Grazia CherchiRezensionen

Brevi e ispidi racconti, dove l’ironia è sovente acida ed è rivolta verso individui che - come disse Cadioli in una recensione del 1986 - considerano l’altro “un semplice, occasionale strumento per il proprio specchiarsi”. Non mancano però gli sguardi delicati e dolci (la coppia a tavola nell’appartamento della casa di fronte o il drogato che ricerca una amata compagna prima di farla finita). Nell’insieme una condanna verso un mondo autoreferenziale molto poco disponibile all’incontro disinteressato con l’altro.

Come un aperitivo per la lettura, che si gode anche per le sue qualità intrinseche. E' un libro che parla di altri libri, che lo fa con la competenza di un'autrice intelligente e appassionata, e che apre molte porte su diversi percorsi letterari. L'ho letto molto tempo fa, ma talvolta mi è capitato di riprenderlo tra le mani e di rileggerne alcuni passi, con il rammarico di aver scoperto troppo tardi questa "signora ribelle della letteratura", come l'ha ricordata G. Riotta in occasione della sua prematura scomparsa.