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The Exeter Book Riddles

von Kevin Crossley-Holland

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2274119,666 (3.7)8
The ninety-six Anglo-Saxon riddles in the eleventh-century Exeter Book are poems of great charm, zest, and subtlety. Ranging from natural phenomena (such as icebergs and storms at sea) to animal and bird life, from the Christian concept of the creation to prosaic domestic objects (such as a rake and a pair of bellows), and from weaponry to the peaceful pursuits of music and writing, they are full of sharp observation, earthy humour and, above all, a sense of wonder. The main text of this volume contains Kevin Crossley-Holland's newly-revised translations of seventy-five fascinating and discursive riddles - all those not very badly damaged or impenetrably obscure - while a further sixteen are translated in the notes. These translations are very widely anthologised in Britain and the USA. Sir Arthur Bliss and William Mathias set some of them to music, Ralph Steadman has illustrated them and Michael Fairfax has incorporated them in his Riddle Sculpture.… (mehr)
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This is the canonical translation of the 95 riddle of the Exeter Book as far as I'm concerned. Very readable, with notes on every riddles possible solution, as well as reconstruction and translation.I read this alongside Porter's translation, and this one is a cut above. ( )
  dhaxton | Feb 20, 2024 |
I am aware that this is an important, historic document that in the words of the translator, page 11, 'constitue[s] a delightful and informative entree into the Anglo-Saxon world'. Also,many of the riddles, in the clear and readable translations and relating to everyday objects and circumstances, still amuse and test the mind today. ( )
  jon1lambert | Oct 29, 2018 |
Il libro dei "Riddles of Exeter". La parola inglese “riddle” significa ‘indovinello’. Io preferisco tradurla con “enigma” perché il termine ha un non so che di complesso, oscuro e misterioso. Complessità, oscurità e mistero sono elementi che vengono da lontano, dalle origini del tempo, allorquando iniziò l’affascinante storia delle parole e dei nomi: la Creazione. Fu allora che nacque la storia degli inganni, in quel giardino dell’Eden dove gli uomini, perpetrata la disubbidienza e perduta l’innocenza, vennero forniti di intelletto e cominciarono ad imbrogliarsi tra di loro. D’allora continuano a farlo in vari modi, con metafore, similitudini, tensioni, con l’uso del colore giallo, i travestimenti, la voce artefatta al telefono, le parole incrociate, i quiz, i rompicapo e così via, di interrogativi in interrogativi. Tutti cerchiamo di rappresentare le cose in maniera diversa da come effettivamente sono, interpretando, quindi, la vita come un grande enigma e gli uomini come i suoi attori.

Fu Aristotele che per primo indicò la somiglianza tra l’ “indovinello” e la “metafora”. Nella sua “Retorica” scrisse che, mentre la metafora è uno strumento usato spesso dai così detti eruditi, altra cosa è l’illusione, poiché la gente è più consapevole di avere imparato qualcosa dal suo stesso senso di sorpresa, per il modo con il quale la frase si chiude. Il loro animo sembra dire: “E’ vero, ma mi sfugge il senso”. Anche questo è il risultato del piacere che si prova di fronte ad enigmi intelligenti: essi sono istruttivi e metaforici nella loro espressione”. Non si può non essere d’accordo con Aristotele specialmente se si pensa che molti suoi concittadini persero la vita per non essere stati in grado di rispondere a questo indovinello: “Che cosa è che ha una voce e va su quattro gambe al mattino, due nel pomeriggio e tre di sera?”

E’, ovviamente, il famoso enigma della Sfinge, la mitica bestia alata con la testa di donna ed il corpo di un leone. Essa faceva domande ad ogni passante sull’orlo di un precipizio, fuori della città di Tebe. Chi non dava una risposta veniva strangolato oppure gettato dalla rupe. E quando Edipo si offrì volontario per dare la sua risposta dicendo: “E’ l’uomo che cammina sulle quattro zampe durante l’infanzia, cammina dritto dopo e cammina zoppicando aiutandosi col bastone in vecchiaia”, la Sfinge, in preda alla rabbia, si buttò giù dal precipizio.

Sappiamo che agli antichi Egizi, come ai Greci, piacevano gli enigmi. Tracce di questi ne troviamo nel primo libro sacro del Bramanesimo, il Rig Veda, nella letteratura Persiana, nel Corano ed anche nella Bibbia. La parola inglese “riddle” deriva dall’antico inglese “raedan”, “dar consigli”, spiegare, guidare. E, in senso lato, il riddle insegna in quanto presenta il ‘vecchio’ in modo nuovo. Agli uomini che siedono al tavolo a bere e ad ascoltare la voce del poeta, oppure mentre suonano l’arpa e essi stessi improvvisano poesie, il riddle riformulava il testo originario. La forma mentale anglo-sassone e lo stile letterario sembra che ben si adattassero alla metafora del riddle se si pensa che l’intero corpus della poesia dell’antico inglese è piena di mini-riddle, noti col nome di "kennings" i quali non sono altro che metafore condensate. Il mare è descritto come “il luogo dove scivolano i cigni”, la “strada della nave” e il “sentiero della balena”. Una vela è detta “il vestito del mare”, un poeta “il fabbro del riso” e una moglie “tessitrice di pace”.


Exeter è un città dell’Inghilterra sud-orientale con un’antica cattedrale ed una moderna università. Il primo vescovo fu Leofric. Egli morì nel 1072 e, tra le cose che lasciò alla biblioteca della cattedrale, ci fu un grosso libro in versi, in inglese, su diversi argomenti. E’ passato alla storia col nome di “Codex Exoniensis” o “Libro di Exeter”, uno dei quattro libri superstiti dell’antica poesia inglese. Il libro fu probabilmente copiato da uno scrivano nell’ultimo quarto del decimo secolo. Il manoscritto è formato da 131 fogli e contiene una vasta gamma di poesie. Poesie cristiane, un gruppo denominato appunto “Cristo”; poesie elegiache dal tono cristiano e germanico; poesie di tradizione germanico-pagana risalenti agli Angli, ai Sassoni, ai Frisi e agli Iuti, i primi invasori dell’Inghilterra; e poi dei “riddles”, gli “indovinelli” o “enigmi”.

Il manoscritto sembra essere sopravissuto a diverse esperienze. Ci sono spazi vuoti nel testo narrativo il che lascia supporre diversi fogli mancanti. Sembra accertato che il manoscritto sia stato usato come tavolo o piano per tagliare il pane o per poggiarvi la birra. Ci sono macchie circolari, segni di tagli e anche tracce di bruciature. Il manoscritto contiene 96 “riddles” suddivisi in tre gruppi: enigmi 1-59, enigmi 30b-60, enigmi 61-95. Si pensa che siano stati in tutto 100, sul modello di altre raccolte poetiche del tempo scritte in latino. Un foglio è mancante il che fa pensare alla perdita di 5 enigmi. Gli studiosi non concordano sul nome dell’autore di questi testi poetici. Molti pensano che siano stati scritti da diverse persone in tempi diversi. E’ possibile, comunque, dire che la data risale a partire dagli inizi dell’ottavo secolo allorquando era piuttosto diffusa la moda di scrivere enigmi in latino.

Non bisogna credere che questi componimenti siano dei semplici rifacimenti di composizioni poetiche scritte in latino. Gli enigmi di Exeter hanno, invece, un grande fascino, una spiccata immaginazione, una decisa originalità e spesso una straordinaria acutezza di pensiero. Caratteristiche di scrittura queste che ci permettono di entrare agevolmente nel mondo anglosassone. Alcuni hanno un sapore popolare, altri caratteristiche letterarie ed altri ancora entrambi gli elementi. Gli argomenti vanno dall’osservazione della natura, dei suoi fenomeni, dei suoi abitatori come gli uccelli e gli alberi, altre volte trattano di cose di casa, degli oggetti quotidiani, attrezzi e strumenti della vita di tutti i giorni.

Sia il mondo germanico che quello cristiano sono presenti e in molti casi si avverte la lenta e sottile penetrazione degli insegnamenti cristiani in un ambiente diffidente, crudo e crudele ma che vuole cambiare, tentato com’è dalle luci che provengono dalla nuova religione. Mi piace qui riportate le note parole di uno dei consiglieri del re Edwin come sono riferite dal Venerabile Beda allorquando il re stava considerando se seguire la nuova fede. Dice il consigliere al suo sovrano: “ O re, immaginate di stare seduto ad un banchetto coi vostri consiglierei e cavalieri durante una serata d’inverno. Il camino è acceso e la sala riscaldata. Fuori l’inverno infuria con le sue tempeste. Entra un passerotto da una porta ed esce da un’altra. Dentro è al sicuro, ma dopo pochi minuti lascia questo posto sicuro e ritorna all’inverno fuori e scompare. Alla stessa maniera questa vita mortale sembra solo un breve intervallo, ciò che può essere venuto prima, o può venire dopo, non lo sappiamo. Perciò, mio re, se questi nuovi insegnamenti cristiani portano una maggiore certezza potremmo seguirli. E il re lo fece”.

I secoli settimo e ottavo videro una ricca produzione di manoscritti che i missionari usavano in patria o all’estero sul continente per esercitare la loro missione. Diverse poesie parlano degli scrivani, delle illustrazioni dei manoscritti, della custodia dei libri, degli strumenti musicali in uso nel tempo e nei luoghi. La vita di ogni giorno è l’argomento caratterizzante della raccolta, l’uomo e il suo futuro nella quotidianità del suo percorso terreno, consapevole del suo destino e della presenza di Dio. Egli si dibatte continuamente nel tentativo di far conciliare le due realtà, anche se la sua ha un riferimento prevalente alla sua terra e i suoi raccolti, piuttosto che a elaborazioni di concetto.

Gli Anglosassoni erano legati all’agricoltura e questi componenti poetici rappresentano un inno al lavoratore della terra mai cantato prima. Sei enigmi hanno un riferimento alle rune, le lettere dell’alfabeto usato, in varie forme, dagli Scandinavi e dagli Anglosassoni, ottenuto modificando i segni degli alfabeti greco e latino per facilitarne l’incisione su pietra e legno. La parola “runa” significa “mistero” o “segreto”. Si ritiene che l’alfabeto runico abbia avuto origine con l’era cristiana. E’ proprio con gli indovinelli runici che i testi poetici del “Libro di Exeter” cominciano a diffondersi e restano nel tempo e nella cultura anglosassone. I bambini li imparano appena cominciano a parlare perché permette loro di giocare più con le parole che col contenuto. La fama degli enigmi del Libro di Exeter continua perché quei testi poetici continuano ad essere sia poesie che enigmi.

https://goo.gl/uv2Bva ( )
  AntonioGallo | Nov 2, 2017 |
Wow. Talk about a serious mindbender. If you think you're good at puzzles and riddles, then you need to read The Exeter Book of Riddles translated by Kevin Crossley-Holland. This took me a long time to read because I tried to figure out all the riddles. They were nearly impossible. ( )
1 abstimmen Voracious_Reader | Mar 24, 2009 |
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Not the same work as the New Exeter Book of Riddles
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The ninety-six Anglo-Saxon riddles in the eleventh-century Exeter Book are poems of great charm, zest, and subtlety. Ranging from natural phenomena (such as icebergs and storms at sea) to animal and bird life, from the Christian concept of the creation to prosaic domestic objects (such as a rake and a pair of bellows), and from weaponry to the peaceful pursuits of music and writing, they are full of sharp observation, earthy humour and, above all, a sense of wonder. The main text of this volume contains Kevin Crossley-Holland's newly-revised translations of seventy-five fascinating and discursive riddles - all those not very badly damaged or impenetrably obscure - while a further sixteen are translated in the notes. These translations are very widely anthologised in Britain and the USA. Sir Arthur Bliss and William Mathias set some of them to music, Ralph Steadman has illustrated them and Michael Fairfax has incorporated them in his Riddle Sculpture.

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