Con un romanzo anomalo nella forma più che nella sostanza Pugliese racconta quattro giorni di pioggia a Napoli, con lunghe visuali su persone comuni della città, che vivono tra ansie e patimenti la malacqua che dà il titolo al libro. Napoli città di tufo, gruviera collinare sul mare e nel mare, con le viscere incancrenite dai rifiuti vive con difficoltà le sue giornate di pioggia; oggi come trenta anni fa, quando Pugliese scriveva, la città continua a vivere la sua quotidianità come una continua emergenza. Ottimo lo spunto, particolare il tipo di scrittura dell’autore, che trova nella densità il suo ritmo narrativo. Ma nonostante la quarta di copertina dove si grida al capolavoro, la storia langue, si chiude alla fine su se stessa, in una sorta di girotondo senza senso. Manca, se non nella scrittura, ma non basta, vedi Erri De Luca, la forza creativa che trasforma un libro in qualcosa di più. Ma, comunque, una discreta lettura. ( )