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Lädt ... Le mariage de plaisir (2016. Auflage)von Tahar Ben Jelloun (Autor)
Werk-InformationenLe mariage de plaisir von Tahar Ben Jelloun
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Melde dich bei LibraryThing an um herauszufinden, ob du dieses Buch mögen würdest. Keine aktuelle Diskussion zu diesem Buch. La «linea del colore» – quella che William E.B. Du Bois prediceva nel 1900 destinata a essere la «questione centrale del XX secolo» – è al centro dell’ultimo romanzo di Tahar Ben Jelloun, tempestivamente edito in italiano. Questa volta, però, non siamo negli Usa o in Europa bensì in Marocco, terra dell’autore. «C’era una volta nella città di Fès», comincia il romanzo. Come una favola. E in parte lo è, ma per divenire via via sempre più realistica, fino all’attualità dei giorni nostri. Il «matrimonio di Mut’a», reso come «di piacere», è una pratica prevista dall’islam per gli uomini che trascorrono lunghi periodi lontano da casa: perché non frequentino prostitute, possono contrarre un “matrimonio” temporaneo con una donna, cui restare fedeli per il tempo stabilito. Amir è un mite commerciante di spezie cinquantenne, sposato e con quattro figli (di cui uno down, con un ruolo tutt’altro che marginale nel libro), che per le forniture per la sua bottega si reca un paio di mesi all’anno a Dakar. Qui incontra la giovane e scultorea Nabou, che dopo alcuni anni egli decide di portarsi a casa come vera seconda moglie. Immaginabile l’impatto del ritorno a casa, dove alla gelosia (da parte della prima moglie, peraltro frutto di un matrimonio combinato) si somma una discriminazione pesante ed esplicita (anche a Fès, annota l’autore, non ci si ritiene razzisti, ma è il nero che è il colore del male…). Da notare anche la voluta incertezza, da parte del Ben Jelloun narrante, nel considerare il Marocco come appartenente o meno all’Africa (quando Amir parte per il Senegal, va «in Africa»; d’altra parte assicura al figlio Karim che anche lui è africano benché bianco). Siamo nei primi anni Cinquanta, ma la questione della linea del colore non tenderà affatto a sfumare. La nuova coppia avrà due gemelli, non «caffelatte» come ci si aspettava ma l’uno bianco e l’altro nero. Quest’ultimo, costantemente indotto a interrogarsi sulla sua identità, avrà a sua volta un figlio nero come lui, che gli eventi accomuneranno all’ondata di “africani” che ormai si abbatte sul Marocco, terra di transito per Ceuta e da qui in Europa. Ben Jelloun ha scelto un percorso che sorprenderà il lettore, oltre che per la trama, anche per le mutazioni di registro e per la denuncia dell’atavico razzismo – suo tema prediletto – nel Maghreb nonché per le… punture di spillo sulle derive dell’islam. Se un appunto si può fare, è che alcuni giudizi sembrano più voce dello scrittore che dei personaggi (oltre a un anacronismo: nei primi anni Cinquanta non si parlava ancora di «trisomia» per la sindrome di Down). Nota a margine: l’«Amine» della dedica del libro è il nome del figlio con sindrome di Down di Tahar Ben Jelloun. Un segno di quanto quest’ultima sua fatica debba essere particolarmente cara all’autore. Infine, dopo il fortunato "Il razzismo spiegato a mia figlia" e "L’Islam spiegato ai nostri figli" (Bompiani), attendiamo di leggere in italiano anche come lo scrittore marocchino abbia spiegato ai nostri figli il terrorismo («È stato più difficile che scrivere un romanzo», ha dichiarato). Une belle lecture, à la découverte de cette tradition de l'islam qui permet à un homme de contracter un mariage à durée déterminée lorsqu'il est loin de sa famille, afin de ne pas être tenté d'aller voir des prostituées. Le lecteur suit alors les aventures d'Amir, un commerçant de Fès, qui part régulièrement pour ses affaires à Dakar, où il retrouve chaque fois Nabou, une très belle jeune femme, qu'il épouse donc temporairement. Mais il va réellement tombé amoureux d'elle et va décider de la ramener à Fès, au Maroc. Débute alors les difficultés pour cette jeune femme qui va être l'objet d'une jalousie féroce de la part de la première femme d'Amir, et d'un rejet tout aussi ferme de la part de ses enfants, à part son plus jeune fils, Karim, trisomique, qui est le seule à prendre la défense de Nabou. Son handicap n'est jamais mis en avant commeune tare. Bien au contraire, il est juste celui qui est sans préjugés, doux, affectueux Nabou va donner naissance à des jumeaux, l'un blanc, l'autre noir, et là l'auteur nous emmène dans l'observation détaillée de la manière dont le racisme colle décidément bien fort à la couleur de la peau. Car ces deux frères jumeaux ne subiront pas du tout les mêmes rejets, montrant ainsi que les rouages du racisme sont tout autant présents en Afrique du nord qu'en Europe. Zeige 3 von 3 keine Rezensionen | Rezension hinzufügen
Gehört zu VerlagsreihenGallimard, Folio (6385)
"Dans l'islam, il est permis un homme qui part en voyage de contracter un mariage dure dtermine pour ne pas tre tent de frquenter les prostitues. On le nomme "mariage de plaisir". C'est dans ces conditions qu'Amir, un commerant prospre de Fs, pouse temporairement Nabou, une Peule de Dakar, o il vient s'approvisionner chaque anne en marchandises. Mais voil qu'Amir se dcouvre amoureux de Nabou et lui propose de la ramener Fs avec lui. Nabou accepte, devient sa seconde pouse et donne bientt naissance des jumeaux. L'un blanc, l'autre noir. Elle doit affronter ds lors la terrible jalousie de la premire pouse blanche et le racisme quotidien. Quelques dcennies aprs, les jumeaux, devenus adultes, ont suivi des chemins trs diffrents. Le Blanc est parfaitement intgr. Le Noir vit beaucoup moins bien sa condition et ne parvient pas offrir son fils Salim un meilleur horizon. Salim sera bientt, son tour, victime de sa couleur de peau."--Publisher's description. Keine Bibliotheksbeschreibungen gefunden. |
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Google Books — Lädt ... GenresMelvil Decimal System (DDC)843.914Literature French and related languages French fiction Modern Period 20th Century 1945-1999Klassifikation der Library of Congress [LCC] (USA)BewertungDurchschnitt:
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