I tecnopadri è uno dei lavori più importanti di Alejandro Jodorowsky che si avvale del disegno del serbo Zoran Janjetov per il disegno e di Fred Beltran per il colore. Anzitutto, va evidenziata la qualità del lavoro, sia sotto il profilo editoriale, ottima carta e spazio alle vignette, che della realizzazione. Il lavoro alla base si vede tutto. E’ una storia, è la storia di Albino, ormai vecchio e saggio che racconta la sua vita; figlio di Panepha, sacerdotessa vergine fin quando non viene violentata da tre uomini diversi per partorire tre figli diversi: ognuno diverso, per forma e per carattere. Albino ha un sogno, diventare creatore di giochi, e seguiamo le sue vicende in un mondo in cui la tecnologia, la struttura piramidale della società prevalgono sulle libertà degli individui. La chiusura del libro, l’ultima frase di Albino che si fonde con il suo animaletto di compagnia, diventando meritevole di governare un mondo nuovo, dà un senso a tutto: “qui termina il nostro viaggio! La galassia promessa! Finalmente abbiamo trovato una società dove le relazioni umane armoniose saranno più importanti dei progressi tecnologici corrotti da un eccesso di scienza e da una mancanza totale di coscienza”. E’ un libro complesso, la rilettura è necessaria. Uno dei lavori più raffinati di Jodorowsky. ( )

Originally published between 1998 and 2006, the eight-book bande dessinée series collected in this omnibus follow the fortunes of Supreme Technopriest Albino, and his two siblings, as he rises through the technopriest hierarchy while the other two track down the three pirates who raped their mother and so fathered them. The story is framed as Albino’s reminiscences during a journey to lead 50,000 technopriests to a new home in a distant galaxy. When the three were born, the mother rejected Albino and his four-armed red-skinned sister Onyx, and lavished all her affection on grey-skinned Almagro. She started up a business making “kamenvert” cheese, which became a galactic monopoly. But Albino wanted to be a videogame creator for the technopriests, only he proved to have much greater talent in that area than anyone had expected… This is not Moebius – the art is gorgeous, but all the characters are somewhat pumped up, so to speak. Happily, Jodorowsky’s off-kilter inventiveness is abundant. Although it takes a few twists and turns, it’s a more straightforward morality tale than The Incal or The Metabarons, and in parts it does feel a little like it’s retreading ground already covered in those earlier series. But if you like Jodorowsky’s bandes dessinées, you’ll like this one. ( )