|
Lädt ... Unauthorized Version: Truth and Fiction in the Bible (Original 1991; 1993. Auflage)774 | 7 | 28,771 |
(3.65) | 7 | An atheist presents his analysis of the Bible as truth and fiction. |
▾Buchinformationen ▾Empfehlungen von LibraryThing ▾Diskussionen (Über Links) ▾Reihen und Werk-Beziehungen ▾Auszeichnungen und Ehrungen
|
Gebräuchlichster Titel |
Die Informationen stammen von der englischen "Wissenswertes"-Seite. Ändern, um den Eintrag der eigenen Sprache anzupassen. | |
|
Originaltitel |
|
Alternative Titel |
|
Ursprüngliches Erscheinungsdatum |
|
Figuren/Charaktere |
|
Wichtige Schauplätze |
|
Wichtige Ereignisse |
|
Zugehörige Filme |
|
Epigraph (Motto/Zitat) |
|
Widmung |
|
Erste Worte |
Die Informationen stammen von der englischen "Wissenswertes"-Seite. Ändern, um den Eintrag der eigenen Sprache anzupassen. Questa è la Bibbia vista da uno storico. È un libro sulle prove e sulla verità storica, non sulla fede. Qui si trattano questioni su cui la Bibbia stessa stende un velo: gli autori, lo sviluppo storico e la verità storica. Anche coloro per i quali la Bibbia è un libro di fede desiderano scoprire la verità. Io scrivo da ateo, ma ci sono studiosi ebrei e cristiani le cui versioni sarebbero considerate molto più radicali della mia.Troveranno conservatrice, addirittura antiquata la mia visione di storico, ma a volte gli atei sono amici sinceri della verità. PREFAZIONE Nel Vangelo di Giovanni Gesù dice a Pilato: "Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo:per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce" (18:27). "Che cos'è la verità?" domanda Pilato, ma non riceve risposta. | |
|
Zitate |
Die Informationen stammen von der englischen "Wissenswertes"-Seite. Ändern, um den Eintrag der eigenen Sprache anzupassen. Nel mondo antico esisteva un nesso importante tra l'esilio e lo scrivere del passato. I primi storici greci erano esuli, uomini che avevano il tempo per scrivere e il distacco sufficiente per spiegare; anche molti loro successori vissero lontano dalla propria città. Tra gli ebrei, l'Esilio accadde come catastrofe collettiva, ma produsse un effetto analogo. Molti si domandavanoperché era successo, se sarebbe successo altro e, in caso affermativo, che cosa. Altri desideravano conservare la tradizione, tenere vivi il passato e le sue usanze, addirittura idealizzarli per colmare quella grande lacuna nella loro esistenza. Perciò durante l'Esilio scrivevano; i canti e gli scritti ebraici di quel periodo costituiscono le grandi opere letterarie della meta e della fine del VI sec. a.C., periodo di relativa mediocrità per gli scrittori nelle altre parti del mondo. Non sono mancate, attraverso i secoli, le risposte alla domanda finale di Pilato a Gesù, ma la questione è ben lontana dall'essere chiarita. I filosofi l'hanno analizzata con sottigliezza sempre maggiore, ma alla base delle loro argomentazioni ci sono due tipi di risposta. Da un lato c'è verità quando le parole coincidono coi fatti (la teoria della corrispondenza); dall'altro, la verità consiste nella coerenza con un sistema generale di credenze (la teoria della coerenza). È mia intenzione prendere la domanda di Pilato e riproporla alla Bibbia stessa. In primo luogo indagherò l'ipotesi secondo cui la natura e l'origine della Bibbia danno alla domanda una coerenza che risponde a Pilato. Poi esplorerò la narrativa biblica per vedere se esiste un livello in cui essa corrisponde ai fatti. La Bibbia è un libro insolito con due storie contrastanti e una narrazione falsa nel tempo e nel luogo. Per secoli questo libro è stato letto come la fonte della verità, la norma della fede, la "Sacra Scrittura", non semplicemente come un testo. Il mio libro si propone di esplorare il labirinto che il concetto di verità biblica tuttora dischiude davanti ai lettori. La lettura canonica giustifica la propria visione unificata dando particolare autorità alla Bibbia nel suo insieme: quanto è significativa questa autorità? Qui dobbiamo tenere presente un semplice fatto.Ai tempi biblici, la Bibbia o Antico Testamento non era affatto un libro. I suoi testi erano copiati su rotoli di papiro, di pergamena o addirittura di pelle, ciascuno dei quali conteneva soltanto un testo oun gruppo di testi brevi. Questi rotoli erano spesso ingombranti. Un testo di Isaia copiato su papiro, ritrovato solo di recente in una grotta vicino al Mar Morto, una volta srotolato raggiunge la lunghezza di sei metri. Ai tempi di Gesù, quello che i cristiani oggi chiamano l'Antico Testamento avrebbe dovuto essere raccolto in forma di rotoli voluminosi, abbastanza simili ai rolli di tappezzeria che oggi troviamo ammucchiati in una stanza in attesa del decoratore. È più difficile controllare e contenere una pila di rotoli che conservare un libro rilegato in una copertina. Furono i cristiani che per primi rilegarono i libri o codici- la forma ordinaria dei testi biblici - ma ciononostante non risulta che avessero copiato le nostre Bibbie in un unico primo esemplare. La storia dei testi biblici scorre dal rotolo al mucchio, dal mucchio ai libri-codici, e questo iter occupa circa mille anni. Dobbiamo guardare oltrela rilegatura del nostro libro e cercare di vedere quando e perché, approssimativamente, quei testi furono scritti, e in tal caso quale autorità hanno come insieme. Una risposta realistica alla caduta di Gerusalemme sarebbe stata l'accettazione del fatto che il Dio degli ebrei era in realtà meno forte dei suoi vicini, e che le truppe babilonesi erano state troppo potenti nel confronto con i re minori che si erano ribellati. Quegli ebrei i cui scritti sono giunti fino a noi non adottarono questa via: essi interpretarono gli avvenimenti a dispetto dei fatti. [...] Nell'Esilio le persone che condividevano questo modo di vedere cominciarono a imporlo ai testi recuperati che li avevano seguiti nella prigionia. Li imposero alle note storie di Geremia e ai detti annotati dal suo fedele scrivano, Baruc. C'erano anche cronache reali, storie di profeti, tradizioni su persone lontane nel tempo quanto Giosuè. Nacque così un'impresa considerevole: fu nell'Esilio che un valido autore prese questa documentazione e la trasformò in un lungo racconto, guidato dal modo in cui il Libro della Legge intrpretava gli eventi. Questa realizzazione sbalorditiva è tuttora la spina dorsale dei sei libri della nostra narrativa biblica (da Giosuè al secondo Libro dei Re). Esso spiega il passato in termini di un'alleanza stipulata dal Signore con il suo popolo eletto, che pero l'aveva infranta secondo le predizioni. [...] questa narrativa nacque da una minoranza che desiderava spiegare il disastro e credeva che l'anno 587 a.C. avesse confermato tuttociò che essi credevano da anni. [...] In esilio c'erano anche i tradizionalisti di tutt'altro tipo: molti ex sacerdoti e servi del Tempio con le loro famiglie. L'Alleanza e la legge etica dei Deuteronomisti andavano benissimo, ma non erano le sole cose che contavano nella storia. Esistevano anche le altre tradizioni: tutti i particolari dei rituali dei sacerdoti e dell'osservanza del culto. Se non venivano messi per iscritto, avrebbero potuto essere dimenticati, ma se venivano scritti potevano essere idealizzati tenendo vivo il passato e gettando il ponte sulla fossa dell'Esilio. Un testo con questa prospettiva sacerdotale sta alla base di quelli che sono i primi cinque libri della nostra Bibbia, e inevitabilmente le date del suo contenuto sono tuttora discusse. [nell'Esilio] Ebrei particolarmente devoti aggiungevano nuove Scritture a quelle antiche portate dalla patria, ma gli altri ebrei non erano tenuti a impararle e nemmeno a osservarne la lettera, soprattutto per il fatto che esse non prevedevano tutte le eventualità e non concordavano nemmeno, punto per punto, l'una con l'altra. I fanatici potevano così essere lasciati alle proprie ossessioni. | |
|
Letzte Worte |
Die Informationen stammen von der englischen "Wissenswertes"-Seite. Ändern, um den Eintrag der eigenen Sprache anzupassen. Quando avevo quasi finito l'opera, un amico mi ha rammentato di avermi sentito dire, una volta, che credo nella Bibbia, ma non in Dio. Avevo dimenticato da un pezzo questa affermazione, che tuttavia dev'essere rimasta dentro di me. Questo libro nasce venticinque anni dopo come spiegazione di ciò che intendevo dire allora. PREFAZIONE (Zum Anzeigen anklicken. Warnung: Enthält möglicherweise Spoiler.) Nel momento terribile dell'arresto di Gesù, la ragnatela di errore e preveggenza, di coscienza, debolezza umana e lacrime assolutamente non cerimoniali, si richiude su uno di loro, proprio come il Signore ha predetto. "In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte." Mentre gli altri si disperdono, Pietro segue Gesù, ma da lontano. Mentre si scalda vicino al fuoco, lo rinnega tre volte; il gallo canta e, in tutti e tre i Vangeli sinottici, Pietro "piange amaramente". Le azioni di servi e pescatori sono molto al di sotto degli orizzonti dei dignitosi storiografi classici, ma in tutti e quattro i Vangeli questa scena tra una serva e un pescatore è radicata nella narrativa della Passione. Forse deriva da una fonte primaria, dallo stesso Pietro, o forse dal discepolo prediletto che era anche lui nella casa del sommo sacerdote. I suoi particolari sono coerenti in tutti i Vangeli, e la scena può corrispondere a un fatto primario e testimoniato. Al canto del gallo, Pietro è messo di fronte al proprio errore, come gli era stato predetto da colui che "sapeva quello che c'è in ogni uomo". Qui la verità coincide con quella chepuò essere una prova storica; pertanto Pietro risponde alla domanda di Pilato con cui si è aperto questo studio. (Zum Anzeigen anklicken. Warnung: Enthält möglicherweise Spoiler.) | |
|
Hinweis zur Identitätsklärung |
|
Verlagslektoren |
|
Werbezitate von |
|
Originalsprache |
|
Anerkannter DDC/MDS |
|
Anerkannter LCC |
|
▾Literaturhinweise Literaturhinweise zu diesem Werk aus externen Quellen. Wikipedia auf Englisch (2)▾Buchbeschreibungen An atheist presents his analysis of the Bible as truth and fiction. ▾Bibliotheksbeschreibungen Keine Bibliotheksbeschreibungen gefunden. ▾Beschreibung von LibraryThing-Mitgliedern
Zusammenfassung in Haiku-Form |
|
|
Aktuelle DiskussionenKeineGoogle Books — Lädt ...
|
I’ve read other reviews of Lane Fox’s book and several of them refer to his dry style and the sloggish nature of the book. I wholeheartedly disagree. I found The Oxford History of the Biblical World to be more dry because of its more formal style. No breaking of the fourth wall there. Lane Fox not only speaks directly to his dear reader, he throws in little bits of dry English humor that bring you up from the slog to laugh a bit. My favorite is this: “There were ancient prophesies of a future king, the ‘stem of Jesse’, chosen by the Lord: many of the most explicit texts about him had been invented under foreign domination during the years of exile in Babylon. Ideas of this future super-star had multiplied freely…”
In writing The Unauthorized Version, Lane Fox, an atheist, set out to explain for himself and others what he meant when he once told a friend, “I believe in the Bible but not in God.” He starts by considering a question. “In John’s Gospel, Jesus tells Pilate, ‘To this end was I born, and for this cause came I into the world, that I should bear witness unto the truth. Every one that is of the truth hearest my voice.’ ‘What is truth?’ asks Pilate and does not receive a reply.” (pp 13)
Lane Fox then explains what he intends to achieve with his book: “I intend to take Pilate’s question and turn it back on the Bible itself. First, I will explore the view that the Bible’s very nature and origin give it a coherence which answers Pilate’s question. Then I will explore its narrative to see if there is a level at which it corresponds to fact.” (pp 14)
I won’t give away Lane Fox’s plot. You’ll have to read the book if you want to learn what he concludes. I will say, however, that there’s a fascinating plot twist in his final conclusion that is moving whether you’re a believer or not. ( )