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"dei sei giorni della creazione uno intero era stato dedicato a creare un giardino", la riflessione Borchardt riassume efficacemente il significato del bellissimo volume scritto nell'estate del 1938 in Italia, dove l'autore visse per decenni, dedicandosi alla sua più grande passione, la botanica appunto.
Per Borchardt il giardino è un omaggio all'Umanesimo, di cui fu studioso appassionato. Nel 1994 il filosofo Massimo Venturi Ferriolo, studioso del paesaggio, a proposito de "Il giardiniere appassionato" ha scritto “Il giardino, a partire dalla sua origine mitica e religiosa, è in Borchardt il percorso dell’umanista che cerca di restaurare la complessità del sapere di una cultura dotta e onnicomprensiva, dove filologia, letteratura, storia, arte, scienza, poesia e botanica camminano insieme. In questo nodo confluiscono i grandi movimenti e momenti dell’humanitas, intesa nel senso ampio di formazione spirituale dell’uomo, un significato molto vicino alla paideia greca come totalità di educazione-formazione-cultura."
Le bellissime pagine ci raccontano dunque il valore simbolico del giardino e del fiore: il giardino diventa il luogo della storia universale, perché qui l’uomo suggella la sua relazione con la natura.
Aggiungerei che l'opera rappresenta l'occasione piacevolissima per riscoprire uno dei massimi esponenti della cultura tedesca del novecento, raffinato, colto, studioso appassionato della letteratura e del paesaggio italiani.
 
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cometahalley | Dec 30, 2013 |