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Tiziano Scarpa

Autor von Venedig ist ein Fisch

27 Werke 518 Mitglieder 14 Rezensionen

Über den Autor

Bildnachweis: Courtesy of Serpent's Tail Press

Werke von Tiziano Scarpa

Venedig ist ein Fisch (1998) 195 Exemplare
Stabat mater (2008) 155 Exemplare
Tutti i denti del mostro sono perfetti (1997) — Mitwirkender — 29 Exemplare
Occhi sulla graticola (1996) 17 Exemplare
Kamikaze d'Occidente (2003) 12 Exemplare
La vita, non il mondo (2010) 8 Exemplare
Groppi d'amore nella scuraglia (2005) 8 Exemplare
Pene d'amore. Sette racconti erotici (2008) — Mitwirkender — 8 Exemplare
Il mondo così com'è (2014) — Autor — 6 Exemplare
Il brevetto del geco (2015) 4 Exemplare
Batticuore fuorilegge (2006) 3 Exemplare

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Wissenswertes

Geburtstag
1963
Geschlecht
male
Nationalität
Italy
Geburtsort
Venice, Italy

Mitglieder

Rezensionen

Cecilia ha 16 anni ed è orfana. Abbandonata dalla madre alla nascita, è stata allevata nell'Ospitale della Pietà ed è diventata una provetta violinista. Siamo a Venezia, inizio Settecento, e Cecilia, per combattere l'angoscia che rende insonni le sue notti, immersa nel buio dell'immenso collegio, scrive. Scrive brevi pensieri, poche righe alla volta, su pezzi di carta da musica scartata, che poi nasconde. Scrive alla madre ("Signora Madre", così le si rivolge) che non ha mai conosciuto e che prova a immaginare, insegue il suo fantasma, dialoga con la sua morte (la "testa dai capelli di serpente"), scrive per sé stessa e per nessuno.

Scrive della sua solitudine e della sua infelicità. Scrive della sua vita confinata nell'Ospitale, tra le suore e le altre orfane. Racconta come a poco a poco si è resa conto della sua condizione di orfana e della sua condizione di donna, entrambe dolorose. Scrive della musica che le hanno insegnato e che suona in chiesa con le sue compagne, nascosta al mondo da una grata metallica. Fa osservazioni sulla sua situazione, sulla musica, sugli ascoltatori, su molte cose, osservazioni acute che per lo più tiene per sé stessa; a volte si smentisce, si contraddice o si pente ma certamente sa pensare con la sua testa.

Un giorno il maestro di musica Don Giulio, anziano, consunto, inaridito, viene sostituito da un giovane dalla chioma rossa: Don Antonio, e cioè nientemeno che Antonio Vivaldi, che inizia a dirigere le ragazze e sconvolge il modo di fare musica che è sempre stato loro impartito. E Cecilia, che sa suonare alla perfezione, diventa la sua prediletta, con un esito traumatico, e la fuga dal collegio: una conclusione brusca come un taglio (del cordone ombelicale? forse per Cecilia la vita nell'Ospitale è stata la vera gravidanza, e la fuga il vero parto).

Un testo fatto di frammenti, con motivi che ricompaiono continuamente come echi e riprese, che si fronteggiano in contrasti e dissonanze: il buio e la luce; il restar dentro e il tener dentro, e il tirar fuori o il buttar fuori o il partorire; il femminile e il maschile; l'esser madre e l'esser figlia; il corporeo e l'incorporeo; l'acqua e il sangue. E la presenza della morte che si riaffaccia continuamente.

Ma non mi ha del tutto convinto. Alcune situazioni sono un po' improbabili, è scritto in un italiano un po' troppo corrente, è ambientato nel passato ma non ha il sapore del passato, il personaggio Antonio Vivaldi è alquanto anonimo, e la conclusione mi è sembrata poco credibile. Insomma, poteva riuscire meglio.
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½
 
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Oct326 | 8 weitere Rezensionen | Mar 31, 2024 |
I don't think even the author knew what he was doing with this book.
 
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hatpin | 8 weitere Rezensionen | Jun 18, 2018 |
L'idea è bella, meritava davvero di essere approfondita ed essere sviluppata meglio.

All'inizio non si capisce di cosa sta parlando, per le prime 15 pagine il lettore si interroga su dove vuole andare a parare lo scrittore, la protagonista starà morendo? Gli sarà morto qualcuno? Sarà depressa?

Alla fine il testo comincia ad concretizzarsi un po', riusciamo ad intravedere lo sfondo su cui si muove ed interagisce la protagonista. Cominciamo a comprendere meglio questo monologo di un'adolesciente che è alla disperata ricerca di sè stessa.

Fondamentalmente tutto il libro verte sulla disperazione di un'orfana che ha bisogno di non arrendersi ad una vita fatta si canti, pregheriere e misera accettazione. La sua mente si ribella all mediocrità e non trova pace, tutto in lei urla ribellione, ribellione all'annichilimento delle sue compagne, ribellione verso se stessa, verso sua Madre che l'ha abbandonata e rabbia.

Il monologo è frammentario, carico di sensazioni ma forse un po' troppo artificioso. Si percepisce chiaramente che a scrivere è un uomo, molti sentimenti sono espressi concentrandosi semplciemente sul fulcro del problema quando, in realtà, una donna avrebbe colto senza dubbio ogni sfaccettatura.

E' stato un errore, anche se gestito bene dall'ottima capacità di scrivere, incentrare un libro interamente sull'intima sfera emotiva di una ragazza. L'autore è un uomo, difficilmente avrebbe potuto imprimere la stessa rabbiosa fragilità di una ragazza con il carattere forte di Cecilia.

Il romanzo è un po' lento e forse perfino troppo frastagliato e comincia ad acquisire velocità con l'entrata in scena di Don Antonio... Vivaldi.

La musica diventa piano, piano protagonista come mezzo di fuga dalla realtà, come rivalsa e segno di ribellione (lei che stona volutamente).

Diciamo che ho sopportato molto poco Vivaldi.
Inizialmente, ero diffidente, non capivo dove voleva andare a parare lo scrittore, già la mia mente si figurava questo compositore in preda all'accecante passione idealizzata grazie all'estrema bravura della protagonista come violinista.

Poi ho compreso davvero perchè non avesse intenzione di farla spiccare, per quale motivo volesse spingerla a stringere il patto dietro il ricatto di non farle più suonare dei bei pezzi.
Lei è brava, intelligente, lei curiosa, lei è diversa dalle altre e, forse, voglio sperare, il suo intento era proteggerla da una matrimonio privo di ragion di esistere che avrebbe annientato la sua passione e la sua bravura.

E così ha iniziato a spingerla sempre più verso una 'crescita' emotiva, la mette alla prova in vari modi. Le propone un patto, una trappola, una gabbia dorata e lei rifiuta mostrando tutta la sua maturità.
E, infine, la spinge a sacrificare la sua innocenza per fabbricargli una singola corda per il violino. E li il mondo della ragazza cade e si annienta fino a che non trova la rabbia di reagire. E suona, torna a suonare per rabbia, con disperazione e dolore.


Ed è forse questo il punto più bello e meglio scritto di tutto il libro!

Per questo la delusione è assoluta quando il libro di getta senza preavviso in un finale scontato e privo di fascino che smorza interamente tutto l'entusiasmo che aveva scatenato nel lettore in quelle ultime pagine.

Tre stelline perchè il finale è tremendo e la trama andava sviluppata meglio (l'idea è orginale è meritava di essere curata!).
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Nasreen44 | 8 weitere Rezensionen | Jun 8, 2017 |
Dit boek kent inderdaad een lichtjes adembenemende start met een prachtig beeldende taal om dan qua tempo wat stil te vallen. Maar toch blijft het een bijzonder mooie en poëtische leeservaring. Het verhaal is eenvoudig. Cecilia, een zestienjarige meisje dat te vondeling werd gelegd in een Venetiaans weeshuis, groeit op binnen de muren van het weeshuis die tegelijk de grenzen van haar bestaan en identiteit vormen. Zij gaat iedere nacht naar een verborgen hoekje van het gebouw om te schrijven naar haar "Signora Madre, het is altijd naar u dat ik terug ga, ondanks mijn intenties en ongeduld keer ik telkens weer naar u, met telkens dezelfde woorden, vertel ik u telkens hetzelfde, omdat u telkens dezelfde gedachte bent, u bent mijn herhaling, mijn schietgebed, mijn veroordeling, mijn verveling." (p. 32-33)
Cecilia wordt zich in haar innerlijke dialoog steeds meer bewust van haar illusie dat haar moeder ooit terug zou komen om haar op te halen. Maar dit maakt het voor Cecilia steeds moeilijker om een gevoel van identiteit en continuïteit te hebben. "De tijd is niet van mij, mijn tijd behoort mij niet toe. Sinds ik geboren ben moest ik doen wat men mij hierbinnen zei, en de dingen die aan het hart liggen moet ik proberen plaatsen in de ruimtes die overblijven." (p. 42) "Ik slaag er enkel in om bezit te nemen van mezelf wanneer ik weet dat er iemand anders aan mij denkt." (p. 55) Haar leven kent echter een plotse wending wanneer er een nieuwe priester-componist aantreedt in het weeshuis met nieuwe muziek en met nieuwe ervaringen voor de meisjes-muzikantes, met name Antonio Vivaldi.
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rvdm61 | 8 weitere Rezensionen | Apr 2, 2017 |

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