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18 Werke 524 Mitglieder 12 Rezensionen

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A wild, broken, and human narrative. The consciouses that we (readers) experience, that seemingly digresses through all stages of human nuance and grief and violence and safety, will have readers grasping for any semblance of comfort they can perceive. A distressing story, a human story, with so many layers, sentence level and beyond. Whew.
 
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ocassim | 2 weitere Rezensionen | Dec 26, 2023 |
This is the story of the four denizens of a hamlet and the terrible events that happened the night three of them threw a small birthday party for the fourth. There's Bergogne, the farmer, content with his cows, in love with his wife, but worried about money. There's his wife, Marion, who works in town and who is about to turn forty. There's their daughter, Ida, who is so excited about the planned celebration and who spends the day before carefully painting a picture for her mother. And there's Christine, who left the art world in Paris for this quiet backwater, and spends her day painting, with only her dog, Rajah and the neighbor's daughter for company. Lately she's been getting some threatening letters though.

What makes this novel so magnificent is the perfection of the pacing and how well the author creates an unbearable feeling of dread in the reader. The novel gives each character a chapter, following their thoughts and every minor preoccupation of their day. It's a style that takes effort to read, until the reader is immersed in each character's life. And, as events move from daily chores or preparation for the party, into the events that make this novel a thriller of sorts, this structure serves to amplify the tension. And by closely following the thoughts of each character in turn, this book is a wonderful collection of complex and conflicted character studies. I was astonished by how good this book was and I hope we see more of Mauvignier's novels translated into English.½
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RidgewayGirl | 2 weitere Rezensionen | Jul 29, 2023 |
This book started off strong, though it was too strong on the suspense for me personally. Also too much gory violence. Yet about 150 pages in the suspense turned to boredom as this book was just way too long and slow and there is just too much stuff that is irrelevant.

And then the last 50 pages gets moving, slowly and then quickly. Yet despite all of those extra pages, we still don't find out how everything resolves at the then end. What happens to everyone present?

Also, if I never read another male-authored book that is largely about violence against women, I am good.
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Dreesie | 2 weitere Rezensionen | Jul 19, 2023 |
UN très grand roman, techniquement c'est du très bel ouvrage, le choral est un art difficile, il maitrise totalement. Les voix sont toutes différentes troublantes émouvantes touchantes. Un roman qui rend les années 80, le tabac partout, le foot, la musique. De ce drame, il fait une tragédie grec avec ses héros et son choeur. La petitesse et la grandeur de l'homme, la jalousie au milieu d'un drame, la faiblesse de l'individu face à la masse. Et puis le deuil et le fait qu'on échappe jamais à sa famille sauf à l'affronter. Tana est un personnage féminin d'une force incroyable.
Un grand livre sur le déplacement de nos deuils, sur le drame de ne pas parler, sur le drame de s’enfermer dans le silence. Reproduire alors qu'on veut à tout pris fuir l'image de sa mère. Un grand texte sur la transmission, sur la peur, sur la tristesse. Cet auteur est un grand romancier.
 
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PUautomne | 1 weitere Rezension | May 2, 2018 |
Pour Sybille, continuer c'est essayer de vivre même si depuis longtemps elle en a perdu le goût, l'envie mais elle le fait pour son fils.
Pour Samuel son fils, continuer c'est essayer de passer l'adolescence, le mal être, le dégoût de soi même si on aimerait disparaître, ne pas ressembler à ses parents.
Continuer c'est une randonnée à cheval dans le Kirghizistan où c'est deux êtres vont se côtoyer, s'aimer et se haïr, se sentir, s'espérer.
Un roman sur le sens de notre vie, le mal être, les regrets, le regard des autres, l'empathie et surtout l'espoir.
Bien écrit, l'écriture est nerveuse, incisive, on sent l'urgence apparaître à chaque phrase. Dommage que les descriptions en Kirghizistan fassent "images d'Épinal" de documentaires vus et revus à la télévision.
 
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coriala | 1 weitere Rezension | Apr 6, 2017 |
Un roman touchant, âpre, sur une mère et son fils adolescent. Sibylle, la mère, prend conscience qu'elle est passée à côté de sa vie, qu'elle se retrouve un moment charnière où elle fait le point sur son existence, insatisfaite d'elle-même, séparée de son conjoint, père de son fils Samuel aujourd'hui adolescent. Elle aime passionnément son fils, qui lui-même traverse une forte crise et est mal dans ses baskets. Par amour pour lui et pour la vie, Sibylle décide de l'emmener en voyage à l'autre bout du monde, au Kirghizistan, pendant plusieurs mois pour sauver ce qu'il reste peut-être encore à sauver de cette relation avec ce fils qu'elle sent se distendre chaque jour davantage.
Un voyage initiatique pour l'un comme pour l'autre, où l'auteur nous entraîne avec beaucoup de finesse dans la psychologie des personnages auxquels on s'attache fortement.
Très beau roman.
 
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fiestalire | 1 weitere Rezension | Oct 24, 2016 |
Over de Algerijnse onafhankelijkheidsoorlog, vanuit Frans perspectief, en de traumatische gevolgen voor de Franse soldaten. Goed leesbaar boek. Erg interessant, omdat het een onderwerp is dat in Nederland niet zo bekend is.½
 
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stafhorst | 2 weitere Rezensionen | Nov 9, 2015 |
Titolo: I PASSANTI
Autore: Laurent Mauvignier
Editore: Del Vecchio Editore
Pagine: 126
Anno di pubblicazione: 2014
ISBN: 978-88-6110-093-0

Racconto a due voci per narrare un atto violenza: quello di uno sconosciuto nei confronti di una donna.
Le voci narranti: estremamente letterarie per il loro essere come separate dai corpi da cui provengono, quelli di Catherine e del violentatore.
La ragazza che ha subìto violenza: Claire, muta, anonima, condannata a vivere nell’ “immaginazione” dei lettori.
Tre personaggi quasi beckettiani nel loro monologare: perché non dialogano, perché non comunicano se non attraverso la mediazione dell’autore, Laurent Mauvignier, che si fa loro portavoce affinché il lettore tutto sappia senza nulla conoscere.
Claire è stata seguita, raggiunta e violentata nell’androne del fabbricato in cui abita.
Catherine, amica di Claire, nulla ha potuto udire perché impegnata ad ascoltare Schubert, la sua passione musicale: coltiverà nella mente e nel cuore un drammatico eppure incredibilmente asettico senso di colpa.
Claire abbandonerà il suo alloggio lasciando sola Catherine, più sola di quanto lei stessa supponesse di poter essere, perché della vera storia (ammesso che possa esistere una verità non contaminata dall’entropia del linguaggio) nessuno potrà parlare.
Non il violentatore che di Claire conosce solo una forma fisica nel buio e un’epidermide che assomiglia a nient’ altro che a un abito di cui non ricordare colore, odore, sapore.
Non Catherine che è esaustivamente tormentata dal senso di colpa per riuscire a giustificarlo e sublimarlo: meccanismi mentali salvifici per rimuovere il rimorso, sino a prefigurare un futuro nel quale Claire non troverà posto.
Claire ha subito la violenza di notte, dopo essere uscita da un complesso sportivo dove il violentatore si suppone l’avesse spiata.
Inevitabile il richiamo al passo kafkiano: "Quando un uomo passeggia di notte su una strada e un altro, sconosciuto, che si può già scorgere di lontano – perché la strada è in salita e c’è la luna piena - ci viene incontro correndo, noi non lo acchiapperemo, anche se è debole e cencioso … poiché è notte e non è colpa nostra se la strada che si srotola dinanzi a noi è in salita e c’è la luna piena … forse il primo viene inseguito pur essendo innocente; forse il secondo ha intenzioni omicide e noi diverremmo complici di un assassinio; forse ciascuno di loro corre per conto proprio verso il suo letto; forse sono dei nottambuli; forse il primo è armato”. I due personaggi di Kafka non conoscono la conclusione del possibile incontro, forse non vogliono conoscerla.
Mentre anche Claire si proietta in altra da sé: la donna che potrà cancellare la memoria del suo drammatico e lacerante incontro perché nulla vuole conosce del suo carnefice.
Mauvignier non scava nei ricordi, malgrado la loro contiguità temporale, piuttosto nelle incertezze del presente: un presente immobile nell’attesa di un indefinito futuro nel quale si troveranno a vivere i tre personaggi. Un futuro che, coerentemente, non trova soluzione descrittiva.

Essenziale l'uso della tecnica narrativa alternata: lo stupratore (che resterà anonimo) e Catherine non si conosceranno mai, ma si sfioreranno nelle strade e nei luoghi frequentati da entrambi conservando il dubbio sulla reciproca idendità. Tecnica che contribuisce a interiorizzare il contenuto del romanzo, provocando un senso di incompiutezza nel lettore che, inevitabilmente, vede frustrati sia il desiderio di sapere di più sia, nello stesso tempo, la speranza di una giustizia riparatrice.
Giustizia che non arriva e che resterà come un’ombra proiettata negli ambigui effetti narrativi e linguistici.

Inevitabilmente, nell’ alternarsi dei pensieri sospesi dei due personaggi narranti, può accadere che il lettore sia trascinato ad aspettare che l’anonimo violentatore si trasformi in un individuo concretamente reale, descritto, magari in flash-back, nel momento dell’aggressione. E che Catherine riesca a far esplodere, distruggendo in sé ogni giustificazione, una manifesta e urlata tensione per il dolore provato per non essere riuscita ad aiutare Claire.
Non sarà possibile: il lettore dovrà, a sua volta, sublimare i propri desideri accettando che tutto resti confinato nel silenzio e nell’ombrosamente indefinito.
Dunque, l'emozione non potrà che sfumare nel totalmente letterario, sino a ripiegare nell’accettazione di un’ indeterminatezza della possibilità di un’analisi realistica dell’accaduto.

Magistralmente scritto, il romanzo I passanti afferma il potere della suggestione e la priorità dell'immaginazione sul reale.
E infatti, il violentatore anonimo “immagina” di dare un senso alla propria inutilità e al proprio vuoto esistenziale rovinando la vita di altri - in ciò rimanendo in bilico tra schizofrenia e paranoia - dopo averne osservato, con occhi nichilisticamente sarcastici, il loro comportamento: quello di coloro che aspettano, di coloro che non sanno cosa volere né dove andare. Pensarli, immaginarli diversi per poterli offendere e violentare, perseguendo inconsciamente la violenza e l’offesa verso se stesso e verso la propria inadeguatezza a vivere.
D’altra parte, Claire si abbandona alla suggestione di riuscire a vincere il concorso per diventare insegnante di musica; eppure – dicotomica frattura del reale - immagina di poter vivere senza aspettare niente, “… per non soffrire ancora dello scarto che c’è tra i nostri gesti e le nostre parole, tra i futuri immaginati e il futuro … [pag. 111]”.
Infine, non si può che essere d’accordo con il traduttore Angelo Mollica Franco:

“ E’ da riconoscere a Laurent Mauvignier … una sorta di patrimonio letterario invisibile, da
cercare tanto nell’ipotassi così cara a Balzac o Proust, quanto in quella linea sotterranea che si situa tra Faulkner e Claude Simon … per non parlare di Kortès, Duras e, naturalmente, Celine e Joyce”.

Voto 4½
 
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dddedalus | Apr 19, 2014 |
L. Mauvignier nous offre un magnifique roman, c'est d'ailleurs pour moi le meilleur de la rentrée 2010. J'avais été relativement déçu par son précédent "La foule" alors qu'ici nous sommes face à un grand livre.
Une histoire très forte qui est distillée goutte à goutte, où les hommes ne sont jamais ni blancs ni noirs. La grande force du livre est d'avoir mis un style brillant au service d'une histoire impressionnante et d'avoir réussit à trouver un équilibre parfait entre les deux.½
 
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Toberlan | 2 weitere Rezensionen | Nov 30, 2010 |
Tous les ans, mon beau-frère libraire tente de me faire connaître un peu plus la Littérature, à moi le fan de science-fiction et de fantastique. Cette année, un des livres qu'il a sélectionné pour moi est "Des hommes". Au départ, le sujet me parle : des hommes qui ont vécu la guerre d'Algérie, comment ils vivent ce traumatisme maintenant, comment ça affecte leur vie maintenant, plus de 40 ans plus tard. Le style que j'ai identifié au fil de pensée, bien qu'il doit avoir un nom plus classe, est très bien rendu, ça renforce le côté du livre sur la vie ordinaire de gens ordinaires, qui ont un jour été témoins et acteurs de l'Histoire, et comment ça les a marqué sans que personne ne le sache. Et c'est vrai qu'on se fait souvent la réflexion que les anciens d'Algérie en parle peu, j'ai connu quelqu'un comme ça. On retrouve ce repli, cet effort d'oubli, qui surgit des dizaines d'années après parce qu'on n'oublie pas, on camoufle.

Maintenant, malgré tout ça, je n'ai pas été si touché que ça par le récit, bien qu'il sonne vrai. Mais il décrit si bien l'ordinaire de ces personnes que du coup, ça m'a laissé à l'écart. Je pense néanmoins qu'un amoureux des livres et de la littérature trouvera ce livre excellent, car on sent bien la qualité quoi qu'il en soit, mais à mon niveau, ça ne m'a pas parlé des masses.
 
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FoM | 2 weitere Rezensionen | Nov 25, 2010 |
Un roman choral.
Des personnages qui s'entrechoquent dans le chaos d'une catastrophe.
le destin qui frappe à chaque instant et s'amuse de ces jeunes gens.
Tous en sortiront changés à jamais.

Dans une écriture syncopée, Laurent Mauvignier explore les tréfonds d'âmes en proie aux bouleversements.

Un roman sublime et déchirant.
 
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tom82 | 1 weitere Rezension | Mar 26, 2007 |
Pourrait être le dialogue entre le mari et la feme dans Soie de Baricco, dans un autre espace temps.
Lumineux !½
 
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Zuzka | Dec 7, 2006 |
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