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The 48 Laws of Power von Robert Greene
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The 48 Laws of Power (Original 1998; 2000. Auflage)

von Robert Greene (Autor)

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5,409631,932 (3.89)23
Business. Self-Improvement. Nonfiction. HTML:Amoral, cunning, ruthless, and instructive, this multi-million-copy New York Times bestseller is the definitive manual for anyone interested in gaining, observing, or defending against ultimate control ?? from the author of The Laws of Human Nature.
In the book that People magazine proclaimed ??beguiling? and ??fascinating,? Robert Greene and Joost Elffers have distilled three thousand years of the history of power into 48 essential laws by drawing from the philosophies of Machiavelli, Sun Tzu, and Carl Von Clausewitz and also from the lives of figures ranging from Henry Kissinger to P.T. Barnum.
 
Some laws teach the need for prudence (??Law 1: Never Outshine the Master?), others teach the value of confidence (??Law 28: Enter Action with Boldness?), and many recommend absolute self-preservation (??Law 15: Crush Your Enemy Totally?). Every law, though, has one thing in common: an interest in total domination. In a bold and arresting two-color package, The 48 Laws of Power is ideal whether your aim is conquest, self-defense, or simply to
… (mehr)
Mitglied:BeauxBooks
Titel:The 48 Laws of Power
Autoren:Robert Greene (Autor)
Info:Penguin Books (2000), 452 pages
Sammlungen:Deine Bibliothek
Bewertung:
Tags:Power, Philosophy

Werk-Informationen

Power. Die 48 Gesetze der Macht. Ein Joost- Elffers- Buch. von Robert Greene (1998)

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Geeignet als Orientierung in spezifischen Situationen und um Strategien und Machtspielchen anderer Akteure besser zu verstehen.
Kann durchaus dabei helfen, mit 'schwierigen' Kolleg*innen besser klarzukommen. ( )
  queckbob | Oct 17, 2022 |
 
«Ad alcuni, l’idea di mettere consapevolmente in atto giochi di potere — per quanto indiretti — sembra immorale, antisociale, un retaggio del passato. Sono convinti di poter scegliere di non partecipare a quei giochi semplicemente adottando comportamenti che nulla hanno a che fare con il potere. In realtà, occorre diffidare di simili individui, perché mentre esprimono queste opinioni a parole, in molti casi sono proprio tra i più abili a tessere trame a proprio vantaggio. Essi infatti ricorrono a strategie che celano abilmente la vera natura della manipolazione in atto. Spesso, ad esempio, esibiscono la loro debolezza e il fatto di non detenere alcun potere come se si trattasse di altrettante virtù morali. Ma la vera assenza di potere, quella che non è dettata in alcun modo dall’interesse personale, non ostenta la propria fragilità per guadagnarsi comprensione o rispetto. Mostrarsi deboli in realtà è di per sé una strategia molto efficace, subdola e ingannevole, nel gioco del potere.

Un’altra strategia adottata dal sedicente outsider consiste nel chiedere a gran voce parità e uguaglianza in ogni sfera dell’esistenza umana. Tutti, dunque, debbono essere trattati allo stesso modo, quale che sia il loro status e la loro forza. Ma se, per evitare il marchio disonorevole del potere, cerchiamo di comportarci con tutti quanti con la stessa equità e correttezza, ci troviamo di fronte a un problema: alcuni fanno determinate cose meglio di altri. Trattare tutti in modo paritetico significa ignorare le differenze, elevare i meno capaci e tarpare le ali di chi eccelle. Ancora una volta, molti di coloro che adottano questo approccio in realtà mettono in atto un’ennesima strategia di potere che consiste nel ridistribuire i riconoscimenti alle persone secondo criteri soggettivi che essi stessi hanno stabilito.

Esiste poi un altro modo per evitare di entrare in gioco: adottare un comportamento improntato alla massima sincerità e schiettezza, visto che le tecniche fondamentali utilizzate da chi mira al potere sono invece l’inganno e l’abitudine a tramare nell’ombra. Tuttavia, volendo essere sinceri sempre e comunque, si finisce inevitabilmente per ferire e offendere moltissime persone, alcune delle quali possono poi ripagarci con la stessa moneta. Nessuno considererà la vostra franca affermazione come totalmente obiettiva e scevra da motivazioni dettate dall’interesse personale. E a ragione: in realtà, il ricorso alla sincerità è di per sé una strategia di potere, tesa a convincere gli altri che siamo di animo nobile, buono e altruista. È una forma di persuasione, addirittura una sottile forma di coercizione.

Infine, può accadere che chi si chiama fuori dal gioco ostenti un’aria di falso candore per difendersi dall’accusa di essere assetato di potere. Di nuovo, guardiamoci da chi assume un simile atteggiamento, perché l’ostentazione di una presunta ingenuità può essere un valido strumento per ingannare il prossimo (cfr. Legge 21: Fingetevi sciocchi per mettere nel sacco gli ingenui). Ma neppure il candore autentico è al riparo dalle insidie del potere. Nei bambini esso può manifestarsi in molti modi, tuttavia spesso scaturisce dall’esigenza primaria di acquisire il controllo su coloro che li circondano. […] In sintesi, può accadere che anche le persone autenticamente innocenti siano in corsa per il potere: spesso la loro azione risulta terribilmente efficace, in quanto non si scontra con l’ostacolo della riflessione. Ancora una volta, chi ostenta o esibisce la propria innocenza è il meno innocente di tutti. […]

Se il mondo è paragonabile a una gigantesca corte attraversata da infinite trame e maneggi nei quali noi ci troviamo intrappolati, non ha senso cercare di chiamarsi fuori dal gioco. Un simile tentativo non fa che accrescere la nostra impotenza e questa a sua volta ci fa sentire più infelici. Anziché combattere contro l’inevitabile, anziché discutere e lagnarsi e sentirsi in colpa, è molto meglio eccellere nel potere. Anzi, meglio riuscirete a gestire il potere, migliori diventerete come amici, amanti, mariti, mogli e, più in generale, persone. Seguendo il percorso del cortigiano perfetto, imparerete a far sì che gli altri si sentano meglio con se stessi e diventerete per loro una fonte di piacere. Essi svilupperanno una sorta di dipendenza dalle vostre capacità e desidereranno costantemente la vostra presenza. Imparando alla perfezione a mettere in pratica le 48 leggi illustrate in questo libro, risparmierete agli altri la sofferenza che deriva dall’armeggiare goffamente con il potere — giocando cioè col fuoco senza conoscerne le proprietà. Se al gioco del potere non è possibile sottrarsi, è meglio esserne un artefice che rifiutare di cimentarvisi o adottare un approccio dilettantesco.

Per cimentarsi con successo nel gioco del potere, è necessario innanzitutto acquisire una certa visione del mondo, cambiare prospettiva. […] Sono dunque necessarie alcune capacità di base; una volta acquisite queste ultime, sarete in grado di applicare le leggi del potere con maggiore facilità.

La più importante di queste abilità, e il fondamento primo del potere, è il saper governare le proprie emozioni. Una reazione emotiva a una data situazione costituisce in assoluto il maggior ostacolo all’acquisizione del potere, un errore che vi potrà costare molto di più di qualunque temporanea soddisfazione possiate ricavare dal manifestare i vostri sentimenti. Le emozioni ottenebrano la ragione e se non siete in grado di vedere la situazione con chiarezza, non potete prepararvi ad affrontarla né reagire a essa con un minimo di controllo.

L’ira è la più distruttiva delle reazioni emotive in quanto è quella che più di tutte offusca la nostra capacità di guardare le cose con lucidità. Inoltre, essa innesca una reazione a catena che rende invariabilmente più difficile controllare la situazione e accresce la determinazione dell’avversario. Se state cercando di distruggere un nemico che vi ha fatto del male, anziché manifestare apertamente la vostra collera, è molto meglio che lo incoraggiate a tenere abbassata la guardia ostentando un atteggiamento amichevole.

Anche amore e affetto possono rivelarsi distruttivi, in quanto vi impediscono di capire come dietro le azioni di coloro che meno di tutti sospettereste impegnati in un gioco di potere stia spesso nascosto l’interesse personale. […]

Per padroneggiare le proprie emozioni occorre anche essere capaci di prendere le distanze dal presente e di considerare passato e futuro con obiettività. […]

Per quanto concerne il domani, il motto è: «Siate sempre vigili». Nulla dovrebbe cogliervi di sorpresa, perché cercherete sempre di anticipare i possibili problemi prima che si presentino. Anziché passare il tempo a fantasticare sul felice esito dei vostri progetti, dovrete darvi da fare per calcolare qualsiasi imprevisto e qualsiasi insidia possiate incontrare sul vostro cammino. Più lontano riuscirete a spingere lo sguardo, più numerose saranno le fasi del processo che sarete in grado di pianificare, maggior potere potrete acquisire. […]

Metà del gioco consiste proprio nell’imparare a dimenticare gli eventi il cui ricordo ci divora interiormente e offusca la nostra razionalità. Il vero scopo della riflessione su ciò che è stato è educare se stessi, costantemente […]. Poi, dopo aver meditato sul passato, rivolgiamo la nostra attenzione più vicino a noi, alle nostre azioni e a quelle dei nostri amici. È soprattutto da questa scuola che possiamo trarre gli insegnamenti più preziosi, perché essa si fonda sull’esperienza personale.
hinzugefügt von AntonioGallo | bearbeitenLetture.org
 
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Business. Self-Improvement. Nonfiction. HTML:Amoral, cunning, ruthless, and instructive, this multi-million-copy New York Times bestseller is the definitive manual for anyone interested in gaining, observing, or defending against ultimate control ?? from the author of The Laws of Human Nature.
In the book that People magazine proclaimed ??beguiling? and ??fascinating,? Robert Greene and Joost Elffers have distilled three thousand years of the history of power into 48 essential laws by drawing from the philosophies of Machiavelli, Sun Tzu, and Carl Von Clausewitz and also from the lives of figures ranging from Henry Kissinger to P.T. Barnum.
 
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