Un libro sovrabbondante, nei riferimenti culturali, quanto nel linguaggio e nella sintassi, ricchi, articolati, anche sperimentali. La trama è "semplice" e serve solo a fare da impalcatura a tutta una serie di citazioni e rimandi che si intrecciano continuamente in un vorticare di incroci che danno un po' alla testa a lungo andare. Ma sicuramente un libro che merita di essere letto e non solo per la prova di forza culturale che rappresenta, ma perché il risultato d'insieme è proprio appagante da navigare. ( )

3.5/5

Mari è un grande scrittore dall'immensa cultura e non si vergogna a ricordarcelo in questo romanzo.
Lo scrittore ama i collegamenti, i rimandi, le coincidenze e il fatto di svelarli al lettore ignaro (come già avviene in Verderame); purtroppo questa volta trovo siano eccessivi, tanto da andare a sostituire la trama.
E' un romanzo ricco di informazioni, godibili però solo dai profondi conoscitori della cultura del novecento (e non solo cultura letteraria, ma almeno anche cinematografica), se non si hanno quei riferimenti - se non si è mai letto Celine, se non si conoscono gli amori di Alma Mahler - penso sia molto difficile godere del romanzo, per quanto bella possa essere la scrittura.
Ho trovato molte parti interessanti, altre più difficili da seguire - principalmente per mancanza di riferimenti - quindi nel complesso non posso dire sia l'opera di Mari che preferisco (sarà perchè mi mette di fronte alla mia ignoranza?). ( )