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Werke von Lia Volpatti

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Edith Holden (1871-1920) è un’illustratrice inglese, anche insegnante d’arte, che ha condotto una vita libera da convenzioni nella campagna che le ha fatto da cornice, amando la natura sopra ogni cosa. In un giorno di primavera del 1920, infatti, questa sua passione le è stata fatale, poiché la donna è annegata nel Tamigi, si pensa nel tentativo di cogliere dalla sponda un ramo di castagno in fiore.

La sua è una famiglia anticonformista, per l’epoca vittoriana. La madre, Emma Wearing, ex governante, ha pubblicato due libri di carattere religioso e ha praticato la cosiddetta “scrittura automatica”, ovvero un flusso di parole che non deriva direttamente dalla coscienza, bensì da una sorta di “trance”. Il padre, Arthur Holden, ha lavorato in un colorificio e, dopo la morte della moglie avvenuta nel 1904, ha pubblicato una raccolta di messaggi che riteneva di avere ricevuto proprio dalla defunta. Entrambi i genitori sono stati seguaci del movimento spiritista, e quindi Edith ha preso parte a numerose sedute spiritiche, tenute in casa propria al cospetto dei suoi fratelli e sorelle, specie dopo la morte della madre, nel tentativo di contattarla.

Edith Blackwell Holden, quarta di sette figli, nacque il 26 settembre 1871, a Moseley, vicino Birmingham, proprio fra quei paesaggi che sembrano avere ispirato anche Tolkien. Il secondo nome le fu dato in onore della cugina Elisabeth Blackwell, la prima donna ad essersi laureata in medicina negli Stati Uniti. A tredici anni s’iscrisse alla Scuola d’Arte di Birmingham, già frequentata dalle sorelle Evelyn e Violet, anch’esse note illustratrici. Continuò i suoi studi in Scozia, specializzandosi nello studio degli animali, e fra il 1906 e il 1909 insegnò in una scuola d’arte per ragazze a Solihull, nella contea delle west Midlands. A quarant’anni, nel 1911, sposò uno scultore di sette anni più giovane, contro il parere della famiglia, e andò a vivere a Londra. Nello studio che Ernest Smith – questo il nome del marito – condivideva con la contessa Feodora Gleichen, anch’essa scultrice, i coniugi vennero in contato con gli artisti più celebri del momento.

Il fatto che fosse una donna intraprendente in un’epoca non ancora matura ad accoglierla, ha determinato che poco le sia stato riconosciuto in vita. Inoltre, la lontananza dalla sua amata campagna e la disputa coi fratelli per l’eredità, venuta a crearsi nel 1913 dopo la morte del padre, si pensa abbiano seriamente minato la spensieratezza di Edith.

DIARIO-DI-CAMPAGNA-SIGNORA-INGLESE-DEL-PRIMO-NOVECENTO
L’opera per la quale è conosciuta Diario di campagna di una signora inglese del primo Novecento (Arnoldo Mondadori Editore, 1992) non era destinata in origine alla pubblicazione, ma doveva fungere da modello per le sue allieve, raccogliendo annotazioni ed acquerelli del 1906. Solo alla fine degli anni Settanta una pro-nipote, rinvenuti gli appunti, li darà alle stampe. Si legge: “Copia del facsimile di un diario naturalistico per l’anno 1906. Edith Holden ha annotato in parole e disegni la flora e la fauna della campagna inglese attraverso il ciclo delle stagioni”. Scoperto per caso nella biblioteca di una quieta casa di campagna inglese, questo è dunque il diario autentico di una donna che è vissuta nel primo Novecento, interamente scritto a mano ed edito in facsimile. Nei suoi suggestivi acquerelli, realistici e dettagliati, rivivono scene campestri; così come il clima pacato degli umori della campagna e il trascorrere delle stagioni. Alle annotazioni quotidiane, si uniscono i fiori, gli insetti, gli uccelli e le piccole creature che popolano la natura; le minuziose osservazioni botaniche sono accompagnate dalle poesie preferite, ai detti popolari frutto della saggezza contadina. In sintesi: l’opera di una naturalista ben preparata e di una disegnatrice attenta.

In data 29 gennaio si legge: “Oggi ho raccolto alcune Pratoline, in un campo e ho visto anche alcuni Tassi in fiore. Le giovani ortiche mettono germogli e un buon numero di piante erbacee come la Digitale, l’Erisimo, l’Edera di terra, cominciano a mostrare le prime foglie verdi. Anche la Verzellina è in fiore. Ovunque si ara, si approntano recinti, si scavano fossati. Questo è stato un Gennaio straordinariamente mite.”

Il 28 agosto: “In questo mese in Scozia le piogge sono state quasi incessanti, mentre in Inghilterra Agosto è stato uno dei mesi più caldi che si sia registrato.”

Il 27 dicembre: “Sul giornale si legge oggi che tutta la Gran Bretagna giace sotto la neve, da John o’Groats sino a Land’s End, per la prima volta dopo sei anni.”

Ad introdurre il diario, lo stralcio di un poema di Lord Byron, “Il pellegrinaggio del giovine Aroldo” che forse egregiamente riassume l’opera:

Sulle rupi sedersi e ai torrenti
E agli abissi pensando, lentamente
In mezzo a selve maestose, dove
Ogn’impero dell’uom tace – che raro
Presse uman piede – o mai – smarrirsi: o sovra
Ispido monte inerpicarsi, al volgo
Mal noto, dove in libertà selvaggi
Errano greggi che dell’uom la destra
Non alimenta; e alle frane, e alle
Da inaccessi rupi di acque cadenti
Sospesi soprastar – non è cotesta
Inerte solitudine: È soave
Rapimento dell’alma alla vaghezza
Di natura rivolta, – è un affisarsi
Né tesori che a noi prodiga svela.

Riscoperte quasi sessant’anni dopo la sua morte, le illustrazioni di questo libro hanno avuto un notevole successo, e sono state utilizzate anche per produrre cartoline e disegni di botanica. Davvero una grande rivincita per Edith Holden e per tutte le donne d’inizio del secolo scorso.
Peccato che lei non lo abbia mai saputo.
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AntonioGallo | Nov 2, 2017 |

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