Rat-man è il personaggio più famoso di Leo Ortolani; un topo super eroe alle prese con problemi da grande uomo. Credo che il padre più che putaturo di Rat-man sia Cattivik, la splendida creatura figlia del genio di Bonvi. Ortolani proietta il suo esilarante topo in una serie di episodi che appartengono, comunque, all’immaginario collettivo, da Goldrake al naufragio del Titanic; e riesce a farlo con grande garbo ed ironia. Buona la scelta dei testi proposti per questa selezione di storie di rat-man; tra queste va segnalata l’ultimo episodio “dimenticati dal tempo” nel quale Ortolani con straordinario garbo attraverso un attempato rat-man racconta la solitudine dei vecchi.

Recensione del 11 settembre 2008
Il successo di Rat-man, parodia tutta italiana dei supereroi statunitensi, è un dato di fatto. A mio avviso si tratta di un’idea sicuramente originale ma ha limiti di sostanza oggettivi. Si vede la scuola italiana e, in particolare, la lezione di Andrea Pazienza. Ma ci sono anche tutti i limiti della cultura italiana contemporanea, per intenderci quella morettiana, abituata alla masturbazione ed al rimpianto di un mondo più noioso. Rat-man è disegnato con tratti elementari, gradevoli, ma il disegno è semplice e mai coinvolgente. Ed anche i testi sono troppi, spesso scontati. Per carità nel fumetto quasi sempre è così. Tex spara più veloce, Dylan Dog si innamora e Supeman vince. Ma ogni storia va per sé. Rimane uguale solo il finale. Invece con Rat-man è troppo spesso la piattezza a vincere. ( )