I didn't understand a lot of the maths but I shall keep it on the shelf as a useful reference book and go find some more maths books - perhaps I will understand a little more each time. And anyway I enjoy understanding a little and hoping to understand more in time. And there were lots of fascinating bits of history and mathematicians to enjoy. ( )

Not for the faint hearted and definitely not for those whose maths stopped at or before the fifth form. The readable bits are very readable and often entertaining, but he assumes the reader's familiarity with (or patience to grapple with) stuff such as
log x = log x +2iπ . . . . ( )

Taming the Infinite
Ian Stewart
May 19, 2014
This book was originally published in 2008, and is a brief and rapid introduction to mathematics. Organized historically, it starts with counting bones in prehistoric times, proceeds through Babylonians and Greeks, and ends up with the proof of Fermat's theorem. The later chapters explore the relationships between and development of analysis and differential equations. This was interesting but unsatisfying, since the concepts could not be explained easily without mathematical notation. I came away tantalized with the feeling that I might have learned something if there were more details.
Folio 9/3/2012, $65
324 pages ( )

Di libri sulla storia della matematica ce ne sono tanti, ognuno con il suo taglio: per esempio Carl Boyer ha un approccio più tecnico, mentre Morris Kline è più sul versante filosofico. Il guaio è che in entrambi i casi gli autori presuppongono che il lettore abbia una conoscenza abbastanza buona della matematica per non perdersi all'interno del testo. In questo libro Ian Stewart sceglie un approccio diverso: non può naturalmente eliminare tutta la matematica, ma cerca di ridurla al minimo indispensabile, e soprattutto preferisce un approccio non lineare ma più attento ai vari temi, anche usando terminologie e simboli che non sarebbero apparsi se non molto tempo dopo ma sono più comprensibili ai contemporanei.
Purtroppo il tentativo di Stewart di rendere il testo più accattivante per chi non è matematico, soprattutto nei primi capitoli - andando avanti ha rinunciato, e secondo me il testo ci ha guadagnato parecchio - non rende un buon favore alla materia; e la traduzione di Angela Iorio non migliora le cose, tra le "funzioni strane" e molte altre frasi il cui significato si può intuire solo se si sa già di che si parla. Un peccato, perché l'approccio poteva avere senso per un pubblico colto ma non matematico.
[NOTA: io ho letto l'edizione 2011. Non so se gli errori sono stati corretti successivamente] ( )

Like many pop math books, the author will spend great care explaining a concept, then turn around and throw out a bunch of terms without context. ( )