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Follia?: vita di Vincent van Gogh

von Giordano Bruno Guerri

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Amo Van Gogh fin da quando in 5° liceo la professoressa ci ha portato in aula di disegno e ci ha proiettato i suoi quadri parlandoci delle sue difficoltà e dell’ipotesi, ventilata da molti, che fosse pazzo. All’epoca ho pensato: se fossi stata sua amica avrei potuto salvarlo (manie di grandezza post adolescenziali).
La pazzia (o meglio follia, termine più facilmente associabile ad un artista) è l’ipotesi che l’autore di questo libro cerca in ogni modo di screditare e sconfermare parlando di Vincent quasi come di un amico da proteggere.
Guerri difende a spada tratta (a volte in modo quasi morboso) la sensibilità disarmante e quasi ingenua di van Gogh. Il quadro che ne esce, nell’excursus ben narrato dei 37 anni di vita, è quello di una persona che ha sempre cercato qualcosa che non ha mai trovato veramente: l’amore (le donne che frequentava erano per di più prostitute), la fama (quasi nessuno ha comprato le sue opere mentre era in vita, alcuni ci hanno anche giocato a freccette o le hanno usate come carta per il camino… si saranno mangiate anche i gomiti poi), l’affetto del fratello (che sarà comunque la sua unica ancora di salvezza psichica ed economica).
Il libro fa emergere la persona, più che l’artista, cercando di ridimensionare tutto quello che negli anni è stato romanzato come ad esempio la sua morte che non è avvenuta, come si crede, nei campi di grano che lui aveva appena dipinto ma bensì in una fossa di letame dove lui si è volontariamente sdraiato per spararsi.
Ho trovato questo libro molto interessante, scritto bene, con passione ma anche con un certo distacco. Non si può considerare una biografia completa di van Gogh ma sicuramente un punto di vista interessante sugli aspetti più tristi e malinconici dell’esistenza di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. L’inserimento di immagini di alcuni dei quadri più famosi ha aiutato a leggere immaginando i colori e le sensazioni che lui cercava di trasmettere con le pennellate gialle, blu e rosse. Ammetto che in alcuni punti quasi mi è scappata la lacrimuccia…
( )
  Feseven78 | Apr 17, 2019 |
“Noi artisti paghiamo un prezzo incredibilmente alto di salute, di giovinezza, di libertà, delle quali non dobbiamo godere nulla.” *

* (da una lettera di Vincent a Theo)

Con il suo inconfondibile stile colloquiale ,Giordano Bruno Guerri, ci presenta Vincent van Gogh e la sua presunta pazzia dimostrando che, forse il problema più grande di van Gogh non era la pazzia ma la sua estrema lucidità.
Non è la prima volta che il Guerri si occupa del grande pittore e questo si capisce, ancora prima che lo dica lui, da come tratta l’argomento che, in gran parte, si basa sulla fitta corrispondenza tenuta da Vincent con il fratello Theo e non ancora completamente studiata.
Quello su cui insiste lo scrittore nel suo libro è sfatare, indagando con cura nella vita del pittore, la favola dell’artista pazzo e quindi neanche consapevole della sua immensa arte.

“Come spiegare agli uomini semplici che non potranno più capire un cielo, una pianura, un fiore, un viso d’uomo senza rifarsi a Van Gogh? Dovrai spiegare loro che Vincent non era pazzo, non come loro lo intendono” (Antonin Artaud)

Bisogna dire che, Giordano Bruno Guerri, alla fine della lettura, riesce ad essere molto convincente tracciando un ritratto più che credibile di questo grande maestro, non assimilabile alle tradizionali correnti artistiche, perlomeno non nella solita accezione, e perfettamente al corrente della sua potenzialità artistica fuori dai canoni prettamente tradizionali.
Certo è che la sua enorme sensibilità e la sua devozione alla pittura fu scambiata per pazzia e incapacità di adattarsi alla vita, acuendo in lui il desiderio di isolamento e sacrificio che saranno portati dall’artista fino all’estremo compimento…

“Nel mio lavoro ci rischio la vita, e la mia ragione vi si è consumata a metà” **

**(dall’ultima lettera di Vincent a Theo, prima del suicidio) ( )
  barocco | Jun 2, 2017 |
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