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Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung

von Joseph A. Schumpeter

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1891143,678 (4.14)Keine
Fünfundneunzig Jahre nach der Veröffentlichung der 1. Auflage von Schumpeters "Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung" präsentiert der Verlag in einem Nachdruck die "Urauflage" mit einer Einführung der Marburger Ökonomen Jochen Röpke und Olaf Stiller. Der Leser kommt so in den Genuß, die ungekürzte, 548 Seiten umfassende erste Auflage des frühen Schumpeterwerkes studieren zu können. Damit wird eine gänzlich neue Sicht dieses volkswirtschaftlichen Klassikers ermöglicht. Hatten Ökonomen bereits mit späteren, theoretisch "entschärften" Auflagen Schwierigkeiten, müssen sie sich auf Überlegungen einstellen, die in ihrer Radikalität und Weitsicht von keinem Ökonomen der Entwicklungs- und Evolutionsökonomik bis heute erreicht wurden - würden sie Schumpeter 1911 lesen (können).Insbesondere das zweite Kapitel, "Das Grundphänomen der wirtschaftlichen Entwicklung", und das unbekannte siebente Kapitel, "Das Gesamtbild der Volkswirtschaft", der ersten Auflage bedeuten einen enormen Mehrwert für die heutige wissenschaftliche Diskussion und bieten handlungspraktische Orientierung für Politik, Wirtschaft und Gesellschaft. Gerade Schumpeters Ruf nach einer neuen wissenschaftlichen Methode bzw. einem neuen theoretischen Ast für das Phänomen der Entwicklung ist für die moderne Ökonomie und die politische Steuerung von komplexen Innovationssystemen von zentraler Bedeutung. Die klare, in sich konsistente Entwicklungstheorie mit einem neuen Paradigma jenseits der "Neoklassik" und der "reinen Ökonomie" gibt Antworten auf Entwicklungs- und Wachstumsvorgänge in Volkswirtschaften, sei es für das Zeitalter der Automobile, des Internets und der Nano- und Biotechnologie.Die Neuauflage gewährt daher nicht nur dem Fachmann neue Einsichten in das frühe Denken eines Theoriegenies, sondern jedem am Fortschritt der Wirtschaft und der Wirtschaftspolitk Interessierten junggebliebene Erkenntnisse und frische Argumente jenseits der Tagespolitik und der Medienroutine.Wilhelm Lexis sieht in Schumpeters Erstlingswerken einen Ansatzpunkt zur Erklärung des gesamten Wirtschaftslebens: "Der Verfasser hat in seinem 1908 erschienenen Buche 'Das Wesen und Hauptinhalt der theoretischen Nationalökonomie' eine abstrakte Theorie der reinen Oekonomie in dem von ihm angenommenen 'statischen' Zustande aufgestellt und er will diese in dem vorliegenden Werke durch eine Darstellung der volkswirtschaftlichen Dynamik ergänzen und dadurch von seinem Standpunkt die volle wissenschaftliche Erklärung des Wirtschaftlebens seiner heutigen Gestalt gewinnen." (Lexis, W.: J. A. S.: Die Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung, in: Jahrbücher für Nationalökonomik und Statistik, Nr. 3, 1913, S. 84)… (mehr)
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Dal fondatore dell'economia dell'innovazione mi sarei aspettato che fosse un innovatore in realtà meno di quello che si pensi in compenso le idee sono attuali
Pag VIII Schumpeter evidenzia le forze che spingono il capitalismo lungo un sentiero di crescita endogena nel lungo periodo, attraverso un processo di "distruzione creatrice" alimentato dalle innovazioni. In generale l'opera di Schumpeter può ricollegarsi a quella di Williamo Baumol (Economic Dynamics 1959)
Pag IX E' un libro sulla Visione (teoria) di Schumpeter
Pag XII In quest'opera c'è una prima parte dove è economista (riconducibile a Walras che ammirava per l'analisi sulle interdipendenze) e una seconda dove è innovatore
Pag XV Nel flusso circolare di Walras non c'è possibilità di profitto, per realizzare il profitto sono le innovazioni di prodotto nuovi mercati ecc...
Pag XVI Schumpeter ha una visione eroica dell'imprenditore-innovatore "il metodo con cui una società sceglie i suoi leader, è la funzione sociale fondamentale, è una delle cose più importanti per la società stessa" (Dieci grandi economisti di Schumpeter)
Pag XVII le innovazioni sono a grappoli e si concentrano in periodi a causa di induzione e imitazione generando onde lunghe medie e brevi (Kondratief, Juglar, Kitchin) schema a 3 cicli.
Pag XVII il suo carattere competitivo impedisce di stare ferma all'economia capitalistica
Pag XX Non traduce la visione in un modello analitico spiegabile ad altri
Pag XVII e XVIII Schumpeter preferisce l'oligopolio e il monopolio in quanto produttori di innovazioni. I cambiamenti secondo schumpeter avvengono lato offerta.
PAOLO SYLOS LABINI
Pag XXIII il valore dei beni di consumo è dato direttamente dalla loro utilità marginale, il valore dei servizi del lavoro e della terra deriva dal valore ossia dall'utilità marginale del bene di consumo è un valore imputato. I costi in quanto espressione del valore degli impieghi non realizzati costituiscono saldi passivi del bilancio sociale.
Pag XXIV secondo Schumpeter nel flusso circolare produttivo non c'è surplus
Pag XXV Tutta l'analisi è basata sulla valutazione psicologica dell'utilità marginale, ma la valutazione psicologica ha elementi molto equivoci. Secondo Sylos Labini la remunerazione della terrà è un sovrappiù.
Pag XXX Nel capitolo 2 le tesi rilevanti sono 1° le innovazioni le crea l'imprenditore animato dalla volotà di fare un impero 2° il nuovo non sorge dal vecchio, ma si affianca e compete 3° la banca crea credito 4° Gli imprenditori non sono una classe sociale 5° la motivazione degli imprenditori non è edonistica. LA 1-3-5 che sono quelle più rivoluzionarie per l'epoca in realtà non sono originali ma già presenti nel capitale di Marx che perà nessuno leggeva. 2-4 sono le innovazioni di Schumpeter.
Pag XXXIV qual'è il contributo della figura dell'imprenditore? Volontà e azione. Il rischio grava sui creditori oppure sul capitalista. Nessun sovrappiù in condizioni stazionarie per Sylos Labini è falso.
Pag XXXV Schumpeter appoggia il punto di vista di vista di Marx secondo Sylos Labini tra riproduzione semplice (flusso circolare) e ripoduzione su scala o accumulazione (sviluppo)
Pag XXXVIII Schumpeter ha introdotto "l'effetto dimostrativo" (cioè imitazione) nel lato dell'offerta
Pag XL Sylos Labini dice che una delle poche innovazioni di rilievo di Schumpeter è la teoria dei cicli. Capitalismo, socialismo, democrazia schumpeter dice "Il capitalismo produce nel su stesso svolgersi un'atmosfera sociale (codice morale) ostile ad esso e questa atmosfera produce politiche che non permettono di funzionare"
Pag XLVI Schumpeter dice che la teoria dell'evoluzione culturale è molto simile alla teoria economica presente in questo libro
Pag XLVI i concetti di Statica e dinamica furono introdotti secondo Schumpeter da John Stuart Mill che a sua volta li ha presi da Comte che a sua volta dice che li ha presi dallo zoologo Blainville.
Pag LII Schumpeter avalla l'affermazione di Spiethoff che dice l'avvicendarsi dei cicli è la forma di vita del capitalismo.
Pag LIII lo scienziato è pragmatico non vuole le verità (come il filosofo) ma metodi riscontrabili nei fatti
Pag LIV Per avallare teoria non tanto serie storiche di dati, piuttosto interpretazione storica che la dinamica è Endogena
Pag LIX Walras dice che per sua natura la vita economica è passiva e si limita a reagire agli influssi naturali e sociali LA TEORIA di un processo stazionario secondo Walras è la totalità dell'economia teoria.
Pag LX Schumpeter nella prefazione all'edizione Giapponese si rende conto del suo debito con Karl Marx sul concetto di forze endogene all'economia capitalistica che spingono all'innovazione. Karl Marx è definito come concezioni e proposizioni simile a Richardo, circondato da una non essenziale cornice Hegeliana.
Per spiegare i lags temporali Schumpeter pur non citandola nel testo ritiene importante la teoria dei funzionali di Vito Volterra
CAP I pag 1
Il divenire della società costituisce un'entità realmente indivisibile. L'attività economica è quella rivolta all'acquisizione dei beni. Consideriamo in questo libro però solo l'attività economica tesa all'acquisizione di beni mediante scambio o produzione.
Pag 3 Il framework è un sistema basato sullo scambio dove c'è prevalenza di proprietà privata, divisione del lavoro e libera concorrenza.
Pag 4 in ogni periodo si vive di quanto prodotto in quello precedente. L'attività del soggetto economico è governata dalla sua esperienza.
Pag 5 la quantità di carne che il macellaio smercia dipende da quella che il suo cliente (il sarto) è disposto a comprare al prezzo che intende pagare. Questo però a sua volta di pende dal ricavo del calzolaio che a sua volta dipende dal bisogno e dal potere d'acquisto dei suoi clienti....questa concatenazione non ha un termine naturale ne una causa predominante. Tutti siamo consumatori di pane, ma se rinunciamo a vederci anche come consumatori di terra, lavoro, capitale, ferro ci perdiamo il punto di vista del FLUSSO CIRCOLARE.
Pag 6 il risultato del processo è che ogni offerta è già attesa da una domanda nel sistema economico. Il soggetto economico famiglia o impresa che sia agisce in base all'esperienza. Questo è il principio di continuità di WEISER.
Pag 7 allo stesso risultato in un'altro modo. Il tot. dei beni prodotti e immessi nel mercato definiamolo prodotto sociale è un'astrazione che non esiste in realtà. Ad ogni Dare al sistema corrisponde un avere e viceversa, deve essere quindi un ciclo chiuso.
Pag 8 l'attività economica può avere qualsiasi motivazioni (psicologica edonistica o meno), ma il suo significato è sempre la soddisfazione dei bisogni il cui concetto principale è l'utilità marginale (la derivata) chiamato anche coefficiente di scelta. Non c'è alcuna relazione tra l'importanza di un fatto per il benesse dell'umanità e l'importanza nell'ambito della teoria economica.
Pag 9 la produzione segue dunque i bisogni degli individui. Il capo della produzione e quello del commerciale hanno tensioni dovute alla differente visione sull'utilità.
Pag 10 l'aspetto tecnico deve essere in subordine rispetto alla soddisfazione dei bisogni.
Pag 11 Da un punto di vista sia tecnico che economico produrre significa cambiare cose e forze esistenti nel nostro ambito. Lo scopo della produzione tecnica è fissato dal sistema economico.
Pag 12 Metodi tecnologicamente inferiori meglio si possono adattare alle condizioni economiche date.
Pag 13 Per schumpeter il lavoro è un bene della classe più alta perchè entra fin dall'inizio di ogni produzione.
Pag 14 terra e lavoro sono elementi ultimi gli altri sono BENI COMPOSITI. Esite una prevalenza di uno dei due fattori? Utilizzando come criterio la realzione rispetto ai fini del sistema economico i FISIOCRATI hanno detto che prevale la terra perchè il lavoro non può creare ex novo niente.
Pag 15 Per Adam Smith e Ricardo è il lavoro più importante in quanto l'uso della terra non comporta sacrificio di utilità. Per altri studiosi a cui aderisce anche Schumpeter i fattori sono egualmente necessari
Pag 16 Per Schumpeter ci sono 2 distinzioni importanti tra lavoro dirigente e lavoro diretto e tra lavoro indipendente e lavoro salariato. Il lavoro dirigente si pone da se stesso gli obiettivi. Il lavoro indipendente è diverso dal lavoro salariato in quanto in sè ha elementi del lavoro dirigente.
Pag 18 di fronte ai fattori produttivi e al processo produttivo non c'è nessun dirigente. Il vero dirigente è il consumatore.
Pag 19 quanto più ci si avvicina alla soddisfazione dei bisogni più si riduce lo stimolo del lavoro.
Pag 20 stabile quante unità di terra e quante di lavoro lo chiamiamo problema di Petty (nel libro Political Aritmetich). La soluzione la fornisce la TEORIA dell'imputazione.
Pag 21 Nessuno dei due fattori produttivi può vincere a se stante ha ragione Mill quando dice che i servizi di lavoro e terra sono indefiniti e incommensurabili. Contrariamente al valore d'uso dei beni di consumo questo è un valore ricavo o valore di produttività. C'è un'utilità marginale della produttività cioè il valore dell'ultima unità di prodotto tenendo fermo l'altro fattore.
Pag 24 produzione implica scelta tra possibilità di impiego alternative e comporta sempre la rinuncia a produrre altri beni. I bisogni soddisfatti saranno più urgenti rispetto a quelli messi da parte. Guadagno netto = ricavo - valore del bene altrimenti prodotto. Quest'ultimo elemento è anche definibile come i costi di produzione. I bisogni economici insoddisfatti non sono dunque privi di importanza per la teoria economica. Più viene soddisfatto un bisogno tanto minore è l'intensità tanto minore quindi l'incremento di soddisfazione aumentando la produzione. Possiamo quindi parlare di legge dei rendimenti decrescenti, ma con un significato diverso da quello fisico.
Pag 25 il valore dei costi è l'espressione concisa in cui trovano espressione tutto il rapporto tra bisogni e mezzi. I costi come valore degli impieghi non realizzati costituiscono il passivo del bilancio sociale. Nell'economia di scambio e concorrenza i prezzi rappresentano cioè sono uguali al costo del valore più la terra.
Pag 27 Secondo Schumpeter prezzo e ricavi = costo imprenditore + costo del lavoro + remunerazione della terra è il surplus è 0. Utile netto = costi-ricavi è 0. Come il valore è sintomo di miseria, il profitto è sintomo d'imperfezione.
Pag 28 ci sono certe teorie che mettono tutti i costi possibili nel salario perfino l'interesse. Nella perfezione ideale tutto è diviso in lavoro e terra. Ma esistono fattori che generano perdite e profitti.
Pag 29 Il rischio di fallimento tecnico e il rischio di mancato successo commerciale. Se viene previsto e si fa fronte con assicurazioni o accantonamenti questi si compenseranno se non viene previsto ci saranno temporanei guadagni e perdite.
Pag 30-31-32 Il fattore tempo
Pag 40 contesta la visione dell'accumulazione originaria.
Pag 41 il fatto che i beni sono in rapporto tra loro risulta evidente se introduco il bene moneta.
Pag 42 Per la moenta che valore attribuire dato che manca il riferimento alla soddisfazione di un bisogno? Weiser dice che il valore d'uso del bene materiale fornisce il valore storico del bene poi domanda e offerta si possono discostare parecchio.
Pag 43 Il prezzo di questo mezzo di scambio verrà valutato secondo i beni che si può procurare con esso.
Pag 44 lo scambio tra reddito monetario e reddito reale rappresenta il punto in cui si forma il valore di scambio personale e il prezzo della moneta.
Pag 45 la moneta ha una funzione tecnico strumentale è un velo
Pag 48 nell'economia del flusso circolare c'è continuità e costanza non solo dei processi, ma anche dei valori
Pag 49 il sedimento del sistema sociale dei valori è il sistema dei prezzi
Pag 50 l'economia descritta è statica non è in quiete, non è condizionata dalle circostanze e non è stazionaria.
Pag 51 qui è analizzato come si opera in condizioni date, ma non ci sono neanche tutti i soggetti manca ad es. l'imprenditore.
Pag 52 In un sistema così delineato essendo tutti nuovi all'esperienza non c'è crisi.
Pag 53 I fisiocratici posero mano alla teoria del flusso circolare.
Pag 54 il prezzo di un bene non può alla lunga aumentare sopra i propri costi perchè se no aumenta l'offerta.
Pag 55 Smith parla si di valore naturale e prezzo naturale e perturbazioni. Il progresso sono mutamenti nei dati che possiamo prevedere. Adam Smith è statico.
Pag 57 Marx ha tentato di trattare lo sviluppo che della vita economica con i mezzi della teoria economica. La teoria dell'accumulazione però è statica?
Pag 59 J.B. Clark si deve a lui la seprazione tra statica e dinamica.
Pag 61 Razionale ed empirico sono i sinonimi nel senso di Max Weber. Coloro che parlano di sviluppo lineare ed uniforme Rosher, Vico e Lamprecht, Darwin.
Pag 63 Nella storia di Sombart la teoria ha ruolo subordinato
Pag 64 ci chiediamo come si compiono questi mutamenti e quali fenomeni economici determinano
Pag 65 sviluppo si devono intendere solo i mutamenti della vita economica non imposti dall'esterno, ma che scaturiscono dalla propria iniziativa.
Pag 66 la crescita della popolazione è un cambiamento nei dati non qualcosa di qualitativamente nuovo. Si aggiungono pure quanto diligenze si vogliano non si otterà mai una ferrovia.
Pag 67 ogni produzione consiste nel cambiare materiali e forze alla nostra portata. Produrre altre cose o stesse cose in modo differente significa combinare in modo diverso.
Pag 68 Lo sviluppo nel senso schumpeteriamno sono nuove combinazioni:
1° nuovo bene
2° nuovo metodo di produzione
3° nuovo mercato
4° nuove materie prime o semilavorati
5° riorganizzazione da oligopolio-monopolio-concorrenza
Le innovazioni si presentano accanto alle produzioni tradizionali.
Specialmente nell'economia concorrenziale le nuove imprese spazzano le vecchie.
Pag 69 Non dobbiamo immaginare che l'introduzione delle nuove combinazioni abbia luogo impiegando mezzi di produzione inutilizzati. Il lento e continuo incremento sul tempo dell'offerta nazionale di mezzi di produzione e di risparmio è essenziale per la storia economica, ma passa in secondo piano quando si tratta di analizzare un diverso impegno delle risorse esistenti
Pag 70 questo è vero anche in senso storico la faccia dell'economia mondiale è cambiata negli ultimi 50 anni grazie ad un impiego diverso delle risorse esistenti, non più risparmio o più quantità di lavoro. Per introdurre nuove combinazioni occorre disporre di mezzi di produzione. Diverso è per le imprese già nel sistema che operano all'interno del flusso circolare. Anche in un'economia non di scambio (ad es. socialista) si affermano nuove combinazioni. Qui non si tratta della proprietà dei mezzi di produzione, ma solo il privilegio del possesso di una richezza disponibile. O ha a disposizione un fondo di richezza o ricorre al credito.
Pag 71 Fornire il credito è la funzione di quelli che chiamiamo capitalisti. Nella vita economica il talento corre al successo sui suoi debiti. E' evidente la connessione tra credito e innovazione.
Pag 71-72 il dare e prendere denaro per scopi industriali non compare presto nella storia. L'industriale precapitalistico vedeva il ricorso al credito come degenerazione sociale (cambiali)
Pag 73 Nel flusso circolare difficilmente si forma il risparmio sufficiente per innovare.
Pag 75 il capitalista sta tra coloro che vogliono innovare e coloro che detengono i mezzi di produzione. E' l'eforo dell'economia di scambio. Chiamiamo impresa l'introduzione di nuove combinazioni e imprenditori il soggetto economico che le introduce. Sono imprenditori i manager, ma anche consulenti se in fase di startup chiamati promoters.
Pag 76 Non è l'autonomia la chiave del concetto. Si distingue quindi tra imprenditore (che non si assume il rischio d'impresa in senso giuridico) e capitalista (azionista). La definizione di J.B. Say la funzione dell'imprenditore costituisce nel combinare riunire fattori di produzione coincide con quella di Schumpeter. Mataja definisce imprenditore colui che percepisce il profitto ma nel flusso circolare è 0. Questa concezione è nella teoria tradizionale di Walras "entrepreneurs faisant ni benefice ni perte
Pag 77 L'imprenditore di una volta era anche capitalista ed esperto tecnico.
Pag 78 la figura che ha in mente Schumpeter è il capitano d'industria che coincide con l'imprenditore commerciale del XII secolo. L'imprenditore è tale quando introduce una nuova combinazione, non è tale quando amministra l'impresa creata dal flusso circolare. Poichè l'imprenditore non è una professione ne una condizione durevole, non può essere neanche una classe sociale.
Pag 80 La logica che tutti siamo razionali può dare risultati nei tempi
Pag 276 L'economia stazionaria come per primo evidenziato da Sombart è tendenzialmente realizzata in ogni periodo di depressione.
Pag 82 Ogni passo che si allaontana dalla routine va incontro a difficoltà implica un'elemento nuovo racchiuso nella leadership. La mancanza di dati genera difficoltà.
Pag 83 il successo dell'imprenditore dipende tutto dall'intuzione, dalla capacità di vedere le cose in maniera nella maniera in cui in seguito si dimostrerà giusta, anche se sul momento non la si può motivare, afferrando saldamente l'essenziale. Profonda competenza ampio lavoro preliminare talvolta sono fonti di insuccesso. Il primo punto è il compito il secondo è la mentalità del businessman.
Pag 84 Fare una cosa nuova approprisi di una nuova concezione è difficile. La libertà intellettuale di lottare con un pensiero che tende sempre al passato presuppone energie. 3 punto reazione dell'ambiente sociale.
Pag 85 la resistenza arriva sopratutto dai gruppi minacciati dall'innovazione. Per questo esiste la leadership in contrapposizione alla gerarchia. La leadeship era fortemente presente all'epoca dei Normanni che viaggiavano per mare.
Pag 86 E' proprio nel realizzare le possibilità che si vede il leader.
Pag 87 Il leader imprenditoriale non convince individui, ma compra i loro servizi. Egli guida attira altri imprenditori nel settore contro la sua volontà in quanto concorrenti. Per apprezzare il lavoro dell'imprenditore serve una conoscenza specialistica.
Pag 88 Nel flusso circolare la soddisfazione dei bisogni è la motivazione normale. L'imprenditore è il soggetto più razionale e più egoistico di tutti. Non a caso la sua ascesa è coincisa con l'Utilitarismo.
Pag 89 Il motivo è sogno e la volontà di fondare un impero privato. Un'impero che dia senso di potenza quanto di più simile al signore medievale (mi sembra berlusca :-) )
Pag 90 Volontà di vincere e lottare
CAPITOLO III
Pag 93 La moneta nell'economia dello sviluppo non è solo mezzo di pagamento.
Pag 94 per innovare deve sottrarre potere d'acquisto . Che è il veicolo del processo essenziale Nel sistema economico vengono creati mezzi di pagamento che nella forma esteriore si presentano come diritti di credito sulla moneta si differenziano rispetto a credito su altri beni perchè almeno temporaneamente sono perfetti sostituti del bene sottostante.
Pag 95 Se i crediti bancari sono moneta è stato risposto affermativamente. Considerazioni indipendenti da qualsiasi teoria sulla moneta. La cambiale si basa su un potere d'acquisto (o su beni) esistenti.
Pag 96-97 la richiesta di garanzia accessoria un credito spalanca la porta sarebbe solo smobilizzo si eliminirebbe la moneta è uno scambio di beni contro beni.
Pag 97-98 confuta questa teoria anche per un istante piccolo viene creato potere d'acquisto.
Pag 98 il credito normale crea diritti sul reddito sociale possono essere immaginati come beni e servizi precedentemente resi. Il credito anormale (secondo il mainstream dell'epoca) crea anch'esso diritto sul prodotto sociale che tuttavia non sono prestazioni future e beni ancora da produrre. Nel flusso circolare tale distinzione si perde. L'imprenditore ha bisogno di credito di cessione temporanea del potere d'acquisto
Pag 99 Il primo bisogno dell'imprenditore è un bisogno di credito.
Pag 102 il credito è dunque la leva di questa sottrazione di beni. Possiamo definire il nucleo
centrale del fenomeno del credito nella maniera seguente: il credito è essenzialmente creazione
di potere d'acquisto al fine di cederlo all'imprenditore, e non semplicemente trasferimento di potere
d'acquisto esistente
PAg 103 la creazione di potere d'acquisto caratterizza il metodo con cui si sviluppa un'economia
basata su proprietà privata e divisione del lavoro.
Pag 104 il potere d'acquisto rappresenta il valore materiale dei beni esistenti. Il processo si
risolve in una compressione del potere d'acquisto esistente
Pag 106 se il credito permane nel sistema e viene prorogato il potere d'acquisto generato dal credito
(e che si salderebbe con il pagamento del capitale + interessi e ottenimento del profitto) permane per
più tempo nell'economia.
PAG 107 passaggio centrale
Pag 109 Se l'imprenditore produce merci minore al valore del credito più interesse la banca ci guadagna
e l'imprenditore ci perde.
Pag 111 funzione del capitale.
Pag 112 Il capitale sono tutti i mezzi di cui usufruisce l'imprenditore che possiede temporaneamente
anche la terra.
Pag 113 il capitale è un mezzo per procurarsi i beni che devono essere impiegati in maniera tecnico produttiva
Pag 114 il capitale è un fondi di potere d'acquisto.
Pag 115 trasformabile in espressione monetaria oppure direttamente in moneta cioè capitale secondo Menger.
Pag 116 il capitale sono i mezzi di pagamento (non solo moneta) che sottraggono i beni allo scopo per
destinarli all'impresa. il capiale è un concetto dello sviluppo.
Pag 117 DEFINIZIONE
Pag 281 la definizione del capitale come somma di "importi monetari per l'acquisto" codice civile impero tedesco
PAg 120 Che cos'è il mercato dei capitali ? Nient'altro che il mercato del potere d'acquisto. Quando l'imprenditore
o capitalista parla di capitale non ha in mente beni concreti ma titoli di credito, fidi..potere d'acquisto libero.
Pag 121 il capitale sociale ci divide in capitale di fondazione e capitale d'esercizio. La posta del capitale nel
nostro senso crea un criterio per giudicare l'operato dell'imprenditore.
Pag 124 Si potrebbe dire che il capitale di un'impresa è destinato a costituire una riserva contro i suoi debitori.
Questo sarebbe giusto se il capitale fosse in forma liquida. Grande o piccolo che sia il capitale è sempre soltanto
sui resti dei beni produttivi e sui prodotti che il creditore si può rivalere.
Pag 125 Capitale tutte le somme passive.
Pag 127 Capitale è uguale alla somma del capitale sociale più i debiti. Capitale sociale è lo stesso concetto del
patrimonio cioè patrimonio uguale al capitale meno ai debiti.
Pag 130 Schumpeter ha similitudini con F.B. Hawley e Mc Leod.
Pag 134 Brentano afferma che la terra è capitale.
Pag 137 L'elemento centrale della definizione di Marx del capitale è mezzo di sfruttamento e Marx seguendo i classici
confonde il capitalista con l'imprenditore. Il punto di contatto con Marx è nel definire comunemente il capitale come il
mezzo di dominio sulla produzione.
Pag 139 Smith e i suoi successori hanno creduto di dimostrare l'irrilevanza della moneta poi non sono stati coerenti.
Questo può avvenire separando il flusso circolare e sviluppo.
Pag 142 Il capitale caratterizza un processo per introdurre nuove combinazioni.
Pag 145 Il mercato monetario è per così dire il quartier generale dell'economia capitalistica da cui partono gli ordini
ai singoli settori e ciò di cui in esso si discute e si decide è la determinazione di piani di sviluppo.
CAPITOLO IV PROFITTO IMPRENDITORE
Pag 147 profitto è uguale entrate meno uscite (costi+salario +rendita terreno+premio del rischio)
Pag 150 alla fine quando l'innovazione ha fatto il suo corso è stata imitata, l'offerta è aumentata il surplus è zero.
Ma questo surplus a chi va? A chi ha introdotto il flusso circolare l'innovazione cioè imprenditore. il loro solo
contributo quale è stato ? Volontà e azione.
Pag 152 l'innovazione è rischiosa
Pag 154 la nuova impresa viene sempre a trovarsi accanto alle altre
Pag 161 i mezzi di produzione sono sostituibili il dirigente no.
PAg 164 il profitto in quanto fenomeno autonomo è legato alla sua più intima essenza ossia alla funzione di leader.
Pag 168 Quando c'è l'introduzione dell'innovazione si forma un Monopolio. Il profitto derivante dalla fondazione
è il valore del monopolio reddito durevole è quello della posizione
Pag 169 Il profitto è figlio e vitta dello sviluppo.
Pag 176-177 Mettere nella lista dei costi anche l'interesse risolverebbe i problemi
del comprendere perchè non scompare. Il terzo fattore sarebbe l'astinenza (deduco astinenza
dal consumo mi astengo oggi per consumare domani)
Pag 177 Ma bisognerebbe dimostrare che veramente l'interesse deriva dall'astinenza
e Bohn BAwer dimostra che questo elemento non esite.
Pag 178 Non c'è soluzione al dilemma di dove scaturisce il pagamento dell'interesse.
PAg 180 Soltanto i suoi servizi hanno sempre valori determinati dati direttamente dalla
scala dei bisogni o indirettamente dall'imputazione
Pag 181 quindi per la terra sono i servizi che sono alienati. In un economia senza
sviluppo il valore della terra non esisterebbe.
PAg 182 Ogni qual volta la regola dell'addizione da un valore infinito parliamo di reddito
netto.
Pag 182 La condizione di Monopolio agisce da freno che comprime i servizi di lavoro e terra
e frutta al monopolista un reddito durevole (e con un freno si spiega tutto)
Pag 183 Si potrebbe dire che per il monopolista la posizioni di monopolio è qualcosa di analogo
a un fattore di produzione. Ai servizi di questo "quasi fattore" si puà imputare il guadagno.
PAg 185 Un vero e proprio aumento del valore solo per il passare del tempo non esiste
PAg 187 l'interesse scaturisce dal surplus dello sviluppo
Pag 190 l'interesse è una categoria economica (e non extraeconomica) che compare solo nell'economia
di scambio
PAg 191 la figura del capitalista non ha senso ne in una società comunista ne in una stazionari immersa
nel flusso circolare.
Pag 192 SChumpeter distigue l'interesse sul presti al consumo (messo all'indice dalla chiesa) è
stato confuso con l'interesse sul prestito produttivo.
Pag 196 l'interesse è durevole e si forma nelle mani dell'imprenditore la visione dominante è che la
moneta è solo uno strumento di misura. L'interesse si forma nell'eccedenza di valore dei beni (secondo il mainstream)
PAg 197 l'interesse secondo Schumpeter non si può passare dal velo dello moneta per giungere a premi in beni
concreti. La forma monetaria dell'interesse non è l'involucro ma il nocciolo.
PAg 197 l'interesse è un elemento del prezzo del potere d'acquisto considerato come mezzo
di controllo sui mezzi di produzione.
Pag 198 Se un governo stampasse moneta e la prestasse agli imprenditori l'interesse non subirebbe
una forte diminuzione?
Pag 200 la circostanza che le banche centrali possono influenzare il tasso d'interesse
(ceteri paribus) non è di alcuna utilità per dimostrare che l'interesse è il prezzo
del potere d'acquisto. Il mercato monetario è scambio di potere d'acquisto persente
contro potere d'acquisto futuro.
Pag 203 il possesso di una somma nel presente è un mezzo per procurarsi più moneta
alla fine del processo. Una somma presente è valutata di più di una somma futura. ED
in questo consiste la spiegazione dell'interesse. Un soggetto economico nello schema
di schumpeter per cui il potere d'acquisto presente ha più importanza di quello futuro
è l'imprenditore. Il mercato monetario è il prezzo del potere d'acquisto futuro
(poniamo 40%). Chiederanno prestiti gli imprenditori che faranno profitto > 40%.
Pag 206 Giacchè entrambi i soggetti afferenti moneta e imprenditori che domandano
danno più valore al consumo presente il prezzo si troverà sopra la pari.
Pag 207 l'interesse dovrebbe essere di volta in volta uguale alla valutazione dell'ultimo
prestatore di moneta la misura di questa valutazione deve essere uguale a quella
dell'ultimo imprenditore. Per il capitalista si può parlare anche di Sacrificio marginale
PAg 209 il numero delle innovazioni possibili è praticamente illimitato. Neppure il
più ricco sistema economico è perfetto. L'aspirazione a migliorare trova il suo limite nelle
condizioni date e non nella perfezioni di ciò che esiste. Le possibilità di guadagno
e di domanda sono infinite. La possibilità di guadagno non sono credibili se non sono
rette dalla personalità dell'imprenditore.
Pag 210 Nel VI capitolo si vedrà come le resistenze al cambiamento sono
minori quanto più una comunità è abituata alla comparsa di novità.
Pag 213 Il banchiere non sa quasi più cosa fare dei fondi disponibili e spesso
diventa dubbio se il prezzo della moneta contenga qualcosa di più del capitale più il
premio per il rischio e il compenso per il lavoro del banchiere.
PAg 215 Fisher spiega l'interesse come sottovalutazione del consumo futuro "l'interesse
è l'impazienza cristallizata in un saggio di mercato"
PAg 218 l'interesse è il barometro della situazione economica
PAg 220 il guadagno di ogni azienda dopo un po' cessa.
PAg 222 l'interesse è una specie di imposta sul profitto imprenditoriale
CAPITOLO VI
Pag 226-227 Gli imprenditori compaiono a frotte quando 1° esistono nuove
opportunità più vantaggiose 2° loro accessibilità limitata 3° il calcolo
di un piano è passabilimente attendibile
Pag 227 L'indicatore del consumo del ferro è il miglior indicatore di congiuntura
Pag 228 Spienthoff le circostanze che determinano depressione è sovraproduzzione
di "beni capitali". Schumpeter l'effetto della comparsa di nuove imprese distrugge
con la concorrenza i rapprti e necessita adattamento.
PAg 230 i processi economici si dividono quindi in 3 i processi del flusso circolare,
i processi dello sviluppo e i processi che lo impediscono (crisi).
Pag 231 il panico più che causa è conseguenza della crisi.
PAg 237 la comparsa a frotte delle imprese deriva
1) nuove imprese si affiancano alle vecchie
2) la domanda imprenditoriale si presenta in massa significa un'incremento assai
notevole del potere d'acquisto in tutto il sistema (questa è un'ondata secondaria
ed è il veicolo della prosperità)
3) la comparsa di un imprenditore facilita la comparsa di altri. Finchè di nuovo diventa
familiare.
PAg 240 La capacità di imprenditore si distribuisce come una Nomrale (legge degli errori
accidentali). Dopo i pionieri gli imprenditori compaiono fino a quando ci sono possibilità
di profitto.
Pag 241 quanto più il processo di sviluppo diventa familiare tanto meno ci sarà bisogno
di un leader.
Pag 244 l'apparizione di nuovi prodotti
Pag 245 l'interesse nell'economia moderna è penetrato nel flusso circolare mezzi prodotti (e venduti) maggiori o
uguali mezzi di pagamento i vecchi beni possono stare nell'economia
Pag 245 Analizzando i dati del XIX secolo a parte turbamenti monetari ogni depressione periodica dei prezzi è più
profonda di quella precedente
Pag 247 l'espansione crea la perdita di molte aziende la diminuzione dei prezzi e la deflazione mediante la combinazione
del credito
PAg 247-248 il mercato delle azioni presenta crisi speculative prima che si giunga al punto di svolta
PAg 250 Per noi la sproporzione tra quantità e prezzi dei beni e la relativa sovrapproduzione è un fenomeno intermedio non la causa primaria
Pag 254 Nuove combinazioni sono qualcosa che arricchisce durevolmente l'economia. Non si raggiunge mai il quadro teorico
di assenza di sviluppo e quindi d'interesse perchè le depressioni sono certe
PAg 256 i percettori del reddito fisso ne approfittano durante la depressione
PAg 257 nessuna inflazione può danneggiare veramente gli operai finchè la creazione di potere d'acquisto passa
soprattutto tramite il salario. Se l'inflazione è un eccesso di consumi (come avviene da una guerra finanziata
dall'inflazione) allora questa danneggia anche gli operai.
Pag 258 le imprese eliminate tramite concorrenza di sviluppo Ferrovie-diligenze riassorbono la manodopera ma ci possono essere difficoltà di adattamento. La disoccupazione tecnologica fa parte del ciclo non è in contrapposizione ad esso.
Pag 259 Panico fallimenti incrinature nel sistema creditizio si possono facilmente verificare nel punto di svolta
PAg 260 Contrariamente a keynes che vede nel ciclo economico essenzialmente un ciclo monetario oppure bancario schumpeter dice
che l'enspansione e depressione ha senso economico. ( )
  AlbyVintage | Jun 5, 2012 |
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Literaturhinweise zu diesem Werk aus externen Quellen.

Wikipedia auf Englisch (4)

Fünfundneunzig Jahre nach der Veröffentlichung der 1. Auflage von Schumpeters "Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung" präsentiert der Verlag in einem Nachdruck die "Urauflage" mit einer Einführung der Marburger Ökonomen Jochen Röpke und Olaf Stiller. Der Leser kommt so in den Genuß, die ungekürzte, 548 Seiten umfassende erste Auflage des frühen Schumpeterwerkes studieren zu können. Damit wird eine gänzlich neue Sicht dieses volkswirtschaftlichen Klassikers ermöglicht. Hatten Ökonomen bereits mit späteren, theoretisch "entschärften" Auflagen Schwierigkeiten, müssen sie sich auf Überlegungen einstellen, die in ihrer Radikalität und Weitsicht von keinem Ökonomen der Entwicklungs- und Evolutionsökonomik bis heute erreicht wurden - würden sie Schumpeter 1911 lesen (können).Insbesondere das zweite Kapitel, "Das Grundphänomen der wirtschaftlichen Entwicklung", und das unbekannte siebente Kapitel, "Das Gesamtbild der Volkswirtschaft", der ersten Auflage bedeuten einen enormen Mehrwert für die heutige wissenschaftliche Diskussion und bieten handlungspraktische Orientierung für Politik, Wirtschaft und Gesellschaft. Gerade Schumpeters Ruf nach einer neuen wissenschaftlichen Methode bzw. einem neuen theoretischen Ast für das Phänomen der Entwicklung ist für die moderne Ökonomie und die politische Steuerung von komplexen Innovationssystemen von zentraler Bedeutung. Die klare, in sich konsistente Entwicklungstheorie mit einem neuen Paradigma jenseits der "Neoklassik" und der "reinen Ökonomie" gibt Antworten auf Entwicklungs- und Wachstumsvorgänge in Volkswirtschaften, sei es für das Zeitalter der Automobile, des Internets und der Nano- und Biotechnologie.Die Neuauflage gewährt daher nicht nur dem Fachmann neue Einsichten in das frühe Denken eines Theoriegenies, sondern jedem am Fortschritt der Wirtschaft und der Wirtschaftspolitk Interessierten junggebliebene Erkenntnisse und frische Argumente jenseits der Tagespolitik und der Medienroutine.Wilhelm Lexis sieht in Schumpeters Erstlingswerken einen Ansatzpunkt zur Erklärung des gesamten Wirtschaftslebens: "Der Verfasser hat in seinem 1908 erschienenen Buche 'Das Wesen und Hauptinhalt der theoretischen Nationalökonomie' eine abstrakte Theorie der reinen Oekonomie in dem von ihm angenommenen 'statischen' Zustande aufgestellt und er will diese in dem vorliegenden Werke durch eine Darstellung der volkswirtschaftlichen Dynamik ergänzen und dadurch von seinem Standpunkt die volle wissenschaftliche Erklärung des Wirtschaftlebens seiner heutigen Gestalt gewinnen." (Lexis, W.: J. A. S.: Die Theorie der wirtschaftlichen Entwicklung, in: Jahrbücher für Nationalökonomik und Statistik, Nr. 3, 1913, S. 84)

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