la sua compulsiva tendenza alla coprolalia.. Quindi, per ora, il romanzo non tiene ne sul fronte della trama, ne su quello dei personaggi...cos'altro gli rimane? beh rimangono le idee. Ci sono molti libri che sono stati scritti soprattutto grazie a idee meravigliose. Magari non brillano ne per trama, ne per personaggi, ma le idee bastano a sostenere il romanzo. Sarà così anche per "Pan"? Direi proprio di no...
Purtroppo l'autore ha seguito alla lettera un vecchio adagio che si sente spesso nei corsi di scrittura creativa: "Scrivete di ciò che sapete!"...che sarebbe anche una cosa intelligente, ma usata in modo eccessivo e "presuntuoso" da un po' l'effetto di materiale preso in prestito da altri, senza una rielaborazione personale e di pedante accademismo. L'esempio che mi viene in mente ora è la morte sciamanica di Michele: chiunque ha letto i libri di Joseph Campbell sa come funziona la cosa...trasportarla identica in un contesto urbano non la rende più originale...Leggete American Gods per avere un'idea di cosa intendo per affrontare questo tipo di argomenti in maniera personale pur basandosi su concretissimi studi sulle usanze popolari (ovviamente non vi dico la scena, ma quando ci arriverete capirete).
Un'altra idea che non mi convince è proprio quella che sta alla base del libro: cioè, la trasposizione in tempi moderni e in toni della favola di Peter Pan. Sarebbe anche una bella idea, ma l'autore l'ha affrontata in un modo non del tutto riuscito e cioè non rielaborando la storia in chiave moderna, ma prendendo di peso tutti gli elementi della vicenda narrata da Barrie e inserendoli in una storia ambientata ai giorni nostri..per intenderci: la parte dei pirati non la fanno un equivalente moderno dei pirati, ma sono proprio pirati, vestiti da pirati, con sciabole, gambe di legno orecchini e tutti gli orpelli che indossati farebbero di voi dei pirati... Certo, Dimitri fornisce una spiegazione a tutto questo, ma non mi sembra molto convincente...sembra piuttosto pretestuosa e trovata giusto per dimostrare una tesi personale dell'autore (spiegata da lui stesso nei commenti ad un post in un noto blog): Peter Pan ( ma anche "Alice nel Paese delle meraviglie) sarebbe una delle storie più paurose che siano mai state scritte ma che è stata annacquata dagli adattamenti moderni... La sua, sarebbe dunque un ritorno alle fonti, insomma. Con questa tesi si può essere d'accordo o non d'accordo (io non lo sono) ma questo non toglie che si possa apprezzare comunque il libro. Il problema è, però, che i libri che cercano di dimostrare una tesi precostituita, solitamente fanno poi molta fatica a sviluppare una trama che scorra in modo naturale e che non sembri ferraginosa. Pan purtroppo soffre di questo difetto.
Inoltre, anche il modo in cui Dimitri cerca di dare alla storia un tono cupo e maturo non funziona: l'autore sceglie infatti la strada più facile e cioè aggiungere abbondanti dosi di sesso e violenza! Il Sesso, per far diventare una storia per ragazzi una storia per adulti si dona una sessualità a tutti i personaggi, no? beh, ci sono anche altri modi, ma questo è il più semplice, ma in teoria potrebbe ancora funzionare. Purtroppo però, con la scusa che Pan è anche il dio della frenesia sessuale, l'autore calca la mano anche qui e le scene di sesso, piuttosto che dare una sensazione di sacra liberazione, sembrano prese di peso dai fumetti hentai (cough cough ovviamente lo so per sentito dire perché io non ne leggo di fumetti hentai...ehm)...un'esempio potrebbe essere la scena di sesso a tre tra Thinker bell, Wendy e Giada, con la campanellino capace di mutare i propri organi genitali...boh, non so...l'effetto è piuttosto grottesco, mi aspettavo la comparsa di un mostro gigante con tentacoli falliformi è il quadro sarebbe stato completo (ovviamente anche i mostri con tentacoli falliformi li conosco solo per sentito dire, per chi mi avete preso...). Altra cosa collegata al sesso: la figura della donna in questo romanzo. Le protagonisti femminili sono toste, è vero, ma sembra che l'autore le dipinga come esseri dall'insaziabile apetito sessuale che nella vita di tutti i giorni viene frustrato, ma che Pan è giunto a far esplodere...insomma, questa cosa...mi sembra un po' un luogo comune, anche perchè non c'è nessun maschietto, nel romanzo, che subisca l'influenza di Pan nello stesso modo, sembra essere solo una prerogativa della donna. Non so...non mi piace tanto... La violenza: la violenza è ben presente nel romanzo come ho già detto, ma sembra che l'autore la inserisca non tanto in funzione della storia, ma per stupirci con effetti speciali. E' come se volesse ricordarci che sta prendendo le distanze dalla disneyzzazione delle favole e che vuole restituire alla favola e al mito la brutalità che le è propria. Ma di questo eravamo coscenti sin dall'inizio e questo sottolineare con il sangue questo concetto dopo un po' stufa e risulta quantomeno inutile ai fini del flusso narrativo. Ok, il romanzo sembra avermi deluso in tutta la sacra trimurti della narrativa , trama, personaggi e idee, ma penso che il vero peccato mortale di quest'opera sia un altro ancora, molto più grave: l'incapacità dell'autore di farsi da parte e lasciare spazio alla storia. Già, proprio così...sembra strano in una narrazione ad alto contenuto fantastico, invece è proprio quello che succede: il libro è fitto di riferimenti alla propria vita e soprattutto di strizzatine d'occhio ai propri amici o a persone che lo conoscono di persona. ODIO QUANDO GLI SCRITTORI FANNO COSI', odio soprattutto quando non riescono a dissimularlo. che ci frega cosa l'autore pensi di Melissa P.? Cosa ci frega di vederlo in un cameo colpito dalla frusta dei sacerdoti di Pan? Non sei Hitchcock!! Anche perchè queste non sono le uniche intrusioni. I 3 fratelli Cavaterra per esempio sembrano incarnare diversi aspetti della sua personalità: Wendi gioca ai giochi di ruolo, Giovanni studia antropologia e Michele legge fumetti...Credo che sia questa la caratteristica più irritante di questo libro! Credo che siano poche le persone che sono arrivate fino a qui e molte si staranno chiedendo come mai, dopo aver parlato così male di questo libro ho deciso di dargli 2 stelline piuttosto che una; vado subito a spiegarlo e poi chiudo perchè la recensione si è dilungata fin troppo.
Ho deciso di dare 2 stelline anzichè una perché ho apprezzato il progetto che sta dietro questo libro, cioè di piantare i semi di un genere che in Italia ancora non esisteva: L'urban fantasy che spero sia dimitri che altri autori coltivino in maniera molto più profiqua in futuro perchè potrebbero dare dei frutti notevoli...Speriamo, perchè sarebbe un bellissimo segno per tutta la letteratura italiana. ( )
  JoeProtagoras | Jan 28, 2021 |
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