Elio VittoriniRezensionen

Mio Padre aveva nella sua biblioteca cartacea questo libro che lessi quando non avevo le capacità di comprendere appieno il suo significato. Il 12 febbraio 1966 quando ero a Lucca per il corso AUC, (sedici mesi alla patria di cui Lui parlava spesso), cominciai a comprendere il significato di questo libro. Lui, mio Padre, era ancora tra di noi, ma se ne andò Vittorini.

"Conversazione in Sicilia" è un romanzo scritto da Elio Vittorini e pubblicato per la prima volta nel 1941. È considerato uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento e rappresenta una tappa importante nel panorama del neorealismo letterario.

Il romanzo racconta la storia di Silvestro Ferrauto, un giovane siciliano emigrato a Milano, che decide di fare ritorno nella sua terra natale per visitare il padre malato. Durante il viaggio in treno verso la Sicilia, Silvestro entra in contatto con diverse persone, ognuna delle quali gli racconta la propria esperienza di vita e gli fornisce spunti di riflessione sulla società e sulle ingiustizie presenti nel paese.

Il contesto storico in cui si sviluppa il romanzo è quello degli anni '30, un periodo segnato dalla dittatura fascista e dalla miseria diffusa soprattutto tra le classi più povere. Vittorini utilizza la figura di Silvestro come alter ego per esprimere la sua critica nei confronti della società e per rappresentare il profondo legame con la sua terra d'origine.

Attraverso una prosa ricca di immagini e di suggestioni, Vittorini descrive la bellezza e la durezza della Sicilia, le contraddizioni sociali e culturali che la caratterizzano. Il romanzo esplora tematiche come l'emigrazione, l'isolamento, la solitudine, l'oppressione politica e sociale, la ricerca di un senso di appartenenza e di identità.

"Conversazione in Sicilia" si configura come un romanzo di formazione, in cui il protagonista intraprende un viaggio fisico e interiore che lo porta a riflettere sulla sua vita, sulle sue scelte e sulle sue relazioni con gli altri. La narrazione è caratterizzata da un ritmo lento, scandito da dialoghi intensi e da una prosa poetica che rende il romanzo un'opera dalle molteplici sfumature.

L'opera di Vittorini ha avuto una grande influenza sulla letteratura italiana e ha contribuito a ridefinire le modalità narrative dell'epoca. "Conversazione in Sicilia" rappresenta un'opera universale che affronta tematiche ancora attuali, come l'alienazione, l'identità e l'importanza dei legami familiari e culturali.

Sarebbe un libro interessante, in teoria.
Ma la storia si spegne nel giro di venti pagine. I nemici (perché ci sono chiaramente dei nemici in questo libro) sono delle non persone, esistono ma non sono, macchiette senza senso.
Il protagonista perde pagina dopo pagina quel minimo di interesse che poteva avere all'inizio e alla fine perde pure qualsiasi senso. Berta, beh esiste Berta? Forse è solo una allucinazione del protagonista, ma tanto è solo un mezzo al fine della trama.
I dialoghi però... I dialoghi. Ma che diamine sono quei dialoghi?!

Remo Cantoni, La Dittatura dell'idealismo, p. 1, Nelo Risi, Dieci poesie, p. 7, Kafka, Lettera al padre, p. 8, Renato Boeri, Tombe della montagna, p. 20, Michele Rago, L'italia nascosta di Gramsci, p. 22, Werner Bischof, Lettere dalla Grecia, p. 26, M. Kavé, Lettera dalla Persia, p. 27, Crockett Johnson, Barnaby e il signor O' Malley, p. 29, a proposito della critica di Baran e Leontiev, Revisionismo e marxismo, p. 31.

A strange quasi-memoir set in 1930s Italy, during its Fascist years. It ostensibly tells the tale of a son going back to briefly visit his mother in Sicily, after being away for 15 years. What prompts this is his receiving a letter from his father, informing him that he has left her and gone away with another woman.

Melancholy, symbolist, poetic, frank, philosophical, world-weary, rejoicing – it is all of these things alternately then simultaneously, throughout. The characters our protagonist meets are the most human of caricatures, exaggerated perhaps in their individuality in the re-telling, but fundamentally solid flesh and minds and hearts still beneath that. There is little explicit mention of politics, but it lies as an undercurrent – a deep running concern over the suffering of humanity, its simple pleasures, personal quirks, and traditional ways of life.

It is a paean to everything humanity was and is, a cathartic setting down and unburdening (is that possible) of the conflicting feelings of a soul at once tormented and enchanted by the world.

Sizilia da Mediterraneo itsasoaren bihotza. Bertan izan dira greziarrak, erromatarrak, bandaloak, bizantziarrak edota mairuak. Sizilia dira gosea, migrazioa, biolentzia amaigabea. Antzinako doinuak, begiradak eta sumendiak. Siziliak jabe bakarra du, bertan betirako agintzen duena: Eguzkia. Ez du inork Sizilia utziko eguzki izpi bakan batzuk barne-barnean gorde gabe.

Silvestro Ferrautok, Bolonian bizi den tipografo siziliarrak, aitaren eskutitza jaso du ama beste emakume batengatik utzi duela esanez. Segituan hartu du trena Siziliara, ongi ulertu gabe zergatik, ama ikustera joateko. Italia osoa zeharkatuko du, baita irlako portu eta ibarrak ere, etxera iritsi arte. Bidaia hitzez hitz bizitzaren sustraietara etorriko da, Siziliako eguzkia atzean utzi eta gauean barneratuz joan ahala.

Hau da Elio Vittoriniren maisulana, zentsura faxista saihestuz Mussoliniren Italian argitaratzea lortu zen eleberri antifaxista bakarra.

853.912 VIT

853.912 VIT

Gennaio 1944. Sulla Milano occupata dai nazisti da più di un anno quel giorno splende un tiepido sole: non è un’eccezione, nell’inverno più mite dal 1908 a questa parte. Un uomo costeggia una bancarella di libri conducendo la sua bicicletta per mano. D’un tratto vede una donna che conosce sul tram 27 che sta ripartendo dalla fermata di Porta Venezia: salta in sella in tutta fretta, insegue il tram per un bel pezzo, finché in Piazza della Scala la donna scende. Lo riconosce anche lei, si abbracciano emozionati, la donna gli bacia le mani, camminano sottobraccio. Lei lo desidera, gli chiede di prenderla, lui la fa montare sulla bicicletta e si dirige verso l’appartamento in cui dorme, un covo della Resistenza in fondo a Corso Sempione. Per la strada si devono fermare, c’è un posto di blocco delle milizie fasciste al quale sfuggono per miracolo. La donna si chiama Berta, lui ormai si fa chiamare Enne 2, Naviglio 2, ed è un partigiano. L’anno prima i due stavano insieme, poi lui è stato arrestato ed è rimasto in galera da maggio ad agosto. Quando è uscito, non l’ha più cercata. La casa di lei era stata distrutta dai bombardamenti, lei era andata a stare in campagna ma lui non l’ha cercata, si è accontentato di appendere dietro la porta della stanza in cui vive un vestito di Berta. Ma non l’ha più cercata. Lei nel frattempo si è sposata, anche se in realtà è Enne 2 l’uomo che ama. Vorrebbe tornare con lui, ma prima sente il dovere di avvisare il marito. Intanto i partigiani milanesi stanno organizzando un attentato contro il Tribunale militare nazista…

When you are reading this at a far-remove from 1930's Italy it is probably easy to just take it as a quirky travelogue rather than as "one of the great novels of Italian anti-fascism" as it is described in the book's English translation promo.

As a first-time reader I was constantly second-guessing the various statements and incidents for their possible meanings, some of which were more blatant than others e.g. [Not so obvious] when the narrator says that he can only read dictionaries now is that meant to imply that all other books have been censored by the regime?; why does the narrator pretend to be from New York City when he is on the ferryboat?; when the little Sicilian on the ferry and at the wharf says that Sicilian oranges are treated on the international markets as if they are poisoned is the fruit meant as a symbol of the regime?; [More obvious] the whiskered and non-whiskered policemen standing in the train corridor, having overheard the little Sicilian talk about oranges, discuss whether he should have been arrested; when the big Lombard enters the train compartment he shuts the door while complaining of the "stink" from the corridor (where the policemen are); etc.

The fascist censors had difficulty as well, as they let it pass in its original serialized magazine printings from 1936-1938 and allowed its original book publication in 1941, until finally arresting and imprisoning the author in 1942.

Hemingway's attraction to its modernist stylings esp. the Gertrude Stein-like repetition effects, is more obvious. His foreword has been used in the English translation publications since 1949 including in this 2000 translation by Alane Salierno Mason.

Trivia:
- the unspecified war that is often referred to is presumably the 2nd Italo-Ethiopian War of 1934-36 based on the book having been written in 1936-38: https://en.wikipedia.org/wiki/Second_Italo-Ethiopian_War
- the book was filmed in 1999 as "Sicilia!", some non-subtitled excerpts are available on YouTube such as the "La Puzza" (The Stink) train scene at https://www.youtube.com/watch?v=EnuVIWOrGDg

De grote Vittorini blinkt uit in deze sobere, suggestieve bezinning over de dood, die tegelijk een verheerlijking van het leven is en een keiharde kritiek op de Italiaanse maatschappij van de jaren 1940. De veroordeling van een mislukte staat subtiel verpakt in een roman: aangrijpend, overrompelend en ondanks de schaarse fraseringen super effectief. Absoluut hoogtepunt is de monoloog van Roetsnoet: vlijmscherp in zijn eerlijkheid, overdonderend in zijn poëzie en genadeloos in zijn verwerping van de gevestigde waarden. Een klein meesterwerk.

P.S. lees zeker ooit eens Vittorini's anti-fascistische roman 'Gesprekken in Sicilië': het is een van mijn favorieten 'ever' en een boek dat ik zeer nauw aan het hart draag. Ooit verfilmd door de minstens even geweldige Straub-Huillet als 'Sicilia'.

Sinds het lezen van 'Gesprek op Sicilië' kan Vittorini voor mij weinig of niets meer verkeerd doen (zie ook de verfilming door Straub & Huillet 'Sicilia!'). 'De rode anjer' is chronologisch gesproken zijn derde roman. Tijdens het schrijven ervan had Vittorini zich nog niet bekeerd tot het communisme dat hij later zo vurig zou gaan belijden, maar dweepte hij nog met het zwarte hemden-fascisme van Malaparte en co, zij het al met de nodige kanttekeningen. 'De rode anjer' is een grote kleinejongensroman, het verhaal van 2 jonge knapen die flirten met alles wat een rok draagt én met het rechtse gedachtengoed van Benito, nog voor die goed en wel Italië de onomkeerbare dieperik injoeg. Ze worden tot over hun oren verliefd op het liefje van de ander en zo zit het spel op de wagen. Een beklijvende roman vol van energie en levenslust, Italiaanse frivoliteit en vurige voor die tijd gewaagde erotiek. De zintuigelijke, coulante en quasi nonchalante stijl van Vittorini maakt van deze roman een impressionistische parel.½

”Jeg var besat af et ubestemmeligt raseri hele den vinter. Jeg skal ikke komme ind på af hvad art, dette raseri var, det er ikke det, jeg har sat mig for at fortælle om. Jeg vil blot nævne, at det var et ubestemmeligt raseri, og at det hverken var heroisk eller særlig voldsomt…” (s. 5)

Sådan åbner Samtale på Sicilien. Fortælleren, Silvestro Ferrauto, er en mand på knap 30 år, der er blevet overvældet af meningsløshed over for verden omkring ham. Ja, der er også raseri, men først og fremmest er der ligegyldighed. Han driver rundt i Milano, da han efter en pludselig indskydelse springer på et tog til Syrakus på Sicilien. Det bliver en rejse tilbage i tiden til den ø, hvor han voksede op, men som han ikke har set i 15 år.

I starten ligner det en lykkelig bevægelse mod fortidens simplere og mere meningsfulde tilværelse. Han begejstres over den sicilianske ost – tanken om de lokale fødevarers fortrin er bestemt ikke ny – men konfronteres også straks med den udbredte fattigdom, der fik så mange til at udvandre til det fjerne Amerika eller resten af Italien. Genopdagelsen af fortiden tager for alvor fart, da han kommer hjem til moderen, men det gør de ubehagelige minder også. Faderen har forladt hende, og hun angriber ham nådesløst for at være en klynker, for at være en kvindebedårer og for ikke at være en rigtig mand. Som det er set så mange gange senere, så går forældrenes kampe ud over børnene.

Så langt befinder romanen sig stort set inden for en realistisk tradition, men den drejer af mod det mere usandsynlige med meget åbenhjertige diskussioner med moderen om utroskab, en dialog på kirkegården, der til fulde lever op til faderens begejstring for Shakespeares brug af spøgelser, og et druklag med en skærsliber, en tøjhandler og krovært. Bag det hele lurer tabet af en bror, der rejste ud med samme eventyrlyst som Silvestro, men som mødte sit endeligt i krigens rædsler.

Det motiv har givetvis været nærliggende for Vittorini, da han skrev bogen omkring 1940 som en mere eller mindre skjult kritik af fascismen, og den diskussion er selvfølgelig stadig relevant. Fortællingen gjorde bare ikke det store indtryk på mig, og selvom åbningen var stærk, så blev min interesse mindre efterhånden som handlingen flyttede sig fra det konkrete til det arketypiske og mytologiske.

I'm not going to pretend that I get all the allusions and layers of this allegorical post-war Italian novel, but I definitely enjoyed it and understood at least some of the metaphors woven into the story. This has the feeling to me of post-war Italian movies, lit by stark sunlight and framed with half-fallen walls and women pushing wheelbarrows. The author shows an obvious love for his country and his Communist ideals here, as well as some harsh criticism of the fallen Facist government and encroaching capitalism. While the themes and the metaphors are pretty dated and temporal, there is also an affection and interest in humanity and the ways we reach out to and interact with each other that gives this novel a freshness and universality that it might not otherwise have. It's also often very funny! A somewhat challenging read, but absolutely worth it.

[full review here: http://spacebeer.blogspot.com/2015/03/women-of-messina-by-elio-vittorni-1949.htm... ]

In 1943 lijkt er een einde te komen aan de in 1922 door Mussolini gevestigde fascistische dictatuur in Italië. Nadat de geallieerden in juli 1943 op Sicilië waren geland, wordt vooral in het noorden van Italië het verzet steeds sterker. De ontwikkelingen volgen elkaar snel op: eerst wordt Mussolini door zijn eigen fascistische partij afgezet en gevangengenomen, vervolgens zoekt de Italiaanse koning toenadering tot de geallieerden en vallen de Duitse troepen het noorden van Italië binnen. Ze bevrijden Mussolini uit de gevangenis en dringen hem de leiding op van de nieuwe Italiaanse Sociale Republiek, niet meer of minder dan een vazalstaat van Duitsland. In het voorjaar van 1945 komt er een eind aan deze ‘Republiek van Salò’: het verzet van de partizanen wordt steeds sterker en de geallieerden rammelen aan de poort. Eind april 1945 capituleren de Duitse legers in Italië.

Al in juni 1945 ligt Elio Vittorini’s roman Mens of niet in de boekhandel. Het is daarmee met recht de eerste literaire verwerking van het verzet tegen het fascisme. Voor hij deze roman kon schrijven had Vittorini een lange weg te gaan. Zoals zoveel jonge Italianen voelt hij zich aanvankelijk aangetrokken tot het anti-burgerlijke, revolutionaire en ‘moderne’ fascisme, maar als schrijver en journalist blijft hij open staan voor alles wat dynamisch en vernieuwend is. Dat brengt hem steeds vaker in conflict met de fascistische autoriteiten. De breuk volgt na het uitbreken van de Spaanse Burgeroorlog, als hij partij kiest voor de Republikeinen en tegen Franco. Vittorini sluit zich aan bij het communistische verzet, wordt in 1943 gearresteerd, vier weken later op borgtocht vrijgelaten en moet vervolgens onderduiken. Vanuit zijn onderduikadres geeft hij de Milanese editie van de illegale communistische krant L’Unita uit en begint hij te schrijven aan Mens of niet.

Mens of niet is het verhaal van het Milanese verzet tegen de Duitsers en hun Italiaanse handlangers. We volgen N-2, de leider van een verzetsgroep, bij het beramen en uitvoeren van aanslagen, bij de verwoede discussies met de kameraden uit zijn groep, en op zijn zwerftochten door de stad, opgejaagd door de militie van Zwarte Hond, die met een gruwelijk sadisme de politieke gevangenen tot op het bot vernedert. De strijd culmineert in een overval van N-2 en zijn mannen op het gerechtsgebouw, waar zij een bloedbad aanrichten onder de daar aanwezige fascisten. Als represaille worden tientallen burgers opgepakt, gefusilleerd en vervolgens ter afschrikking in het centrum van Milaan tentoongesteld.
De ogenschijnlijk simpele plot en het tot op het bot uitgeklede proza van Vittorini met zijn karakteristieke herhalingen wordt doorspekt met indringende morele vragen die de schrijver zijn hoofdpersonen laat stellen; waarom leeft de mens, waarom strijdt hij, waarom krenkt hij en als hij krenkt is hij dan nog wel een mens? Deze vragen en de constatering dat zowel het menselijke als het onmenselijke onlosmakelijk met elkaar en met het mens-zijn zijn verbonden maken dat Mens of niet ver uitstijgt boven een traditionele verzetsroman.

Uomini e no è imperniato sulla vicenda di Enne 2, un partigiano che vive la Resistenza a Milano nel 1944, tormentato dall'amore impossibile per una donna sposata, Berta. Disperazione sociale ed esistenziale spingeranno Enne 2 a un'ultima, suicida impresa di guerra. Composto durante la Resistenza, nel momento, cioè, dell'intensa partecipazione di Vittorini alla lotta antifascista, il romanzo riflette l'insanabile rapporto tra umanità e violenza, uomini e sedicenti tali: a sottolinearlo, alcuni brevi capitoli di riflessione nei quali l'autore affronta la stessa situazione da punti di vista diversi, imponendo all'attenzione del lettore le molteplici realtà in cui l'uomo è condannato a vivere.

Thoroughly enjoyable. Every ten pages or so resolve themselves in little narrative paradoxes that reminded me of Zen koans. It's not hard to see why Hemingway was attracted to it. Moreover, it filled out the Sicilian landscape for me that I was already used to from Sciascia, Pirandello and Verga.

I read Conversation in Sicily when I was a sophomore in college and really enjoyed it. That's getting long enough ago that I can't always remember exactly why I enjoyed certain books, but I'm starting to realize that if the book still stands out in my mind, it's probably because I really liked it. I remembered was that it was the story of a man who goes back to his childhood home in Sicily and talks to a series of people, and I thought since it had a lot of conversation, it would be a good book for me to read as I learn Italian. So, this time I read Conversazione in Sicilia, in italiano! It was a joy to read in its original language.

Vittorini writes of a man, Salvatore, who returns to his Sicilian home after 15 years in the north to visit his mother, who has recently been abandoned by his Shakespeare-loving father. He talks to some people on the train, including a poor farm laborer who mistakes him for an American. He also sees two police officers, referred to in the text as "Coi baffi" and "Senza baffi" (With and Without moustaches), who are derided by the other passengers. When he arrives to his mother's town, he finds her and eats a herring with her. They talk about the past, with his romantic memories of childhood contrasting with her recollection of poverty and hunger in railroad houses of southern Italy. She takes him along with her on her rounds as she goes from house to house giving injections to sick people. They visit a series of poor families with very little to eat and then visit the homes of two wealthier women, who joke with Salvatore and his mother and pretend to be afraid of letting Salvatore see them receive their shots. He then grows restless and decides to walk off, meeting a series of men whom he befriends, repetitively talking about "il mondo offeso" with each new interlocutor. The group ends up getting quite drunk on wine at the bar and Salvatore stumbles away, having a strange encounter with a ghost-like man who lurks in the shadows of the graveyard before waking up the next morning back at his mother's house. He walks through town crying, then comes back home once more before leaving Sicily.

One of the things that I admired most about this book was its vivid depiction of Sicily as a tremendously beautiful place, but also as a place full of poverty and suffering. On the one hand, the mountainous rural landscape, the sounds of music and ringing bells floating through the air, and the natural beauty of the women contribute to a rather wonderful and romantic image of southern Italy. This beauty is contrasted with the struggles of the Sicilians with whom Salvatore converses. There is a lot of talk of hunger, and the people that Salvatore meets often eat scavenged food such as snails and herbs from the countryside, if they have food to eat at all. The man he meets on the train talks about how nobody has money to buy his oranges, which is why he has nothing to eat except these same oranges that he can't sell. Salvatore, as an outsider in his homeland, struggles to make sense of the suffering that he sees, and wonders, along with his partners in conversation, why the world is the way it is. I thought the balance between the two extremes of beauty and suffering was excellent. Many depictions of the third world (because this Sicily of the 1930s certainly felt like the third world) seem to either emphasize either the romance and exotic beauty of foreign lands or dwell on the horrible suffering and oppression of the lower classes. This account of Sicily felt very, very realistic because it included both sides of the coin. Salvatore, in his return to his homeland, is especially attuned to the beauty of the land because it is intertwined with childhood memories. He is also especially attuned to the suffering because, as a man who has moved to a different and more prosperous place, he is now seeing the struggles that he was perhaps not fully aware of as a child.

More than half a century removed from the events of World War II in Italy and in Europe as a whole, the political message of the text floated somewhat above my head until the later stages of the book, when Silvestro leaves his mother and meets the individuals who represent different political archetypes of the period. I enjoyed this part of the book, where the interlocutors revolved around statements about the world and how "è grande ed è bello, ma è molto offeso." I enjoyed how each of the characters that Salvatore meets represent different views (the revolutionary Calogero, the consolatory Ezechiele, the Catholic Porfirio and the intellectual Colombo), but their conversation is made up of repeated and agreed-upon statements on the ways of the world. Their differences were not in how they saw the world, but in how they felt about it, and where they thought redemption or change might be found.

Finally, I might mention that this book was entirely appropriate for an Italian language learner. The language was simple and forceful, with a great deal of repetition of both names, descriptions and statements. The words that I learned through reading this book, I learned well, because they kept on reappearing throughout the text. So as a learning tool, it was excellent, and I would recommend it to anyone who is learning Italian.

in presa diretta, quasi nei giorni stessi in cui sarebbero potuti accadere i fatti narrati, Vittorini traspone sulla pagina scritta tensioni e passioni e scrive il romanzo della lotta partigiana e della resistenza cittadina, Uomini e no: cercando «in arte il progresso dell’umanità

- Piaciuto questo libro? - Così così. - Così così? - Sì, così così. - Solo così così? - Sì. - Ah. E come mai, così così? - Eh, come mai... - Sì, come mai? - Mi chiedi come mai? - Sì. - I dialoghi. - I dialoghi? - Sì, i dialoghi. - Ti è piaciuto così così per i dialoghi? - Sì, per i dialoghi. - Che hanno i dialoghi? - Mah, sono un po' ripetitivi. - Ripetitivi? Non sono ripetitivi. - Io dico che sono ripetitivi. - Tu dici? - Sì, sono un po' ripetitivi. Anzi, molto.

A spare, quirky, entertaining book.

A coming of age story set in Italy. I'm sure this was fairly shocking for the time. This is another one of those books that made me wonder why I kept reading it after the first couple of chapters.

Scritto subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale e la Guerra di Librazione dell'Italia da fascisti e nazisti, racconta di un partigiano: L'autore riesce a rendere credibile un personaggio che ascolta e cura, con la stessa passione e coraggio il suo amore per una donna e il suo amore per la giustizia e l'umanità.

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