Katharina von Arx

Un libro che, sulla carta, aveva tutte le potenzialità per piacermi e che invece non mi è piaciuto. A parte qualche rara risata risulta antipatico, quasi respingente, di sicuro reticente e, soprattutto, immotivato.

A metà degli anni '50 un'aspirante artista svizzera, che studia e bohèmieggia all'Accademia di Vienna, parte per il giro del mondo dell'emisfero nord senza un soldo in tasca, con null'altra risorsa se non la sua arte pittorica e canora. E l'essere donna.

Elemosina passaggi navali e aerei, vitto e alloggio e accetta regali qua e là.
L'entusiasmo per questa viaggiatrice solitaria, indipendentemente e anticonformista si infrange innanzitutto contro la sua assenza di motivazione: parte da Vienna per noia e per sfida. Per andare da sua madre a Zurigo si dirige verso est e ci mette 8 mesi; in realtà scende dapprima in autostop fino a Genova per imbarcarsi per l'Egitto, poi passerà in India, a Hong Kong, in Giappone e attraverserà gli USA

Non è curiosità la sua, non ama e non rispetta i Paesi che attraversa e in cui vive, anzi quasi li irride e comunque se ne lamenta, gode nel destarvi scandalo col suo abbigliamento (capelli corti e pantaloni) ed è ostinata pure nel cacciarsi in guai dai quali viene tirata fuori proprio perché è donna e suscita istinti di protezione. Se riesce a proseguire nel suo viaggio è proprio grazie alle convenzioni sociali e a quella rete di connessioni dell'epoca di quella società che sembrava starle tanto stretta: circoli locali per stranieri, vasi comunicanti di conoscenze più o meno importanti e influenti, lettere di presentazione ecc Questo non significa che viaggi nel lusso: è perennemente senza una lira, viaggia spesso con mezzi di fortuna e in infima classe, trova ospitalità in palazzi e poi si trova in bettole piene di scarafaggi, patisce il caldo, la malnutrizione, pesanti avances da cui deve fuggire.
Senza che sia chiaro il perché di questa avventura e senza che ciò sembri in qualche modo arricchirla… (mehr)